Voto di scambio. Cassazione riapre processo dell’ex deputato di Forza Italia

Reggio Calabria Cronaca
Amedeo Matacena

Si deve riaprire il processo per concorso esterno in associazione mafiosa nei confronti dell'ex deputato di Forza Italia Amedeo Matacena. Lo ha deciso la Cassazione accogliendo il ricorso della Procura della Corte di Appello di Reggio Calabria contro il proscioglimento di Matacena, appartenente a una nota e influente famiglia di imprenditori reggini, emesso con verdetto della Corte di Assise di Appello l'11 maggio 2010 nel procedimento “Olimpia 3”. Ad avviso della Suprema Corte, il fatto che sia stato processualmente appurato che l'ex onorevole cercò l'appoggio della 'ndrangheta per la sua elezione alla Camera nel 1994, non è un fatto da trascurare. “I giudici di merito - bacchetta la Cassazione che per la seconda volta accoglie il ricorso della Procura contro l' assoluzione “eccellente” - dopo aver accertato che Matacena si era accordato, tramite un esponente della cosca Rosmini, con potenti cosche che operavano nella provincia di Reggio Calabria per ottenere l'appoggio di dette cosche alla sua elezione, hanno concluso che nessuno dei comportamenti addebitati al Matacena aveva apportato un significativo rafforzamento della cosca Rosmini”. “In questa impostazione della sentenza però - prosegue la Cassazione - si è trascurato di prendere in considerazione un aspetto essenziale, costituito dal fatto che la sola stipulazione del patto, se caratterizzata da serietà e concretezza, era in grado di incidere positivamente sul rafforzamento della cosca Rosmini, ponendola in una posizione di prestigio nei confronti delle altre cosche dal momento che era diventata, per diretta investitura del Matacena, un punto di riferimento per le altre cosche e di coordinamento delle strategie attuate dalle stesse”. Adesso la Corte di Assise di Appello, dovrà riconsiderare la portata del "patto", stipulato dall'imputato con le cosche, tramite Giuseppe Aquila (politico locale “eletto” nelle liste di Forza Italia dal clan Rosmini e condannato per mafia) e la vicenda degli appalti per il rifacimento della strada litoranea reggina nella quale, alla società dei Matacena, non sarebbe stato fatto pagare il “pizzo” dal clan Rosmini.




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