Parisi (FSNI) a Scopelliti: il problema non sono i giornalisti

Reggio Calabria Politica

''Non è certo prendendosela con i giornalisti che si risolvono i problemi della Calabria". Lo afferma il segretario del sindacato dei giornalisti della Calabria, Carlo Parisi, vicesegretario nazionale della Fnsi, circa le affermazioni sui giornalisti fatte ieri dal Presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, in riferimento alla vicenda dello scioglimento del consiglio comunale di Reggio Calabria. L'intervento di Parisi è riportato sul sito dei Giornalisti della Calabria.

"Del resto, la posizione del sindacato dei giornalisti - è scritto sul sito dei giornalisti calabresi - sulle bordate del presidente della Giunta Regionale contro la stampa era stata chiaramente espressa il 21 novembre scorso in una dichiarazione congiunta Fnsi-Sindacato Giornalisti della Calabria: 'Chi ha incarichi politici ed istituzionali deve sapere che in un Paese democratico esiste la libera critica da parte dei giornali e del sistema dei media. La Calabria ha già tanti problemi, non si sente proprio il bisogno che se ne aggiungano altri'".

"Affermazioni, allusioni e gratuite accuse - prosegue Parisi - non fanno altro che alimentare il già avvelenato clima di sospetto che caratterizza questa regione. Se Scopelliti si sente diffamato, ha tutti gli strumenti per tutelarsi legalmente, ma non se la prenda con chi fa questo mestiere in condizioni difficili e, spesso, mortificanti della dignità umana e professionale, anche a causa di editori che calpestano regole e contratti. Chi sbaglia paga e l'attualissimo dibattito sul carcere per i giornalisti e le pesanti sanzioni pecuniarie previste per la diffamazione a mezzo stampa, testimonia che questo mestiere non gode certo di privilegi di casta". "Le regole valgono per tutti ed i giornalisti - conclude Carlo Parisi - sanno bene che devono fare il loro mestiere raccontando i fatti senza fronzoli, né enfasi e, soprattutto, senza commettere l'errore, alla stregua dei politici, di pontificare, scadere nell'accusa gratuita o, peggio, nella diffamazione".