Catanzaro, il Festival d’autunno chiude con La vedova allegra

Catanzaro Attualità

Il Festival d’Autunno, ieri sera, al Teatro Politeama di Catanzaro ha chiuso la sua X edizione con la spensierata leggerezza de “La vedova allegra”, in assoluto la più amata tra le operette che non ha bisogno di alcuna presentazione.

La trama, conosciuta da tutti, è ambientata nell’ambasciata parigina del Pontevedro. Lì il conte Danilo Danilovich (Massimiliano Costantino), scapolo d’oro conteso da tutte le donne del regno, è il prescelto dal Barone Zeta (Armando Carini) come candidato per sposare la bellissima Anna Glavari (Elena D’Angelo). Perdere l’eredità di cento milioni di dollari lasciatele dal marito, banchiere di corte, sarebbe una grave perdita per il Pontevedro. I tentativi di avvicinare i due si muovono tra equivoci ed eventi provocati dal cancelliere Njegus (Umberto Scida), ammalato di siccitopatia, una malattia causata dalla mancanza di pioggia e conseguente umidità, e trovano grande respiro grazie alle musiche di Franz Lehar. Alla fine, ovviamente, l’amore ha trionfato.

La lettura voluta da Umberto Scida, che dell’operetta ne è anche regista, non si discosta dai canoni classici della stessa e al tempo stesso conferisce alla vicenda un taglio più vicino ai nostri tempi. Inserire nel banchetto il “morzello”, piatto tipico catanzarese, o tra i codici “tassativi” l’ICI, l’IRPEF e l’IVA aggiunge una contestualizzazione che dà maggiore forza ad una storia ambientata nella fine dell’Ottocento.

Scida riesce a mantenere alto l’interesse del pubblico, evidenziando in maniera positiva il brio e la brillantezza tipiche dell’operetta e non trascurando di far risaltare la malinconia decadente di quei tempi.

Anche la protagonista Anna Glavari, interpretata da Elena D’Angelo, ha saputo esprimere la prorompente femminilità di un personaggio che richiede grande presenza scenica.

Il pubblico giunto da ogni parte della Calabria e del Sud, ha risposto tributando alla “Compagnia Italiana di Operette” grandi applausi, cantando e battendo le mani durante l’esecuzione dell’aria “E’ scabroso le donne studiar” che, ripetuta nel finale dopo il classico can can, ha messo la parola fine ad una esaltante edizione del Festival d’Autunno.