‘Ndrangheta, sequestro di beni a ex trafficante vicino alla cosca Mancuso

Vibo Valentia Cronaca

Appartamenti, terreni agricoli, una società immobiliare, conti bancari e una Porsche. Sono i beni del valore di un milione di euro finiti sotto sequestro e riconducibili a Giuseppe Carvelli, ritenuto un trafficante di droga con collegamenti con la potente cosca di ndrangheta dei Mancuso di Limbadi.

Questa mattina gli agenti della Divisione Anticrimine della questura di Milano hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo nei confronti dell’uomo, che era finito sotto la lente degli investigatori dopo una carriera nel narcotraffico.

Nel novembre 2019 è stato arrestato dai poliziotti della Mobile del capoluogo meneghino nell'ambito dell'operazione “Amleto (QUI), che avrebbe fatto luce su una presunta rete di prestanome che secondo gli inquirenti sarebbero stati impiegati da Carvelli per investire i proventi del traffico di stupefacenti in alcune attività di ristorazione, in particolare nei ristoranti in franchising della catena di “giro-pizza” Tourlé (QUI).

I redditi dell’uomo hanno attirato l'attenzione degli specialisti della Divisione Anticrimine, che hanno individuato beni a lui riconducibili, intestati a soggetti considerati dei prestanome di sua fiducia.

Grazie alle indagini patrimoniali è stato quindi disposto il sequestro antimafia di una società immobiliare con sede a Sesto San Giovanni, di due appartamenti siti a Forno Canavese e a Sesto San Giovanni, di tre terreni agricoli in località Concorezzo, di un'autovettura, una Macan Porsche, e di vari rapporti bancari riconducibili, direttamente o indirettamente, allo stesso Carvelli.

A causa della sproporzione tra i redditi e i beni intestati, che ammontano ad un valore di circa un milione di euro, la Procura ha disposto il sequestro che, al termine di un procedimento di convalida, andrà a consolidarsi in un decreto di confisca antimafia, per mezzo del quale lo Stato acquisirà la titolarità dei beni sequestrati, “ripulendo” il mercato dai capitali sospetti e reimpiegandoli nell'interesse della collettività.

Per quanto riguarda invece i ristoranti ritenuti riconducibili a Carvelli, emersi e sequestrati in sede penale nell'ambito dell'operazione “Amleto”, rimane efficace il provvedimento già disposto dalla Procura lo scorso novembre.