‘Ndrangheta. Estorsioni ad imprenditori, confermate 12 condanne

Catanzaro Cronaca

La Corte d'appello di Catanzaro ha confermato oggi dodici condanne inflitte in primo grado ad altrettanti imputati coinvolti nelle inchieste della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro nome in codice "Domino" ed "Effetto domino". Le indagini furono portate a termine a metà maggio ed agli inizi di giugno 2008 dalla Squadra mobile della Polizia contro soggetti accusati di estorsioni aggravate dal metodo mafioso ai danni di imprenditori della provincia catanzarese. La pronuncia di primo grado risale all'8 gennaio 2010, quando quindici giudizi abbreviati si conclusero con tredici condanne e due assoluzioni. Tra gli imputati, secondo l'accusa, vi sarebbero presunti esponenti delle cosche Anello-Fruci, operante nell'area dell'Angitola (Vibo Valentia), dei Cerra-Torcasio-Gualtieri e degli Iannazzo di Lamezia Terme (Catanzaro), dei Passafaro di Borgia (Catanzaro). Il giudice dell'udienza preliminare distrettuale di Catanzaro inflisse 6 anni e 2 mesi di reclusione al presunto boss Rocco Anello (per il quale non si e' tenuto il giudizio d'appello), e 9 anni al fratello di questi, Tommaso Anello; 6 anni e 4 mesi a Giuseppe Fruci, e 6 anni e 10 mesi a Vincenzino Fruci; 4 anni e 8 mesi a Vincenzo Giampa'; 5 anni ad Antonio Gualtieri; 4 anni a Federico Gualtieri; 4 anni e 8 mesi a Francesco Iannazzo; 4 anni a Gaetano Larosa; 5 anni a Francesco Mallamace; 5 anni e 4 mesi a Pasquale Martellotti; rispettivamente 2 anni e 8 mesi, e poi 3 anni e 6 mesi, ai due collaboratori di giustizia Francesco Pietro Galati, e Francesco Michienzi. Alle parti civili - i Comuni di Francavilla Angitola e Filadelfia , la Provincia di Vibo Valentia ed inoltre Salvatore ed Armando Mazzei - fu concessa una provvisionale di 50.000 euro ciascuno, in attesa della liquidazione del risarcimento del danno da farsi in sede civile. Un sedicesimo imputato era stato gia' condannato, il 25 novembre 2009, al termine del processo dibattimentale. Si tratta di Domenico Bevilacqua, 51enne di etnia rom piu' noto come "Toro seduto", considerato a capo della criminalita' zingara catanzarese, cui il tribunale collegiale inflisse una condanna a sei anni e mezzo di reclusione, poi scontata a cinque anni dalla Corte d'appello il 3 giugno scorso. Oggi, infine, la conferma delle condanne inflitte con abbreviato.