Provincia Cosenza: Bevacqua su accoglienza profughi a Rogliano

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“Quanto sta accadendo a Rogliano in questi giorni, con riferimento alla decisione della Protezione Civile regionale di destinare presso questo Comune un certo numero di profughi senza averne preventivamente coinvolto e informato il sindaco, suscita forti dubbi e perplessità sulle modalità di accoglienza che si stanno attuando, in casi come questi, nella nostra regione”. E’ quanto afferma, in una nota, il Vice Presidente e Assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Cosenza, Mimmo Bevacqua. “Già nei giorni scorsi e, in particolare, in merito alla vicenda di Amantea –prosegue Bevacqua- avevamo denunciato i rischi che si correvano con tali metodi Pressappochezza e improvvisazione, credo, siano i termini più adatti per fotografare una situazione confusa e disorganizzata, il cui unico risultato è quello di creare sul territorio allarmismo e preoccupazione nei cittadini ed in tutto il comprensorio, pur essendo, i nostri, comuni votati all'ospitalità ed accoglienza”.

“La scelta operata da parte della Protezione civile –continua Bevacqua- se, infatti, da una parte, può apparire la scelta più giusta e più adeguata, dall’altra suscita una serie di dubbi circa la qualità dell’accoglienza, la multiculturalità e l’integrazione di uomini, donne e bambini che, spesso, vengono sistemati alla meno peggio, senza un progetto, un’idea, una qualsiasi prospettiva. C’è il rischio, insomma, che nell’emergenza possa accadere di tutto”.

A tal proposito, il Vice Presidente della Provincia di Cosenza rilancia, ancora una volta la proposta avanzata in occasione della vicenda di Amantea e chiede, per il proseguo della gestione emergenziale, che la Regione convochi al più presto un tavolo di concertazione intorno al quale invitare i sindaci, i presidenti di Provincia e le associazioni di settore per definire un progetto di accoglienza e di integrazione che sia pienamente rispettoso dell’umanità, della dignità, della cultura e della ricchezza che questi popoli, nonostante la loro sofferenza e la drammaticità delle loro situazioni, possono rappresentare per la nostra terra e per la nostra gente.

“Mi piacerebbe chiedere -conclude Bevacqua- come mai sia stata scelta una cooperativa di Reggio Calabria come soggetto a cui affidare l'accoglienza e l'integrazione e non si è fatto, invece, ricorso a professionalità o ad associazioni presenti nella nostra provincia che, a quanto mi risulta, è ricca di risorse ed esperienze maturate in tali settori”.