L’ombrellone in Calabria costa caro: per le famiglie medie il mare potrebbe essere una chimera

Calabria Attualità

Tropea mantiene la maglia rosa del caro ombrellone. Rincari sino a 4 euro al giorno in alcune località. Intanto, il 17% dei lidi calabresi dichiara il tutto esaurito quando nel restante 83% restano invece libere le ultime file.

Giunta al terzo anno, l’indagine di Federconsumatori Calabria rappresenta un termometro di riferimento sull’andamento dei costi dei servizi degli stabilimenti balneari delle principali località turistiche della Calabria in un anno di tentativo di ripresa dell’economia seppure influenzato dagli effetti della pandemia, della guerra in Ucraina e, per ultimo, dalla spirale di aumenti dei prezzi – tra energia, gas, beni alimentari ecc. - che mette a dura prova la tenuta dei bilanci familiari.

Già l’Onf, l’Osservatorio Nazionale di Federconsumatori), nel consueto monitoraggio sui prezzi degli stabilimenti balneari, ha rilevato per il 2022 aumenti medi nazionali tra il 4% e il 5% con picchi del 12-13%.

Stante le previsioni delle intenzioni di vacanza di molti italiani e l’allentamento delle misure restrittive legate alla pandemia, sembra non essere venuto meno il desiderio delle famiglie di concedersi una vacanza al mare.

L’indagine è stata condotta nello stesso periodo degli anni precedenti ed ha interessato 20 località turistiche distribuite fra le 5 province: 10 località del Tirreno e 10 dello Jonio.

L’obiettivo era di monitorare, negli stessi lidi campionati negli anni precedenti, l’andamento del costo medio di un ombrellone e due sdraio nella settimana compresa tra l’8 ed il 14 agosto. Ha risposto al monitoraggio il 70% del campione (56 stabilimenti), due sono risultati in corso di allestimento, uno chiuso.

Come accennavamo all’inizio il 17% degli stabilimenti balneari ha dichiarato il tutto esaurito, il resto, nella varietà dell’offerta e delle diverse località turistiche, si sono stabilizzati gli aumenti già segnalati lo scorso anno (sino al +25%) ed in altre località registrati ulteriori incrementi da 1 a 4 euro al giorno.

IL COSENTINO IL PIÙ CARO

La varietà dell’offerta, le località, l’allocazione del lido, la differenziazione per fila, tra sdraio e lettini, rendono però le offerte di complessa comparazione ed in assenza di listini ufficiali visionabili sui siti degli stabilimenti.

Stante i prezzi proposti sono le coste cosentine, sia quella tirrenica che quella jonica, a segnare sensibili aumenti come ad esempio Diamante, nota località della Riviera dei Cedri che detiene fra i più alti prezzi con offerte sino a 190 euro a settimana ma oltre la prima fila, eguagliata sul versante jonico dalle rinomate spiagge di Roseto Capo Spulico.

In molti lidi della provincia di Cosenza i prezzi si mantengono variabili tra il minimo di 12 euro al giorno di Amantea ed i 25 euro al giorno nelle restanti località di Praia a Mare, Scalea, Rossano-Corigliano. Costi a cui va aggiunto il costo del parcheggio che incide tra le 5 e le 10 euro al giorno.

Sulla costa tirrenica vibonese, su tutte le offerte spiccano i costi dei lidi delle bianche e rinomate spiagge di Tropea apparentemente stabili con offerte tra 161 ed 360 euro, e di Capo Vaticano con lidi limitati all’accesso dei vacanzieri esterni agli hotels, con 175 euro settimanali in aggiunta al costo di 10 euro giornalieri di parcheggio.

Meno cari i prezzi dei lidi di Pizzo Calabro con offerte comprese tra 91 euro e 140 euro a settimana ma solo nelle ultime file.

Sulla costa tirrenica reggina i prezzi si mantengono leggermente più bassi della media regionale oscillando dai 70 ai 105 euro di Reggio Calabria in 2° fila, parcheggio escluso, a 140 euro nelle seste file a Scilla.

Sul litorale Jonico a sud della provincia di Cosenza, da Cirò Marina, a Crotone, Isola Capo Rizzuto, Catanzaro Lido, Soverato, Squillace, Siderno e Roccella Jonica, i costi variano da 70 a 175 euro a settimana nelle ultime file con un’oscillazione dei prezzi in aumento di circa +2 euro al giorno in alcuni lidi ed in relazione alla fila.

Squillace, con 25 euro al giorno in 3° fila risulta fra le spiagge più care della costa jonica assieme alla citata Roseto Capo Spulico.

IANNELLO: L’INFLAZIONE LA PAGANO I CONSUMATORI

“Per il terzo anno consecutivo Federconsumatori offre ai consumatori un quadro di riferimento dei prezzi relativo ai servizi di spiaggia calabresi. Anche quest’anno Tropea si aggiudica il primato regionale dei servizi di spiaggia fra i più cari seppure stabili a 360 euro a settimana. Ciò a riprova che in molte località incide la rinomanza paesaggistica delle spiagge oltre che, l’allocazione degli stessi stabilimenti ed i servizi offerti”, afferma Mimma Iannello, Presidente di Federconsumatori Calabria.

“Già lo scorso anno - aggiunge - si erano registrati aumenti sino al 25%, quest’anno, non solo vengono mantenuti ma in alcuni lidi si registrano incrementi da 1 a 4 euro al giorno che incidono dal 5% al 20% al giorno a fronte dei redditi delle famiglie sottoposte allo stress dei rincari su energia, gas, carburante e prodotti alimentari”.

“Considerato che quest’anno gli stabilimenti saranno liberi da misure sanitarie restrittive sull’utilizzo degli spazi e che potranno utilizzare la loro capienza a regime - prosegue la presidente dell’associazione - ci saremmo aspettati, anche a fronte della crescita della domanda, un contenimento dei costi atteso che, la gran parte dei lidi che ottimizzano le entrate con servizi accessori di bar e ristorazione. Gli ulteriori aumenti sui servizi di spiaggia confermano che a pagare inflazione e carovita sono sempre i consumatori destinatari finali di beni e servizi”.

“Se poi ai costi dei lidi si aggiunge quello per il parcheggio, in taluni casi davvero salati - continua - c’è da dedurre che per una famiglia a basso reddito, come sono la gran parte di quelle calabresi, concedersi una vacanza al mare in alcune località diventa davvero difficile. Per questo, sono apprezzabili le esperienze di alcune amministrazioni locali che, non solo hanno ben distribuito l’allocazione degli stabilimenti nell’alternanza di aree pubbliche e aree private ma si sono adoperate per assicurare negli spazi pubblici servizi (fontanine, pedane di accesso alla spiaggia, panchine, porta rifiuti, ecc.) e parcheggi liberi che ne fanno riferimento di buona amministrazione e attenzione sociale per i vacanzieri di ogni tasca: a partire da giovani, pensionati e portatori di disabilità”.

“Ancora una volta – sottolinea Iannello - preme però denunciare il perdurare dell’incuria generale nell’approntare le località turistiche all’accoglienza dei villeggianti: viabilità, sicurezza, raccolta dei rifiuti, qualità del servizio idrico, trasporti, primi segnali di inquinamento del mare, continuano ad essere i limiti che fanno del turismo calabrese un’occasione non sempre colta al 100%. Fra le emergenze incombente ci preoccupa quella legata all’approvvigionamento idrico nelle città a maggiore frequenza turistica. Ebbene, i mutamenti climatici e la qualità delle reti idriche di molti Comuni avrebbero richiesto politiche preventive e di ampia programmazione per scongiurare disagi e sprechi durante estati sempre più torride ma non ci sembra di leggere segnali tranquillizzanti che vanno in questa direzione”.

“Continuiamo ad essere convinti che il turismo non sia spontaneismo ma serva di un concentrato di politiche in grado di ottimizzare l’organizzazione dei servizi e di capitalizzare ogni possibile vantaggio economico, sociale ed occupazionale sulla costa così come nelle aree interne. Le crepe che evidenzia il sistema dell’accoglienza turistica non possono essere lasciate alla provvidenza”, conclude la presidente di Federconsumatori Calabria.