Estorsioni col “cavallo di ritorno”, sgominata una pericolosa banda criminale

Vibo Valentia Cronaca

Il metodo è ormai più che noto: il furto di un autoveicolo ed il legittimo proprietario costretto a pagare una somma di denaro per vederselo restituire.

Questo il “sistema” utilizzato anche da una banda sgominata stanotte dai carabinieri di Vibo Valentia che hanno fatto scattare le manette per sette persone - di cui cinque finite in carcere e due ai domiciliari - eseguendo, contemporaneamente, numerose perquisizioni finalizzate alla ricerca di altro materiale probatorio.

La Procura del capoluogo le accusa, a vario titolo, dei reati di estorsione consumata e tentata, appunto con il cosiddetto metodo del “cavallo di ritorno”, ma anche di ricettazione e di detenzione illegale e porto abusivo di arma da fuoco.

L’indagine è partita dalla denuncia del furto di un rimorchio di autoarticolato, avvenuto nel maggio dell’anno scorso a Mileto.

Gli investigatori evidenziano il significativo ruolo attivo” tenuto da parte della vittima che - “nel segno di un rinnovato rapporto di fiducia della cittadinanza nell’Autorità Giudiziaria e nelle Forze di Polizia”, è stato ribadito - ha fornito una collaborazione “aperta”, consentendo ai militari una rapida ed efficace attività di riscontro che ha portato quindi all’identificazione di tutti i presunti responsabili.

Così, nella notte, è scattato il blitz che ha permesso di neutralizzare quello che gli inquirenti non hanno remore a definire come un “pericoloso gruppo criminale” operativo tra la piana di Gioia Tauro e il vibonese e di cui avrebbero fatto parte i sette indagati.

L’indagine, chiamata in codice “Trailer Fee”, è stata coordinata dalla Procura di Vibo, guidata dal Procuratore Camillo Falvo. L’Ordinanza Cautelare è stata emessa dal Gip del Tribunale del capoluogo napitino, in accoglimento della richiesta formulata dal sostituto Eugenia Belmonte.

GLI ARRESTATI

Le porte del carcere si sono quindi spalancate per Pietro Giuseppe Bellocco, 38enne di Rosarno; Giuseppe Gallo, 44enne di Rosarno; Rocco Restuccia, 35enne di Rosarno; Giovanni Sesini, 31enne di Rosarno; Angelo Bartone, 47enne di Paravati.

Ai domiciliari sono finiti invece Antonio Cacciola, 41enne di Rosarno e Domenico Bartone, 53enne di Paravati.