Maxi blitz contro le cosche del crotonese: decine di arresti

Crotone Cronaca

Un altro colpo alle potenti cosche di ‘ndrangheta del crotonese, in particolare quello degli Arena-Nicoscia di Isola di Capo Rizzuto e dei Mannolo di San Leonardo di Cutro.

Ad infliggerlo gli uomini della polizia di Stato che su ordine della Dda di Catanzaro hanno fatto scattare stamani la maxi operazione chiamata in codice “Golgota”.

Nel blitz, eseguito in diverse province - anche del nord, ovvero tra Milano, Bergamo e Novara - gli investigatori delle squadre mobili hanno dato corso agli arresti di decine di persone (36 le misure comminate) accusate di associazione mafiosa, porto e detenzione illegale di armi e munizioni e di associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti.

GLI INTERESSI SUI TRASPORTI

Quattro degli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri di Bergamo e a carico di altrettanti soggetti considerati legati alla ‘ndrangheta, ed accusati a vario titolo di estorsione, usura, riciclaggio ed autoriciclaggio di denaro e bancarotta fraudolenta.

Contestualmente sono state eseguite anche decine di perquisizioni in Lombardia, Veneto, Umbria e in Calabria. L’attività - proseguimento dell’operazione “Papa” (QUI) che aveva già portato, lo scorso marzo del 2019, al fermo di 19 persone tra Bergamo e Brescia (QUI) - avrebbe permesso di accertare l’esistenza di un gruppo di persone, alcune originarie della bergamasco e altre del crotonese, che avrebbero messo in piedi un sistema di estorsioni nel campo dei trasporti di merce oltre a realizzare un meccanismo di false acquisizioni societarie, fallimenti fraudolenti e la fornitura di prestiti a tasso usuraio.

L’ipotesi è che con l’intento di portare via clienti, il proprietario di una ditta di trasporti della provincia, insieme a uomini appartenenti al clan “Arena” di Isola, si sarebbe recato da un suo concorrente, minacciandolo ed imponendogli un numero limitato di clienti, così da avere il controllo di un vero e proprio “cartello” nel settore dei trasporti dei mezzi pesanti.

Il prosieguo delle indagini avrebbe poi portato ad accertare come, al fine di inserirsi nel mercato, gli uomini degli Arena, con la complicità dell’imprenditore locale, avessero messo in piedi un complicato sistema di acquisizione fittizia di una ditta di trasporti, così da poter operare in prima persona nel settore e, soprattutto, per poter riciclare soldi provento delle attività illecite.

Società che poi, successivamente, sarebbe stata fatta fallire in maniera fraudolenta, come riscontrato dai Carabinieri. “Gli uomini del clan, dopo essersi stanziati definitivamente nel territorio orobico – spiegano gli investigatori - avevano inoltre creato un sistema di prestiti con tasso usuraio e, in un caso specifico, a fronte di un prestito elargito ad un imprenditore, avevano ottenuto, in maniera sproporzionata rispetto a quanto prestato, la parte di una vendita di un immobile, venduto ad un prezzo totalmente fuori mercato”.

I Carabinieri di Bergamo, raccolti i gravi indizi nel corso delle lunghe indagini, hanno così fermato stamani i quattro, due dei quali, marito e moglie, residenti a Seriate, ed altri due che sono stati raggiunti nelle loro rispettive abitazioni in Calabria e in Piemonte.

Contestualmente, sono in corso perquisizioni a carico di numerosi obiettivi, anche correlati a operazioni di falsa fatturazione e altri reati fiscali, che si ritiene compiuti dagli stessi indagati in concorso con numerosi soggetti compiacenti, alcuni dei quali prestatisi a fare da prestanome per le società ‘cartiere”, altri operanti nel settore della consulenza contabile e fiscale. In relazione a questi reati, le indagini e le perquisizioni sono eseguite congiuntamente al Nucleo PEF della Guardia di Finanza di Bergamo.

L’operazione è condotta dalla Polizia di Crotone e dal Servizio Centrale Operativo, con la collaborazione dei colleghi delle mobili di Bergamo, Catanzaro, Cosenza, Milano, Novara, Vibo Valentia e Reggio Calabria, del Reparto Prevenzione Crimine di Bari, Cosenza, Lecce, Vibo Valentia e Siderno e delle Unità Cinofile di Vibo Valentia e Reggio Calabria e il supporto dell’elicottero del V^ Reparto Volo di Reggio Calabria.

L’indagine è coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, diretta dal Procuratore Nicola Gratteri.

I particolari saranno resi noti nel corso di una conferenza che si terrà presso la Questura di Crotone alle 11, alla presenza del Procuratore Gratteri, del Direttore della Direzione Centrale Anticrimine, Francesco Messina, del Direttore del Servizio Centrale Operativo, dott. Fausto Lamparelli, e del Questore di Crotone, dott. Massimo Gambino.

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