Assenteismo all’Asp di Pizzo: 17 impiegati sospesi

Vibo Valentia Cronaca

Nella mattinata di oggi i militari della Compagnia Carabinieri di Vibo Valentia hanno eseguito 17 provvedimenti di ordinanza applicativa della misura cautelare, nei confronti di altrettante persone in servizio presso l’ASP di Vibo Valentia, Presidio ospedaliero di Pizzo, tra cui dirigenti sanitari, assistenti amministrativi, infermieri e considerate tutte responsabili, a vario titolo, di truffa aggravata. I provvedimenti cautelari - emessi dal Gip del Tribunale di Vibo Fabio Regolo - sono il frutto di una complessa attività d’indagine coordinata dal Sostituto Procuratore Vittorio Gallucci e condotta dai militari della Stazione Carabinieri di Pizzo.

Le indagini, che hanno avuto inizio nel mese di giugno del 2012 a seguito di numerose segnalazioni giunte da parte di privati cittadini, avrebbero permesso di documentare - attraverso attività di videoripresa e numerosi appostamenti svolti presso la sede del centro servizi sanitari e socio sanitari del presidio ospedaliero - presunte "reiterate condotte" da parte dei dipendenti ASP che consistevano nell’allontanarsi dal luogo di lavoro per finalità che nulla avrebbero avuto a che vedere con le normali attività d’ufficio.

I cittadini bisognosi d’intervento o di assistenza, avevano segnalato più volte la mancanza di risposte da parte della struttura sanitaria, talvolta - a loro dire - semideserta e che, tra l’altro, ospita anche il SERT. Nel corso dell'indagine si sarebbe appurato che alcuni dipendenti non presentandosi sul luogo di lavoro, avrebbero consegnato il proprio badge ad altri, i quali avrebbero avuto il compito di “beggiare” al posto loro. Una sorta di “multi timbratura”.

Si è avuto modo inoltre di evidenziare una condotta criminosa che sarebbe stata posta in essere da un pregiudicato di Pizzo il quale, il 9 settembre 2012, dopo essersi introdotto di notte all’interno dei locali del presidio ospedaliero, avrebbe stradicato letteralmente dal muro la “macchinetta marca tempo”.

Ingente il danno economico che sarebbe stato dunque provocato all’erario in virtù di ore di lavoro retribuite ma mai prestate. Con la notifica dei provvedimenti, per tutti i soggetti, è scattata la sospensione dall’impiego per la durata di due mesi.