Morire di Selfie a 13 anni sulla ferrovia Jonica Reggio-Taranto

Vito Barresi
Cambio Quotidiano Social


Morire di selfie a tredici anni sotto un treno in transito sulla ferrovia jonica Reggio Calabria Taranto. È triste ma accade. Che cosa limita e che cosa impedisce di inserire sui telefonini e su tutti gli strumenti della telefonia mobile le indicazioni di pericolo che vengono utilizzate e stampate sulle confezioni delle sigarette? Quale sarebbe la differenza tra il morire lentamente per i danni del fumo e quello di perire improvvisamente per l’imperizia e l’irresponsabilità nell’uso dei congegni elettronici di comunicazione magari favorito dalla sempre più evidente mancanza di istruzioni per l'uso?


Sono domande che si fanno largo, sebbene con qualche evidente difficoltà, dovuta certamente all'impatto devastante di certe notizie, dopo quanto è accaduto sulla linea jonica della ferrovia pubblica che collega due grandi città del Sud, Reggio Calabria e Taranto, dove ha perso la vita un ragazzo di 13 anni, travolto da un treno locale mentre sui binari era intento a farsi un selfie con altri suoi amici di sventura. E su cui tuttavia sarebbe errato non avanzare almeno qualche riflessione critica. Di ragazzi che muoiono di telefonino se ne contano ormai a centinaia. Appena poche settimane fa era accaduto che una ragazza inavvertitamente aveva preso in mano il telefonino che squillava mentre era sotto la doccia rimanendo fulminata senza scampo.

Il ministero degli Interni russo è stato per questo costretto a pubblicare sulla propria pagina ufficiale nuovi segnali di pericolo per indicare i selfie a rischio di morte, tipo fotografarsi con una pistola in mano, sul ciglio di un burrone, sul tetto, di fronte a belve in libertà, sui binari di una ferrovia mentre arriva un treno, sui tralicci dell’alta tensione, in motoscafo, mentre si salgono le scale…

Viviano in un società in cui specifici settori dell'economia (oggi la telefonia e tutti i mezzi di fruizione del sistema mediale privato e personale, ieri la potente industria del tabacco, l'impressionante e violenta struttura produttiva automobilistica, tutte controllate da lobbies di potere praticamente ed ideologicamente imbattibili) sono divenuti i demoni, i mostri sacri di una religione del dominio e del successo che comanda dittatorialmente sugli uomini e sugli Stati.

A loro è stato sempre consentito di impedire con vari mezzi (talvolta anche corruttivi) che venissero introdotte delle limitazioni a protezione dei minori e degli adolescenti nell’acquisito del telefonino, così come si vorrebbe fare per gli smartphone spesso utilizzati da automobilisti causando incidenti mortali sulla strada.

Ma accanto a queste considerazioni bisogna poi anche evidenziare che oltre la nefastamente famosa strada statale 106, ormai da tutti denominata “strada della morte”, scorre anche un binario unico della morte, la ferrovia di Stato in mano alla Società a partecipazione pubblica RTF, dove viaggiano treni locali e regionali non di lunga percorrenza né di alta velocità.

Sullo stato di arretratezza e talvolta di degrado in cui viene tenuta questa infrastruttura ci sarebbe poco da aggiungere se non individuare immediatamente eventuali responsabilità sia della Regione Calabria sia della direzione del compartimento che fa capo a Reggio Calabria. Facciano qualcosa i parlamentari su tale scandalosa condizione di insicurezza e di disagio. Certo, si dirà pure che poi la colpa in fondo è stata dei tre ragazzini incauti e sprezzanti del pericolo.

Ma provi qualcuno che ne ha responsabilità a vari livelli, diretti e indiretti, a trovare nei 250 km di linea ferrata jonica, un solo cartello di avviso, un monito, un’avvertenza, a non usare né cuffie né telefonini quando si attraversano i binari o si sta per salire a bordo del locomotore. In fondo non diversamente da quanto si fa in aereo... Invece qui, tra treni e telefonini,ogni utile indicazione di cautela e avviso di pericolo, risulta al momento del tutto assente.