Coldiretti Calabria: confrontiamoci pubblicamente sulle scelte del bilancio regionale

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“Tanti - l’ultimo in ordine di tempo è stato il presidente nazionale di UnionCamere Ferruccio Dardanello - sostengono che per la Calabria i suoi punti di forza sono agricoltura e agroalimentare, ma il Bilancio Regionale di previsione 2014, che pure ammonta al ragguardevole budget di oltre 7 miliardi di euro (oltre i fondi comunitari), sembra non accorgersene. “Un bilancio senz’anima, che è la sommatoria di tecnicalità ragioneristiche e spesso di rendite e nemmeno con il lumicino, si intravedono le scelte di sviluppo che occorre fare.

Tagli lineari, ed ecco che i conti quadrano! Gli annunci periodici del Dipartimento Bilancio, enfatizzano i pagamenti. Però, nessun dato viene pubblicato sul miglioramento degli indici economici e di benessere della Regione, che evidentemente non sono positivi. Sul versante agricolo, nonostante gli indicatori economico-sociali, assegnano al settore ancora maggiori chance di quelle fino ad ora espresse si mortifica il suo potenziale che potrebbe per davvero, se opportunamente accompagnato, far compiere un salto in avanti alla regione.

Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria è alquanto sicuro che l’attenzione al settore non può essere affidata solo ai fondi europei, che, seppur importanti, devono essere irrobustiti con politiche e risorse regionali, che non ci sono. È forse il caso – aggiunge – che dopo quattro anni, pubblicamente si discuta delle risorse ordinarie investite in agricoltura, che nel 2014, sono meno del l% del bilancio regionale.

Siamo pronti anche ad essere smentiti! Il Bilancio preventivo 2014 approvato recentemente, - ribadisce - ci consegna invece una calma piatta, che ad esempio contraddice le scelte dei giovani che in numero sempre maggiore si iscrivono, nell’indirizzo di studio superiore ed universitario, ad istituti e facoltà con indirizzo legato all’agricoltura e all’enogastronomia. Non assecondare queste opzioni, significa tra l’altro deludere i giovani che, non vogliono ingrossare le fila del precariato bensì vedono nell’agricoltura e nell’agroalimentare prospettive concrete di lavoro.

I giovani hanno visto prima e meglio di altri dove ci sono reali occasioni e fiducia. È in atto – prosegue -una rivoluzione generazionale che punta su quegli asset di distintività, autentici beni pubblici, che garantiscono un valore aggiunto nella competizione globale come il territorio, il turismo, la cultura, l’arte, il cibo e la cucina. E se questo, in Calabria, lo coniughiamo insieme, come si suol dire: facciamo tredici! La decisione di individuare anche l’agricoltura e il cibo tra i sette settori prioritari di intervento del Job Act (atto di lavoro)elaborato dal segretario del Partito Democratico Matteo Renzi, vorrà dire pure qualcosa, visto anche il dibattito che si è aperto.

Questo -afferma Molinaro - è un benevolo ma appassionato richiamo all’impegno concreto rivolto alle Istituzioni regionali, perché l’agricoltura è fattore di cambiamento, poiché amalgama competizione e condivisione, redditività e solidarietà, bene aziendale e bene collettivo. Ci attendiamo una rivoluzione verde….che non deve essere lasciata al “verde” di politiche e risorse. Ma, come diceva il maestro Alberto Manzi: non è mai troppo tardi!!!