Crotone, la nuova Giunta e le giravolte. Quando la coerenza è ammansita a colpi di “vrasciole”

13 giugno 2018, 08:21 Sr l'impertinente

“I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo”. (Sandro Pertini)


di Sr* l'impertinente

Purtroppo chi vive in questo martoriato lembo di Calabria che è Crotone, giovani o meno, di questi fulgidi esempi non ne vede molti; anzi, spesso sono princìpi che finiscono con l'essere confliggenti tra di loro, e non se ne capisce il perché.

Ad essere sacrificata è innanzitutto la coerenza che è spazzata via da autentiche giravolte (per non dire doppi salti mortali carpiati con avvitamento), perfino da un giorno all'altro, come dimostrano le testimonianze pressoché quotidiane.

Una coerenza che manca soprattutto - e non solo in politica - anche quando la si porta come un vessillo nello stesso nome di un movimento che si rappresenta: come nel caso di alcuni dei componenti del gruppo “Autonomi e coerenti”.

“Se in ogni circostanza non riferirai ogni tua azione al fine naturale, ma compirai scelte e rifiuti con secondi fini, le tue parole e le tue azioni non saranno tra loro coerenti”. (Epicuro)

A capeggiare questa truppa di dissidenti - che prima erano in sei, poi ridotti a tre e ora rimasti in due (dopo l'uscita di Massimiliano Bianchi - LEGGI) - è Francesco Pesce.

Pesce è “rientrato” ma non dopo aver profferito - durante il suo periodo di manifesta contrarietà - parole di fuoco nei confronti del sindaco Ugo Pugliese, dell'intera maggioranza a suo dire genuflessa e, perfino, del grande manovratore Enzo Sculco (LEGGI).

Lo stesso grande Blek non si era tirato indietro nel replicargli, ricordandone l'attitudine a “piroettare” da una parte all'altra a colpi di trasformismi, definendolo addirittura come un'anima senza pace: descrizione coerente, almeno questa, viste le sue ultime scelte.

“Si può conseguire coerentemente uno scopo per tutta una vita, se quello si sposta di continuo”. (Stanislaw Jerzy Lec)

Il buon Pesce ebbe a scrivere, neanche troppo tempo fa, che il “grande Capo ovvero il signor Sculco” … “quando non ha argomentazioni convincenti (...) non trova arma migliore che quella di ingiuriare l’avversario”.

Come se non bastasse aggiunse: “Quel che è sicuro è che il sottoscritto non si è accostato certo, come altri, alla politica per trovarvi un comodo sostentamento, in quanto ha di che vivere grazie alla sua onorevole professione”.

E chiosò: “da quale pulpito proviene l’accusa delle acrobatiche e sistematiche piroette, proprio da un maestro delle piroette, che sa bene quando più gli conviene farle”.

Oggi, invece, è rientrato nei ranghi: come se nulla fosse successo o nulla fosse stato detto.

“Beati quelli che ignorano che maturare è assistere all’aggravarsi delle proprie incoerenze e che questo è il solo progresso di cui dovrebbe essere permesso vantarsi”. (EM Cioran)

Da giornalisti scafati (ma talvolta perfino con virtù divinatorie) avevamo profetizzato come questo scontro si sarebbe risolto alla fine alla maniera crotonese: intorno al tavolo dispensando “vrasciole” (LEGGI). E così si sia!

La reazione degli interessati, allora, fu indignata e sdegnata, sentendosi toccati nell’intimo: nessuno poteva permettersi di mettere in dubbio la loro coerenza, affissa perfino sul nome del proprio gruppo, appunto!

Una vrasciola sotto forma di assessorato, invece, ha fatto passare al buon Pesce tutte le velleità guerresche di cui si era armato mesi fa, ritornando in quella maggioranza che aveva disprezzato e etichettato con i peggiori termini (LEGGI).

“Negli uomini, non esiste veramente che una sola coerenza: quella delle loro contraddizioni”. (Guido Morselli)

Ma in questi ultimi due anni il re delle vrasciole - nel senso, per carità, di colui che ne ha avute più di tutte - è Leo Pedace, originariamente arruolato anch'egli nel battaglione dei dissidenti.

All'inizio del suo percorso “reale non si accontentò di un semplice posto nel Consiglio di Amministrazione dell'Akrea, così gli fu conferita la carica di Amministratore unico della società in house Crotone Sviluppo.

Incarico questo che, però, gli stava stretto. Ora ha fatto il grande passo entrando nel nuovo esecutivo a guida Pugliese-Sculco, con una poltrona mica da niente: quella di assessore ai Lavori pubblici.

“Quando Dio distribuiva la coerenza, io stavo ordinando un decaffeinato senza zucchero con un bombolone alla crema”. (Twitter)

Le vrasciole, e in quantità industriale, sono per ora le uniche cose che questa Amministrazione ha fatto vedere.

L'entrata in Giunta di Pedace, ad esempio, ha liberato a Gianfranco Turino (noto per le sue capacità manageriali) il posto in Crotone Sviluppo.

L'ingresso dello stesso Pesce e di Valentina Galdieri, poi, libereranno alcune postazioni in Consiglio Comunale, sempre utili per accontentare qualcuno rimasto fuori dal giro delle prebende.

Polpette avvelenate - e che non sono state ancora digerite - quelle invece che il duo Sculco-Pugliese ha recapitato all'ex vice sindaco, Antonella Cosentino ed all'ex assessore ai Quartieri, Caterina Caccavari.

“La coerenza è contraria alla natura, contraria alla vita. Le sole persone perfettamente coerenti sono i morti”. (Aldous Huxley)

Sempre a proposito della coerenza, inoltre, anche il sindaco pro tempore non ha mancato nell’esercizio di massacrarla.

L'ultimo tema scelto è stato quello dell'immigrazione e dell'accoglienza. Qualche mese fa Pugliese scriveva all'allora premier Renzi che il peso dei continui arrivi di navi con immigrati a bordo, rischiava di schiacciare la città di Crotone sotto un peso eccessivo, soprattutto a livello economico; allora parlò addirittura di una emergenza sociale.

Più recentemente, invece, assalito da un sentimento di altruismo, ha dichiarato: “se l’Aquarius dovesse attraccare nel porto di Crotone, come è sempre stato per tutte le imbarcazioni che sono sbarcate nella nostra città, troverebbe la giusta accoglienza, la mia piena solidarietà e vicinanza” (LEGGI).

“La coerenza richiede di ignorare oggi come si ignorava un anno fa”. (Bernard Berenson)

D'altro canto cosa si può pretendere di più da un'Amministrazione che del distribuire vrasciole ha fatto il suo marchio di fabbrica, anche in un campo assai complesso come quello della comunicazione.

Leggasi i 6 mila euro elargiti a giornalisti forestieri per esaltare le bellezze della città, per poi trovarsi con uno scritto che, per la forma e contenuti, rasenti il limite della diffamazione (LEGGI).

Oppure affidarsi a scrivani di turno col solo pregio di non conoscere coerenza alcuna (d'altro canto non si dice che chi si somiglia si piglia?), per incensare l'attività di assessori o sindaco ma ottenendo un effetto esattamente contrario in chi legge (fortunatamente molto pochi).

La strada da imboccare per uscire fuori da questa situazione, sempre più al limite della farsa e sempre più simile ad un circo Barnum, è quello di ritrovare almeno un po' di dignità.

Cominciando dalle parole e arrivando ai fatti; partendo anche dalla comunicazione, ad esempio, distinguendola dalla mera propaganda; passando poi alle vrasciole, che da cibo cult domenicale della città sono diventate ora un mero oggetto di scambio (con tutte le accezioni negative del caso).

Un peccato, questo, che difficilmente sarà perdonato, molto più del malgoverno.

* Simbolo dello Stronzio