Svuotamento Lago Ampollino, Legambiente: “Tutte le istituzioni erano informate dell’intenzioni di A2A”

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A2A aveva informato le istituzioni della sua intenzione di procedere allo svuotamento del bacino idroelettrico del Lago Ampollino. Attraverso una lettera, inviata il 13 giugno 2014, informava le istituzioni locali e nazionali delle intenzioni di procedere, tra ottobre e novembre 2014, allo svuotamento del Lago sulla base di quanto contenuto in un Progetto di Gestione redatto sulla base del D.M. 30/6/2004.

Da questa lettera emergono alcune cose importanti: la prima, ovvia, che le istituzioni erano informate delle intenzioni di A2A, e la seconda che A2A non sta procedendo a una attività di manutenzione ordinaria ma di una attività straordinaria tant’è che avrebbe predisposto un Piano di Gestione, un documento a quanto pare segreto e non divulgato pubblicamente.

Confessiamo di non aver dovuto faticare molto per cercare le prove per smentire quel sindaco che manifestava stupore nel vedere il lago vuoto, e sostenere che A2A non è sincera quando afferma che si tratta di una manutenzione ordinaria di cui si agevola il settore agricolo in difficoltà per la siccità che avrebbe in questa stagione autunnale.

Secondo noi la verità è comunque molto più semplice, siamo davanti a un caso classico in cui le istituzioni, più che tutelare il diritto all’ambiente dei loro cittadini, permettono ad una azienda idroelettrica di fare i propri interessi a discapito delle norme a tutela del Parco nazionale e del paesaggio silano”.

Così commenta Legambiente l’esistenza di una lettera inviata da A2A alle istituzioni il 13 giugno 2014, ma ne esisterebbe una successiva inviata anche al Parco nazionale della Sila, attraverso la quale l’Ente veniva informato che tra il 1 e 30 novembre, salvo anticipi alle ultime due settimane di ottobre e/o posticipi alle prime due settimane di dicembre, si sarebbe provveduto: ad abbassare il livello del lago mediante le turbine; all’apertura dello scarico di fondo per mettere all’asciutta i manufatti e le opere a servizio della diga e verifica dello stato dell’avandiga; si sarebbe proceduto al recupero selettivo della fauna ittica pregiata; a una ispezione e manutenzione delle opere idrauliche e meccaniche sommerse; alla sostituzione dell’organo di guardia e tronchetto metallico derivazione sinistra; al monitoraggio dei solidi sospesi oltreché monitoraggio biologico pre e post svaso; al rilascio d’acqua ai fini di lavaggio dell’alveo al termine delle attività.

Ovviamente la chicca è il dichiarare nella stessa lettera che si tratta di opere realizzate ad oltre 30 anni dall’ultimo svuotamento effettuato. Messa così è facile per noi sostenere che di svuotamento si tratta, e non di manutenzione ordinaria come sostiene A2A, ma sarebbe stato evidente che di svuotamento si sarebbe trattato per chiunque ha ricevuto la lettera.

“Se avevamo dubbi ora abbiamo la certezza – continua Legambiente - che nessuna istituzione, malgrado fosse informata, è intervenuta per evitare che A2A compisse il suo disegno e procedesse nella violazione delle norme a tutela del Parco nazionale della Sila e del paesaggio silano, visto che per effettuare queste opere, chiaramente non di manutenzione ordinaria per come vengono descritte dalla stessa A2A, serve l’autorizzazione preventiva.

Per il momento prendiamo atto con soddisfazione della richiesta di informazioni e chiarimenti che, su nostra sollecitazione, la “Direzione Generale Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente”, ha inviato al Parco nazionale della Sila e al Corpo Forestale dello Stato, che ringraziamo per l’immediato intervento e la professionalità dimostrata in questa vicenda.

Ciò nonostante siamo ancora più determinati a chiedere alla Magistratura di indagare fino in fondo per stabilire le responsabilità e le eventuali sottovalutazioni, o peggio complicità, di un comportamento che consideriamo illegittimo da parte di A2A”.