Crosia: mercatini sulla 106, una occasione persa per il centro storico

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“Un comune che si rispetti deve mettere al centro delle proprie iniziative i centri storici. Ogni città si riconosce e si identifica per il centro storico. Perché è qui il cuore della comunità. Perché è memoria vivente. E perché senza memoria non si può costruire il futuro”. - Comunica una nota stampa di Otto Torri sullo Jonio - Esprimiamo grande e sincera soddisfazione per le parole, come sempre illuminanti, di S.E. l’Arcivescovo di Rossano-Cariati Mons. Santo Marcianò, a sostegno dell’investimento culturale e di iniziative nei centri storici.

Allo stesso tempo, alla luce delle buffe sortite del Sindaco di Crosia, Gerardo Aiello e del suo confuso e delirante delegato al turismo Biagio Iaquinta, dichiaratisi convinti sostenitori dell’ubicazione sulla SS106 di un evento popolare e di tradizione come i Mercatini di Natale, cogliamo l’occasione per ribadire che si è trattato, per quell’evento, di una occasione irresponsabilmente persa per il centro storico di Crosia di cui, meglio ripeterlo, Mirto è frazione. – Se, come ha dichiarato Aiello nel corso di una tavola rotonda a senso unico, svoltasi anch’essa a bordo SS106, i mercatini sulla strada della morte avrebbero attratto circa 20 mila visitatori da tutto il territorio, dato del quale non vi era e non vi è motivo di dubitare, diventa ancora più evidente che si è trattato di un’autentica occasione sprecata per Crosia e per quel centro storico che – parafrasando le parole dell’Arcivescovo – custodisce il cuore della comunità ed attraverso il quale la città si identifica.

Che cosa pensano di aver trasmesso Aiello e Iaquinta ai 20 mila visitatori dei mercatini sulla SS106? Cosa, dell’identità crosiota, che sta nel centro storico e non in Piazza Dante, avranno colto e portato con loro questi 20 mila ospiti di mercatini incastrati tra traffico, camion, gas di scarico e paesaggi urbani che nessuno metterebbe mai su una cartolina? Quale promozione culturale e quale marketing territoriale è convinta di aver fatto, sostenendo questa sconclusionata e pericolosissima ubicazione, la locale Amministrazione Comunale? Ma è mai possibile che si sia così impreparati e ciechi rispetto all’esigenza, che è turistica e dunque economica, di investire energie, risorse, fantasia ed iniziative per valorizzare il proprio centro storico? Ma come si fa ad essere convinti che Crosia possa competere in termini di turismo di prossimità (territoriale) proponendosi con Piazza Dante invece che con una piazza del proprio centro storico? E che senso ha tirare in ballo la prevedibile soddisfazione degli espositori commerciali? Quasi fosse vietato o indecoroso organizzare gli stessi stand nelle vie e nei vicoli dei centri storici! – Ci dicano Aiello ed il suo delegato al turismo, che farebbe bene guardarsi attorno, quale altro comune calabrese o in Europa, ha organizzato o patrocinato dei mercatini su una strada di traffico sostenuto e che il suo stesso Sindaco definisce, quando vuole, “strada della morte”? - Continua la nota - Ci spieghi l’illuminato Iaquinta da quale altra località italiana o europea avrebbe mutuato questo esperimento indigeno che rappresenta l’esatto contrario di coerenti e strategiche politiche per i turismi. Se Piazza Dante – come è stato detto – è il “principale luogo di ritrovo di Crosia”, questo è un problema molto grave del quale Aiello e Iaquinta dovrebbero farsi carico, confrontandosi semmai con esperienze di programmazione turistica e culturale dalle quali avrebbero certamente da apprendere. – Otto Torri sullo Jonio che per fortuna nasce qualche decennio prima di questo esecutivo e che promuove e realizza in questo territorio da molto prima che Iaquinta scoprisse la parola “turismo”, non è – come è stato detto – un “giornalista con il cognome di sinistra ma genuflesso alla destra becera e arrogante”. Che significa? Siamo al delirio! Che pena! Otto Torri sullo Jonio è uno stimato sodalizio che potrebbe dare lezioni non solo di turismo a questo assessore, che è giovane d’età ma decrepito e stantio nelle idee, vittima di inguaribili incubi ideologici e di una tremenda confusione tra ruoli, funzioni, professioni, pubbliche, sociali e private. –Conclude - I soci di Otto Torri restano a disposizione per una vera tavola rotonda, imparziale, per confrontarsi nel merito della reale questione posta e non su incubi e fantasmi infantili di Iaquinta, ma alla presenza di esperti in materia e, soprattutto, con giornalisti-moderatori dalla provata trasparenza professionale e che abbiano un minimo di schiena dritta, dignità e correttezza deontologica!