Gruppo Marrelli, commozione e addio per il fondatore. A chi passa il testimone?

29 ottobre 2018, 13:48 Il Fatto

Estremo saluto per Massimo Marrelli, il medico odontoiatra morto tragicamente in una notte d’ottobre proprio in casa sua, insieme ad altri tre suoi collaboratori che hanno perso la vita durante lo sfortunato lavoro di ripristino di alcuni servizi all’abitazione.


di Vito Barresi

Tanta gente affluita per rendere omaggio alle vittime e al dottor Marrelli (LEGGI), tra cui moltissimi giovani e ragazze che con attenzione e commozione hanno atteso l’arrivo della salma, nel mentre sul sagrato veniva esposto un cartellone in memoria sormontato da una nuvola di palloncini, scuri, neri, a lutto.

Tutti hanno percorso l’ultimo tragitto, tra una folla di ombrelli sormontati dal feretro intarsiato di fiori.

È il momento supremo, l’attimo silente dell’addio doloroso in cui tutto e tutti restano sospesi nelle riflessione che solo la morte ha la forza di porre alla vita e a chi resta.

Sull’altare maggiore della Basilica Cattedrale di Crotone (LEGGI) a celebrare la messa, accanto ai sacerdoti del Capitolo, è arrivato da Lamezia Terme l’arcivescovo Mons. Gino Cantafora che ha officiato il rito funebre con voce rotta dall’emozione, cadenzando sottovoce un affettuoso ricordo del defunto.

Don Gino era il suo parroco, il sacerdote che ha visto crescere Massimo Marrelli, e che ne aveva ‘battezzato’ il suo primo studio professionale di via Libertà, proprio dove si trovava l’originaria sede della Chiesa di San Domenico, situata in un deposito della antica azienda municipale della spazzatura.

Furono anni di fervore, entusiasmo e impegno per costruire nuovi orizzonti di progresso e benessere per tutti gli abitanti del quartiere. E Marrelli ne fu uno degli artefici al punto che oggi si vedono tanti volti di quella bella stagione di gioventù ed entusiasmo, in lacrime.

In piazza Duomo come tra i banchi della Chiesa Madre aleggiano comunque gli interrogativi di sempre, il destino, la fatalità, gli errori e le sindromi talvolta ossessive di un 'self made man', come sono andati veramente i fatti, quale sia stata l'esatta dinamica del brutale incidente che ha letteralmente 'scavato la fossa' non solo al proprietario della villa ma anche ai suoi tre dipendenti che ne assecondavano i comandi, seminando morte su un 'set' da film 'pulp' che si è concluso orribilmente, pare persino con il corpo dilaniato e il volto sfigurato del professionista.

Su tutto la toccante testimonianza della figlia Doriana che ha tratteggiato con tenerezza e forza il profilo vero del suo papà, il suo burbero quanto affettuoso decisionismo, il suo vangelo educativo profuso nel loro carattere e nel loro cuore.

Speciale la sottolineatura del grandissimo rispetto che Marrelli ha sempre avuto per le donne, per le loro qualità e specificità.

Poi le domande sul futuro. Che cosa ne sarà del Gruppo Marrelli, una ben spiccata holding aziendale, con un notevole numero di dipendenti, quale svolta negli assetti della proprietà, del capitale e degli investimenti, particolarmente consistenti in tecnologie avanzate, ricerca di laboratorio, formazione, studi, indagini e brevetti, un articolato e complesso mosaico di segmenti e linee produttive, gran parte ricadenti nel plafond dei Fondi Europei, con un assetto organizzativo che si compone di alte professionalità mediche e tecnologiche, addetti alla ricerca medico-scientifica, professionalità applicative nel comparto delle protesi non solo dentarie, con figure operative e mansioni estremamente settoriali, equipaggiati e diretti da un ben strutturato management ai vari livelli, l'ossatura strutturale che formano di una rete di imprese specializzate e differenziate, particolarmente incidenti nel panorama industriale e occupazionale della Calabria.

Una domanda a cui tutti i dipendenti hanno già risposto ponendo l’esempio, il messaggio e la testimonianza del fondatore come valore di base per continuare, sviluppare, allargare le strategie e i progetti del Gruppo che certamente godrà dell'ausilio della moglie dello stimato professionista, già presidente pro tempore della Regione Calabria, Antonella Stasi, in sostituzione di Giuseppe Scopelliti.

Funerale corale, con tutte le presenze istituzionali, militari e civili, tanti volti della politica e dell'economia locale e regionale. Con accenti di delicata commozione collettiva, come il lancio dei palloncini neri all’arrivo della salma e il costante contrappunto di applausi all’indirizzo dell’uomo e dell’amico.

I fotogrammi si fermano sul conclusivo tragitto del medico verso il camposanto di Viale Gramsci. C'è una Volvo di colore blu metallizzato che segue la vettura delle pompe funebri. Dentro accanto all'autista c'è la Signora Marrelli, Antonella Stasi, a cui tocca prendere in mano il testimone del marito, in testa e alla guida del suo importante impero medico sanitario mediatico e imprenditoriale.