Manovra Salva Italia, dal 2013 “a casa” quasi 150 amministratori calabresi

Calabria Attualità
Mario Monti

Il premier Mario Monti ha presentato la sua manovra “Salva Italia” che più di qualcuno ha etichettato come dei provvedimenti “lacrime e sangue”.

Ma, a dare un’occhiata ai vari punti del provvedimento, a piangere non saranno solo i contribuenti ed i lavoratori, ma anche gli amministratori provinciali, che sono stati praticamente cancellati.

La manovra, infatti, nella parte che riguarda la modifica della pubblica amministrazione, prevede l’abolizione delle giunte provinciali mentre i consigli degli stessi enti avranno un massimo di 10 componenti – oggi ne contano molti di più - eletti dai consigli elettivi, comunali e regionali.

Il governo ha già stabilito la scadenza delle cariche delle giunte provinciali, fissata al 30 novembre 2012. E la scura di Monti si abbatte anche sugli amministratori calabresi. In pratica dei 150 consiglieri attualmente in carica nelle Provincia di Cosenza, Reggio Calabria, Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia dal 1° gennaio 2012 ne resteranno solo 50, mentre spariranno i circa 50 tra assessori provinciali, vice e presidenti di consiglio, tutti con remunerazioni. I dipendenti delle province saranno trasferiti in regioni e comuni.

Inoltre, dal provvedimento si evince che le nuove province avranno solo funzioni di “indirizzo politico e di coordinamento delle attività dei Comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge statale o regionale”. Il Primo ministro, ha anche spiegato che, non potendo abolire le province per legge ordinaria, questo era il segnale più forte che il governo potesse dare in questa direzione. Il risparmio previsto è oltre 500 milioni di euro.

Tra gli abbattimenti dei costi della politica, Si stabilisce anche il principio della gratuità delle cariche elettive negli organi territoriali non previsti nelle Costituzione, che si considerano a titolo onorifico: si parla dei gettoni di presenza per consigli e giunte circoscrizionali, ma la norma potrebbe interessare anche organismi come le comunità montane o le autorità di bacino. Sempre lo stesso Monti ha sottolineato che "non è nostro potere abolire le province nel decreto odierno", ma nel provvedimento abbiamo "profondamente modificato le province: abbiamo eliminato le giunte provinciali e c'è una drastica riduzione del numero dei consiglieri".

Intanto è partita già la controffensiva in difesa degli enti intermedi, tanto che il presidente dell'Upi, Giuseppe Castiglione, ha dichiarato: "Il provvedimento, nei termini in cui lo ha illustrato il Presidente Monti, è palesemente anticostituzionale'' e si è appellato al Presidente della Repubblica, “perché vigili attentamente”. Questa volta, però, il destino delle province, anche di quelle calabresi, sembra essere segnato; almeno, però, questa volta viene applicato un criterio di equità tanto agognata: se prima, infatti, sparivano solo alcune province, adesso spariranno tutte le giunte provinciali, senza alcuna differenza.