Cirò Marina, così la cosca reimpiegava il denaro sporco: ancora sequestri ai Farao-Marincola

Crotone Cronaca

Nuovo colpo contro la cosca Farao-Marincola: indagini patrimoniali, coordinate dal procuratore Nicola Gratteri, dall’aggiunto Vincenzo Capomolla e dal sostituto Domenico Guarascio, hanno permesso di scoprire il presunto reimpiego del patrimonio accumulato illecitamente in diverse attività e disponibilità finanziarie.

Sono state le fiamme gialle crotonesi ad eseguire, quest’oggi, un sequestro preventivo a carico di un noto pregiudicato attualmente in carcere, condannato al 416-bis a seguito dell’Operazione Stige (QUI).

Ritenuto uno dei vertici della cosca cirotana, sarebbe emerso il suo coinvolgimento non solo con il controllo egemone del territorio ma anche con ramificazioni nel nord Italia, in Germania ed altre destinazione estere.

Ricostruiti gli asset finanziari e patrimoniali dell’uomo, che si ritiene siano stati messi a disposizione diretta ed indiretta dei familiari.

Secondo gli inquirenti, questi avrebbero infatti reimpiegato i proventi delle attività criminali - in tal caso: associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti ed estorsione - in prodotti finanziari ma anche aziendali, anche al di fuori della Calabria.

Gli accertamenti patrimoniali farebbero così emergere come l’intero nucleo familiare dell’uomo abbia “beneficiato” del denaro guadagnato illecitamente: nell’ultimo decennio sono state ricostruite numerose operazioni contabili tra varie società coinvolte, al fine di risalire alla provenienza degli investimenti effettuati.

Per questi motivi sono state sequestrate preventivamente il 90% delle quote di una società a Cirò Marina ed operante nella produzione di prodotti dolciari, ma anche due ditte individuali, una a Verona che si occupa di ristorazione, l’altra a Cirò Marina che svolge attività di procacciatori d’affari; diverse disponibilità finanziarie e conti correnti, ed una polizza assicurativa dal valore di diverse decine di migliaia di euro.

L’operazione, svolta su richiesta della Dda di Catanzaro, ha dunque dato esecuzione alla misura di prevenzione patrimoniale emessa dal Tribunale del capoluogo di regione, a firma del giudice estensore Arianna Roccia.