A Reggio l’osservatorio provinciale contro il fenomeno dell’omofobia

Reggio Calabria Attualità

"La lotta alle discriminazioni si inserisce a buon diritto nel principio che già al livello altissimo della nostra Carta Costituzionale impegna la Repubblica a rimuovere ogni ostacolo di ordine economico e sociale che, limitando, di fatto, libertà e eguaglianza dei cittadini “impedisca il pieno sviluppo della persona umana”. E' quanto si legge in una nota di Paolo Patanè, presidente emerito Arcigay nazionale.

"Così - continua Patanè - all'articolo 3 è scritto e scolpito il Principio di Eguaglianza. Siamo dunque di fronte ad una svolta a modo suo storica nella provincia di Reggio Calabria, in Calabria e in larga parte a livello nazionale: la costituzione di un Osservatorio per l’analisi dei fenomeni discriminatori e di violenza omofobica e transfobica infatti, nell’affrontare la realtà di una serie dicircostanze e fenomeni drammatici, e spesso di estrema crudeltà, che purtroppo colpiscono tantissime persone omosessuali e transessuali solo in ragione della loro naturale modalità di essere,violando brutalmente il loro diritto all’autodeterminazione, finisce per descrivere uno strumento che, di fatto, contribuendo all’ affermazione del principio di Eguaglianza tra tutti i cittadini, per chi, come in questo caso, è oggettivamente povero di diritti in ragione di assenza di tutele specifiche e riconoscimenti normativi, potenzia l’effettività di quel principio per ogni uomo e donna che guardi con fiducia alla nostra Costituzione, pretendendone in modo sacrosanto la scrupolosa applicazione. E questo, a prescindere da orientamento omosessuale ed eterosessuale e dall’ identità di genere, è un fatto straordinario per la libertà e l’eguaglianza di tutti, senza distinzioni. In tempi di crisi disperata e di sfibramento della fiducia nel futuro e nella capacità di governance della nostra classe dirigente, qualunque investimento politico e culturale su strumenti di coesione civile, che restituisca centralità alla dignità umana ed al rispetto reciproco, contribuisce a ricomporre fede civile e orizzonti e scrive una pagina bella di politica ed amministrazione della cosa pubblica. Vi è poi un ulteriore elemento che contribuisce a fare di questa “nascita” un momento su cui vale la pena soffermarsi: l’ Osservatorio si realizza in piena applicazione di un principio di sussidiarietà orizzontale che, impegnando insieme Istituzioni e associazione , e dunque la società civile, coinvolge l’ associazione nell’ amministrazione e definisce un patto tra l’una e l’altra nella battaglia per la giustizia e la libertà. Ancora una volta emerge uno spazio per riaffermare l’ Amministrazione “insieme ai cittadini” che faccia della solidarietà un motore del progresso per il nostro Paese. Per restituire orizzonti alla stessa ripresa economica, oggi, è questa la molla anche emotiva che può rivelarsi vincente: senza diritti non si alimentano sogni e senza sogni non è probabile lottare per il futuro. La crescita economica che non aspiri a diventare progresso complessivo non ha gambe né lunghe né forti. L’ Istat, nella sua ricerca su “Gli omosessuali in Italia del 2012", ci dice che il 73% degli italiani ritiene che l’ omosessualità e la transessualità siano modalità naturali di essere uomini e donne: dunque ancor più come si spiega che , unico tra i Paesi dell’ Unione europea insieme alla Grecia sbranata dalla crisi, non abbiamo uno straccio di legge contro le violenze omofobiche e transfobiche? Eppure basterebbe estendere la legge Mancino, che già c’è e prevede la fattispecie di reato, e relative sanzioni, per diversi fattori di discriminazione, a tutte, ma proprio tutte, le discriminazioni: non sarebbe un atto di giustizia civile? In realtà l‘Italia non soffre solo di una cronica difficoltà del Parlamento ad adeguare le norme alla realtà sociale ma anche di una cronica assenza di dati per fotografare i fenomeni sociali stessi. L’Italia è il Paese dell’ Unione con meno dati sulle violenze a danni di omosessuali e transessuali. Ma è anche il Paese dell’ Unione con meno denunce, a conferma di uno stato di diffusa paura, insicurezza e sfiducia, e con il maggior numero di persone transessuali assassinate ogni anno. Primati disonorevoli per qualunque Paese. L’Osservatorio calabrese avrà dunque la possibilità di diventare tra i pochissimi strumenti a livello nazionale in grado di scoperchiare quella botola, spessa e dura,che separa la giustizia dalla sua realizzazione: ignorare l’esistenza della violenza significa rimuovere vite, sogni, speranze, dolori e solitudini, e dunque rendere lo Stato assente per un numero incredibile di persone. Riconoscere questi fenomeni, e renderli visibili e intellegibili significa restituire visibilità ed autorevolezza allo Stato e restituire a ragazzi, adolescenti, giovani o meno giovani, uomini e donne, la possibilità di partecipare davvero alla costruzione del Bene comune ricominciando a sentirsi “cittadini dentro”. Il silenzio di chi non aiuta le persone colpite da violenza - conclude Patanè - è grave e terribile tanto quanto la violenza stessa e uccide la verità che tutti dovremmo rispettare : l’ identità delle persone è un diritto irrinunciabile. Si può impedire a qualcuno di amare per come sente? Scriveva Michel de Montaigne: “Se mi si chiede di dire perché l’amavo, sento che questo non si possa esprimere che rispondendo: perché era lui … perché ero io”.