Giordano: ancora illegittime le tariffe idriche applicate ai comuni

Calabria Attualità

“La problematica della legittimità delle tariffe idriche applicate ai Comuni calabresi non ha trovato una soluzione idonea e in linea con la normativa di settore. - È quanto sostiene il consigliere regionale Giuseppe Giordano attraverso una interrogazione a risposta scritta con la quale vengono richieste delucidazioni al governo regionale sull’ulteriore onere finanziario a danno dei comuni e cittadini calabresi -

Giordano evidenzia come negli anni si sia registrato un abuso nella determinazione delle tariffe e i rilievi sollevati hanno trovato conferma negli stessi organi giurisdizionali chiamati, a vario titolo,a pronunciarsi sulla questione come la stessa Sezione Regionale di Controllo per la Calabria della Corte dei Conti che, oltre a diverse censure, ha avuto modo di ribadire che gli adeguamenti delle tariffe idriche sono oggetto di una competenza esclusiva dello Stato vigendo nella nostra regione il metodo CIPE, mentre adesso la competenza spetta ad altra istituzione, l’AEEG in ragione del DL 201/11, convertito in legge 214/11 e che,quindi, gli adeguamenti tariffari applicati ai Comuni calabresi dalla Sorical SpA e determinati dalla regione sono da ritenersi illegittimi ab origine

Sulla questione ,rileva l’interrogazione presentata,è intervenuta più volte la Corte Costituzionale con diverse sentenze nelle quali si rimarca ulteriormente come la competenza dello Stato nella determinazione delle tariffe idriche sia “esclusiva” .

In questo percorso chiaramente illegittimo la Regione Calabria con un proprio decreto, il n.6348 del 24/04/2013 ,ha determinato nuovi adeguamenti tariffari per gli anni 2010 e 2011 e dalla tariffa del 2011 sarebbero stati calcolati i nuovi adeguamenti tariffari del 2012 e del 2013 richiesti di recente ai Comuni con una lettera inviata dalla Sorical SpA; questi aumenti, che avrebbero decorrenza dal 1° gennaio 2013, sarebbero stati determinati in base alle delibere dell’AEEG, l’autorità statale che è subentrata in termini di competenze al CIPE;

Tali aumenti sono da considerarsi ,, denuncia Giordano, illegittimi e più specificatamente le annualità 2010/2011 scontano i rilievi giuridici nascenti dalle decisioni degli organi giurisdizionali,mentre , per quanto concerne le tariffe 2012 e 2013 ,per le quali è stato comunicato ai comuni l’adeguamento, non si conosce se le stesse siano state approvate formalmente dalla AEG che ha introdotto il metodo tariffario transitorio (quest’ultimo oggetto di censure da parte degli enti locali e dei comitati per l’acqua pubblica per il mancato rispetto degli esiti referendari e per tale motivo oggetto di impugnazione presso gli organi giurisdizionali).

In ogni caso, rileva il consigliere regionale, le tariffe non possono essere applicate in via retroattiva perché in contrasto con quanto affermato dallo stesso Consiglio di Stato con diverse decisioni.

Da qui la richiesta, con l’interrogazione, di sapere se la regione Calabria nella determinazione delle tariffe per le annualità 2010 e 2011 abbia tenuto conto della normativa di settore e delle decisione dei diversi organi giurisdizionali intervenuti negli anni,se per quanto concerne le tariffe 2012 e 2013 sia intervenuta la formale approvazione da parte dell’AEEG e se debba ritenersi legittima l’applicazione retroattiva delle stesse. Giordano, infine, chiede se non si ritenga opportuno intervenire in via di autotutela revocando il decreto n° 6348 del 24/04/2013 e rideterminando, nel pieno rispetto della normativa di settore, le tariffe sino ad ora applicate che hanno provocato una grave crisi finanziaria nei bilanci dei comuni calabresi.

Ancora se non sia opportuno avviare un tavolo di confronto fra i vari soggetti istituzionali (Regione, Sorical, Comuni, Province, Comitati per l’Acqua Pubblica), quest’ultimo già oggetto di impegno da parte dello stesso Assessore regionale al ramo ,On.le Gentile,per una risoluzione definitiva ed equa che ponga fine a contenziosi e disservizi, garantisca alla comunità calabrese un servizio efficiente ed economicamente sostenibile, anche alla luce dei risultati referendari del 2011 con i quali i cittadini italiani si sono espressi per una gestione pubblica dell’acqua fuori dalle logiche di mercato.”