‘Ndrangheta, colpo dei carabinieri in Spagna: catturati a Madrid due boss latitanti

Calabria Cronaca
Giuseppe Di Marte e Rosario Grasso

Sono stati arrestati a Madrid due presunti boss della ndrangheta calabrese. Si tratta di Rosario Grasso, 37 anni, ritenuto come un elemento di spicco dell’omonimo clan attivo a Rosarno e inserito da poco nell’elenco dei latitanti pericolosi; e Giuseppe Di Marte, 31 anni, considerato come un narcotrafficante internazionale del clan Cacciola-Grasso.

Entrambi sono stati catturati nella capitale spagnola dai carabinieri del Nucleo investigativo del Gruppo di Gioia Tauro grazie alla collaborazione con le autorità locali.

Lo ha reso noto per primo il ministro dell’Interno Matteo Salvini parlando di un “ennesimo successo dei nostri investigatori”. “Poche ore fa - ha aggiunto il vicepremier - abbiamo festeggiato l’arresto di cinque latitanti a Santo Domingo ora dalla Spagna arrivano queste belle notizie. Siamo orgogliosi e non intendiamo fermarci”.

La cattura è arrivata a seguito dell’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica reggina, diretta da Giovanni Bombardieri, avviata all’indomani dell’operazione denominata “Ares”, che il 9 luglio 2018 ha permesso di arrestare, in più fasi, complessivamente 45 indagati con conseguente ordinanza di custodia cautelare (LEGGI).

Grasso e Di Marte, entrambi scampati alla cattura in quell’occasione e destinatari di un mandato di arresto europeo, sono stati localizzati in un appartamento nel quartiere madrileno di Pozuelo de Alarcon. Al momento dell’irruzione, i erano in possesso di documenti contraffatti e non erano armati.

LA DROGA IMPORTATA DAI CARTELLI SUDAMERICANI

L’operazione “Ares”, condotta dal Carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro tra il 2017 ed il 2018 sotto il coordinamento del Procuratore Aggiunto Calogero Gaetano Paci e del Sostituto Adriana Sciglio, ha permesso di individuare per la prima volta due clan della ‘ndrangheta, quella dei “Cacciola- Grasso” e dei “Cacciola”, contrapposte tra loro, radicate nella Piana di Gioia Tauro e riconducibili alla società di Rosarno del mandamento tirrenico della provincia di Reggio Calabria.

Le indagini hanno attribuito a Rosario Grasso un ruolo di assoluto vertice della cosca “Cacciola-Grasso”, tanto da provare il suo attivismo nell’importazione droga in Europa, grazie ai contatti diretti con esponenti dei cartelli colombiani e venezuelani.

Proprio per il ruolo di rilievo assunto al vertice della cosca, Grasso era stato inserito nell’elenco dei “Latitanti pericolosidel Ministero dell’Interno.

Sempre le investigazioni relative all’operazione “Ares” avrebbero permesso di accertare il ruolo di Giuseppe Di Marte, ritenuto come il narcotrafficante di fiducia di Grasso, “a completa disposizione delle esigenze della cosca”, in qualità di “promotore, organizzatore e co-finanziatore dell’organizzazione diretta dal Grasso e finalizzata all’importazioni di impressionanti partite di cocaina dalla Colombia”.

Le indagini si sono avvalse, per i profili di collaborazione internazionale, dell’apporto fornito dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga-Dcsa e dal Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, lo Scip. All’esito degli adempimenti gli arrestati rimarranno in carcere in Spagna in attesa del completamento delle procedure estradizionali.

(ultimo aggiornamento 19:25)