Sandra Savaglio ai giovani: fate ciò che sentite

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Anche se le occasioni della vita ti portano lontano dal tuo Paese, esistono legami che ti spingono a testimoniare quello che, di positivo, si respira e si vive in una terra, a volte difficile, come può essere la Calabria. La crescita culturale dei giovani calabresi è reale: è andata aumentando di anno in anno anche grazie alla presenza di un’università importante come l’UNICAL. L’assenza di scambi culturali è tipica di noi italiani, non è caratteristica dei soli calabresi. Il messaggio ai giovani: fate quello che più desiderate. Sono, questi, alcuni dei passaggi dell’intervista che l’astrofisica calabrese Sandra Savaglio, ha rilasciato alla giornalista Anna Foti per la rubrica “Un’intervista al giorno” dell’emittente televisiva Reggio TV.

La Savaglio, simbolo dei “cervelli in fuga” dall’Italia e volto scelto, nel 2004, dal magazine americano TIME per la propria copertina, racconta la propria esperienza di ricercatrice all’estero, indossando e mostrando, orgogliosa, il gioiello “La Calabria Nel Cuore” del maestro orafo Domenico Tordo. Progetto artistico e culturale che, come spesso testimoniato dall’astrofisica che attualmente lavora presso il Max Planck Institute a Monaco di Baviera in Germania, traduce, in pieno, i sentimenti di nostalgia positiva che la legano alla propria terra. Partenza e ritorno, temi condivisi, come metodo di crescita ed affermazione professionale, dal giovane maestro orafo crosiota, e che anche nell’intervista alla celebre scienziata cosentina, diventano il filo conduttore ed il messaggio di sottofondo. Alla Calabria – dice la Savaglio alla Foti – anche se da anni vivo lontana, sono sempre rimasta legata. Torno appena posso. È importante testimoniare qualcosa di positivo della nostra terra ed è per questo che mi fa piacere comunicare la mia esperienza a chi voglia iniziarne una simile.

Nell’intervista a REGGIO TV la Savaglio promuove l’Università della Calabria, che gioca e può giocare un ruolo importante per la crescita della regione e che consente, per esempio, a differenza degli altri atenei italiani, di concentrarsi più sullo studio che sui problemi logistici. Interviene, quindi, sulla condizione degli scienziati italiani costretti a spostarsi all’estero, a causa di una burocrazia pesante, di stipendi bassi e di scarse risorse per la ricerca. Il consiglio della Savaglio ai giovani rimane, a distanza di tempo, uno: fare quello che si desidera veramente. Tanto i problemi sono ovunque. Senza rinunciare ad un metodo: formarsi fuori dalla propria regione e poi comunque ritornare per offrire il proprio contributo.