Carceri: Corbelli, scritta altra pagina di giustizia umana

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Una nuova importante battaglia civile è stata vinta. Un'altra pagina di giustizia giusta e umana e di solidarietà è stata scritta. Un'altra orribile barbarie dei bambini in cella è stata cancellata. La giovanissima mamma, la ragazza calabrese di 27 anni, Simona I., condannata in primo grado e in attesa dell'appello, incinta al settimo mese, e i suoi due bambini, il piccolo Antonio Giuseppe, di un anno e mezzo, e la sorellina Chanel, di due anni, sono da due giorni usciti dal carcere di Castrovillari e sono ritornati nella loro casa.

Lo rende noto, con grande soddisfazione, il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, che aveva denunciato nel febbraio scorso questo caso umano e aveva rivolto un appello al giudice del Tribunale di Castrovillari. Appello accolto (per l'aggravarsi delle condizioni di salute della ragazza che rischiava l'aborto) dal presidente della sezione penale di Castrovillari e dal gip Loredana De Franco che ha firmato il provvedimento di scarcerazione, con il ripristino della misura degli arresti domiciliari, che erano stati revocati alla donna dopo che la stessa aveva incontrato dei familiari, non autorizzati. La richiesta del ripristino dei domiciliari era stata presentata dai legali della giovanissima mamma, Angela e Liborio Bellusci.

Dal carcere la ragazza aveva scritto una lettera a Corbelli, recapitata nella giornata di ieri, nella quale chiedeva al leader di Diritti Civili di aiutarla. "Gentilissimo Franco Corbelli che vi scrive è una madre disperata, madre di due bambini minori, in più sono incinta di sette mesi, rinchiusa nella casa circondariale di Castrovillari, con minacce di aborto. Ho dovuto far uscire i mie due bambini perché avevano la febbre alta e qui non ci sono cure adeguate". "Io non capisco come sono le leggi, ma credo che le mamme con i bambini minori devono stare a casa e non in un carcere, devono accudire i propri figli nel migliore dei modi e far si che loro siano felici e non tristi. Mi rivolgo a lei, che mi sta aiutando, perché è una persona umana, umile e gentile, la prego dal profondo del cuore di continuare ad aiutarmi, di farmi ritornare a casa dai mie figli che piangono per la mia assenza".

Il leader di Diritti Civili denunciando questo caso aveva parlato di vera e propria barbarie: "Si puo' tenere in una cella una intera famiglia, addirittura due bambini e la loro mamma che sta, tra poche settimane, per partorire? La giustizia deve fare il suo corso e deve essere uguale per tutti, ma non si possono far pagare colpe e tenere in una cella dei bambini e la loro mamma incinta. Questa non è una giustizia giusta e umana. È semplicemente una disumanità, una barbarie, anche se applicata nel rigoroso rispetto della legge. Quella donna incinta (condannata in primo grado, che non conosco, cosi' come non conosco la sua vicenda processuale) e i suoi due bambini, aveva affermato Corbelli nel suo appello al giudice, non possono e non devono restare in una cella, ma rimandati tutti a casa, con la concessione degli arresti domiciliari alla giovane donna".

Corbelli ringrazia il gip De Franco, il presidente della sezione penale di Castrovillari che, "con sensibilità e umanità, hanno accolto l'appello e hanno posto fine alla disumanità di quella donna incinta e dei suoi bambini in carcere". È il terzo caso, in pochi mesi, di bambini in cella con le loro giovani mamme detenute che Diritti Civili riesce a far scarcerare. Prima di Natale aveva fatto scarcerare un'altra giovane calabrese, Antonia Maria, in cella con il suo bambino, Il piccolo Coco', di due anni, e agli inizi di ottobre una ragazza di origine croata, Marina, in cella con il suo bambino, Adriano, di appena 10 mesi. (AGI)