Duplice omicidio a Decollatura, procuratore: la mafia non c’entra

Catanzaro Cronaca

Oltre ai colpi di pistola i due cugini lametini sono stati presi a calci nella testa da chi gli aveva sparato. Giovanni Mezzatesta 40 anni, in stato di fermo, e il padre Domenico, 59, avrebbero infatti ucciso i due cugini lametini Giovanni Vescio, 36 anni e Francesco Iannazzo, 29. Domenico Mezzatesta è ancora ricercato. Il fatto è accaduto sabato pomeriggio, dopo una discussione mentre i quattro erano seduti al tavolo del bar del Reventino di Decollatura, alla presenza di altre persone, già identificate dai Carabinieri.

Oggi, nel corso di una conferenza stampa in procura a Lamezia Terme alla presenza del procuratore Domenico Prestinenzi, del colonnello dei carabinieri Giorgio Naselli comandante del reparto operativo dei carabinieri di Catanzaro e del tenente Domenico De Biasio, comandante della compagnia di Soveria Mannelli, gli inquirenti hanno confermato che le telecamere all’interno e all’esterno del locale hanno filmato tutte le fasi dell’omicidio. Altri elementi gli inquirenti li hanno raccolti dalle testimonianze di chi si è trovato sul luogo del delitto.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, padre e figlio si sarebbero recati al bar del Reventino per incontrare le due vittime per chiarire qualcosa, forse la bomba esplosa a casa dei Mezzatesta a settembre scorso, oppure un camion rubato ai due Mezzatesta o contrasti legati alle attività dei Mezzatesta e delle due vittime che a Decollatura stavano eseguendo dei lavori di movimento terra per la realizzazione della rete del metano.

Il procuratore ha riferito che allo stato non ci sono elementi per trasferire il caso dalla Distrettuale antimafia di Catanzaro ed ha riferito anche che il fermato non è stato sottoposto alla prova dello stub perché gli elementi a suo carico proverebbero la sua partecipazione al duplice delitto, tanto è vero che poco dopo il fatto di sangue Giovanni Mezzatesta è stato portato in caserma dai carabinieri mentre il padre già si era reso irreperibile.