Rapine a banche e gioiellerie, otto arresti a Reggio Calabria

Reggio Calabria Cronaca

Otto presunti rapinatori sono stati arrestati dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria che, dopo un'indagine durata un anno e coordinata dalla Procura della Repubblica, hanno eseguito otto ordinanze di custodia cautelare in carcere (emesse dal gip di Reggio Calabria) nei confronti di altrettanti soggetti indagati per associazione a delinquere finalizzata alle rapine e furti di gioiellerie ed istituti bancari, porto e detenzione abusiva di armi. I particolari dell'operazione "Rolex" - così è stata nominata dagli inquirenti - saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 11 presso la Questura di Reggio Calabria.

h 13:09 | Quella sgominata stamani dalla Squadra mobile di Reggio Calabria, che ha eseguito sette delle otto ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip, era la banda dal buco, responsabile di due colpi clamorosi ai danni di due note gioiellerie nel centro cittadino. Associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti e rapine, è il reato contestato agli otto indagati: Antonino Scappatura, reggino di 53 anni; Francesco Scalise, catanzarese di 25 anni, detenuto presso la casa circondariale di Crotone; Luigi Cuzzupi, reggino di 44 anni; Graziano Calabro', reggino di 22 anni; Manuel Iosef, rumeno di 28 anni, detenuto presso la casa circondariale di Caltagirone; Emanuele Alesse, romano di 35 anni; Fabio Cilione, reggino di 36 anni; Adorno Cristoforo Alati.

Quest'ultimo, considerato insieme a Scappatura uno dei capi della banda, attualmente è all'estero ed è attivamente ricercato. I due furti "col buco" sono quelli messi a segno ai danni delle gioiellerie Laura e Giordano, entrambe ubicate sul Corso Garibaldi, commessi rispettivamente il 27 novembre 2010 e il 6 febbraio 2011. In entrambi i casi i ladri penetrarono all'interno delle gioiellerie attraverso un buco nel muro praticato da un immobile adiacente.

Ad alcuni di loro viene contestata anche la rapina ai danni della gioielleria "Versace", quando i rapinatori armati di pistola immobilizzarono nel retrobottega il titolare, e alleggerirono le vetrine dei numerosi orologi Rolex esposti. Proprio dalla predilezione per questa marca ha preso il nome l'operazione "Rolex". Stessa marca, appunto, oggetto degli orologi di cui si volevano impossessare nella tentata rapina commessa in una gioielleria di Milazzo il 21 febbraio 2011.

"La banda non ha legami con la 'ndrangheta ma ciononostante era dedita a commettere reati di particolare allarme sociale", ha commentato il procuratore facente funzioni Ottavio Sferlazza nel corso della conferenza stampa tenuta nella sala Calipari della Questura di Reggio Calabria. Sferlazza ha rivolto un apprezzamento per l'operato della Squadra mobile diretta dal primo dirigente Gennaro Semeraro e in particolare della sezione reati contro il patrimonio diretta dal vice questore aggiunto Francesco Giordano. "In una città che ha già grossi problemi con la criminalità mafiosa - ha commentato il Questore Guido Longo - non ci si può permettere di non prestare la necessaria attenzione anche ai reati di criminalità organizzata comune, che tanto allarme destano tra i cittadini, perché il rispetto della legalità passa dal contrasto ad ogni tipo di malaffare".