I giovani “emergenti” che controllavano lo spaccio, decine di fermi: il capo ha solo 25 anni

Catanzaro Cronaca

Appena 25enne e già a capo di un’organizzazione capace di rifornire di droga l’area del soveratese ma anche piazze di spaccio più competitive, come quelle del milanese e maceratese.

Al vertice del gruppo, da leader” - come l’hanno definito gli investigatori - vi sarebbe stato il giovane Vincenzo Aloi: non un nome “qualsiasi” considerato che è il nipote di Vincenzo Gallace, ritenuto il boss dell’omonima cosca di ‘ndrangheta di Guardavalle.

Ma tra i coinvolti nel “giro”, 24 in tutto, di giovani ne figurano ben più d’uno, per la metà quasi tutti sono infatti sotto i 30 anni.

Dunque una nuova generazione, “emergenze”, non a caso gli inquirenti hanno voluto chiamare l’operazione di stamani proprio Last generation(LEGGI).

Il blitz è partito nella notte quando i carabinieri di Soverato (che hanno svolto le indagini) insieme ai colleghi di Guardavalle, Davoli, Soverato, Satriano, Cardinale e Gasperina, hanno eseguito i 24 fermi ordinati dalla Dda nella provincia catanzarese, reggina e milanese.

L’indagine è iniziata dopo il ritrovamento - nel marzo del 2017 e alla periferia di Soverato - di un bidone che conteneva un notevole quantitativo di stupefacente.

Da qui gli investigatori sono partiti arrivando a documentare la gestione organizzata dello spaccio (di cocaina, hashish e marijuana) da parte del gruppo, la cui base operativa era nel soveratese ma che aveva proiezioni anche in altre realtà nazionali ed estere.

Nel corso delle indagini, sono state arrestate in flagranza altre sette persone, sequestrando oltre 2 chilogrammi di droga di vario genere e anche un’arma clandestina con le relative munizioni.

Inoltre, sono state registrate transazioni economiche sui presunti traffici illeciti per oltre mezzo milione di euro, da cui ne è scaturita l’emissione di un decreto di sequestro preventivo per pari importo che ha colpito un esercizio commerciale, un capannone industriale, una barca, un appartamento, quattro autovetture, sedici conti correnti e depositi postali.

Stamani, infine, al termine delle perquisizioni domiciliari eseguite dai militari sono stati arrestati sempre in flagranza due degli indagati trovati con cocaina, marijuana e hashish e oltre 10 mila euro in contanti.

La Dda contesta a tutti i fermati e a vario titolo i reati di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, dall’ingente quantitativo e dall’aver indotto a commettere il reato dei minorenni, di detenzione ai fini di spaccio, di porto illegale di armi, favoreggiamento, furto aggravato ed altro.

GLI INDAGATI

Vincenzo Aloi, 25 anni; Concetta Battaglia, 51; Raffaele Campagna, 28; Agazio Geracitano, 20; Ozan Kanat, 24; Mauro Masciari, 25; Gianluca Meliti, 24; Giuseppe Notaro, 32; Pietro Procopio, 31; Adriano Larry RIZZO, 28; Andrea Lucio Rizzo, 25; Giulio Moreno Rizzo, 27;

Ettore ROSITANI, 32; Simone Rocco Russomanno, 24; Teklehaimanot Tsegay, 33; Paola Vaccaro, 26; Antonio Bressi, 33; Francesco Galati, 42; Antonio Grande, 45; Vincenzo Longo, 30; Leonida Montagna, 50; Orlando Giacomo Screnci, 52; Annalisa Tortorelli, 38; Moreno Tortorelli, 45.

LE DONNE DECISIONISTE E I MINORI SPACCIATORI

Con le donne nei vertici decisionali e i minorenni utilizzati nello smercio, il gruppo - ritenuto dunque legato al clan Gallace - avrebbe avuto in pratica un vero e proprio monopolio del traffico di stupefacenti nell’area del basso Jonio catanzarese e

Le indagini avrebbero consentito di mettere in luce, poi, e come accennavamo, la capacità di far arrivare grossi quantitativi di cocaina nelle aree del milanese e del maceratese, rifornendo anche le cosche dell’Adriatico.

Il negozio sequestrato, invece, secondo gli investigatori sarebbe stato proprio la base del traffico arrivando a scoprire, inoltre, che i proventi venissero reimpiegati e riciclati anche all’estero, in Austria in particolare, dove operava un soggetto ritenuto legato all’organizzazione.

La contestazione poi dell’associazione armata, secondo gli investigatori confermerebbe anche la pericolosità e la violenza di un gruppo, che sarebbe stato capace di atti di resistenza nei confronti delle forze dell’ordine, per fortuna non tali da provocare lesioni ai miliari.

Quanto ai minori coinvolti nel traffico, gli inquirenti ritengono questo fatto “grave”: quest’ultimi avrebbero agito in una duplice veste, ovvero quella di “normali” utilizzatori di droga e in quella di veri e propri spacciatori.

Come accennavamo, un ruolo importante sarebbe stato ricoperto da alcune donne: due, difatti, avevano avuto un ruolo apicale nell’organizzazione.

GRATTERI (DDA): INDAGINE DI SERIE A

Il capo della Dda, Nicola Gratteri, durante la conferenza stampa tenutasi stamani per spiegare i dettagli del blitz, ha definito questa “un’indagine di Serie A” spiegando che si sono non solo raccolti dei “gravi indizi di colpevolezza” ma anche delle “prove”.

In tal senso gli ha fatto eco l’aggiunto Vincenzo Luberto ribadendo come si sia colpita un’organizzazione che aveva una grande disponibilità di stupefacenti e tale da superare “di gran lunga la possibilità di offerta”.