Crediti P.A. De Masi: esclusione Calabria accanimento verso territori sofferenti

Calabria Politica

"Il decreto del governo nazionale relativo alle compensazioni per i pagamenti alle imprese che vantano crediti dalla pubblica amministrazione ha suscitato giustamente una puntuale e stupita protesta da parte di autorevoli esponenti istituzionali e politici calabresi. Ed infatti, come è ormai a tutti noto, la Calabria viene esclusa inopinatamente, ovvero perché sottoposta al piano di rientro dal debito in sanità, da un provvedimento che finalmente segnala una pur tenue attenzione verso le istanze vere di una collettività fin qui resa destinataria di soli accorgimenti finanziariamente vessatori. – Lo scrive in una nota stampa Emilio De Masi, Capogruppo di Italia Dei Valori in Consiglio Regionale - Senza un barlume di slancio propulsivo nei riguardi un’economia che disegna, nella sua drammatica e prolungata contingenza, persino inquietanti scenari umani. Ebbene, l’esclusione della Calabria da tale misura non solo non può essere ricondotta alla motivazione richiamata. E’ una sorta di accanimento nei riguardi dei territori maggiormente sofferenti sotto il profilo economico e sociale. Inverosimile. Inammissibile. Forse la cifra più paradigmatica di una insolenza governativa che si spiega esattamente con la natura “tecnica” che lo distingue: ogni atto viene concepito nella rarefazione di un accademicismo fatalmente vissuto al di fuori della realtà, nella valorizzazione della settorialità.

Laddove - si legge ancora - il senso del governo di una comunità risiede essenzialmente nella comprensione e nell’orientamento positivo delle sue dinamiche complessive. Ma questa è la politica. Questa è la democrazia. La politica contempla, più che il distaccato e esame della società, la sua conoscenza, sostenuta semmai da quella propensione ad amarla e quindi servirla, che è inconciliabile con l’algido disincanto del tecnicismo. Per tali ragioni, come dirigenti di Italia dei Valori esprimiamo rabbia ma non stupore in quanto, seppure estremo, questo atto del governo reitera tutta una sistematicità comportamentale meritevole di essere denunciata e anche osteggiata. Nel condividere l’auspicio di un ripensamento della misura, discriminatoria e potenzialmente suscettibile di indurre ulteriori e drammatici declini sociali della Calabria, quali non ha conosciuto neanche con i governi che annoveravano al loro interno forze osannanti alle politiche secessionistiche, dichiariamo la nostra disponibilità, in caso contrario, a far avvertire una corale e clamorosa protesta, rappresentativa di una indignazione di cui i calabresi avrebbero pieno diritto e persino dovere".



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