Fino a 130 mila euro per un abbonamento: oltre 300 i truffati, coinvolto un calabrese

Vibo Valentia Cronaca

Contattavano i clienti (circa 8 mila) e dietro la minaccia di attivare delle procedure amministrative e penali per il recupero di crediti, ottenevano denaro che veniva poi riciclato. Un tranello in cui sono cascate oltre 300 persone, vittime di una un’articolata truffa sugli abbonamenti alle riviste delle Forze di Polizia e che avrebbe fruttato ai malviventi almeno 3 milioni di euro.

Ad individuarla sono stati gli agenti del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni “Sardegna”, che hanno denunciato 46 soggetti per i reati di estorsione, riciclaggio, sostituzione di persona, molestie e disturbo alle persone. Tra questi anche un vibonese a cui carico la postale di Reggio Calabria ha anche eseguito una perquisizione.

L’indagine parte da una querela presentata, nel mese di ottobre dell’anno scorso, da un religioso residente in un piccolo centro del cagliaritano che, in passato, aveva aderito ad alcune proposte telefoniche di abbonamento a diverse riviste delle Forze di Polizia.

IL PRETE MINACCIATO

A distanza di alcuni mesi, sarebbero cominciate però una serie di telefonate di sedicenti funzionari dei Tribunali di Cagliari, Milano e Roma e di presunti avvocati che minacciavano il ricorso al pignoramento o a procedimenti di natura penale in caso di mancato pagamento di denaro per rimborsi e contenziosi, rivelatisi poi del tutto inesistenti.

Il tempestivo intervento degli agenti ha evitato che il sacerdote potesse subire ulteriori danni economici avendo già pagato quasi tremila euro.

Dagli approfondimenti investigativi eseguiti successivamente, e coordinati da Gaetano Porcu della Procura della Repubblica di Cagliari, gli investigatori hanno ricostruito completamente l’attività criminosa che, oltre al religioso, aveva colpito molti altri cittadini, tra i quali 15 residenti in Sardegna.

I CALL CENTER CLANDESTINI

Sono stati, infatti, individuati diversi gruppi criminali che, gestendo call center clandestini in Lombardia, avevano il compito di contattare possibili vittime scelte, principalmente, tra i clienti delle riviste ai quali, sotto la costante minaccia di pignoramenti e procedimenti penali, estorcevano importanti somme.

La definizione delle modalità utilizzate dai presunti truffatori e l’individuazione di tutte le vittime ha richiesto un notevole impegno da parte degli operatori della Polpost sarda che sono riusciti mettere fine a numerosi esborsi di denaro, alcuni dei quali di ingente consistenza: ad esempio, uno dei malcapitati era arrivato a pagare addirittura 130 mila euro; ad una novantenne erano stati invece portati via 30 mila euro, in più occasioni, mentre un commerciante aveva circa 80 mila euro.

I BONIFICI E LE SOCIETÀ FITTIZIE

Attraverso bonifici disposti dalle vittime, poi, le somme confluivano su conti bancari e postali intestati a società fittizie di recupero crediti (da qui il nome dell’operazione “Rec Credit”, società che fa capo ad uno degli indagati) per poi essere distratte su altri conti (anche questi intestati a prestanome) e prelevate presso gli sportelli bancomat.

A conclusione della prima fase delle indagini, sono stati così deferiti alla Procura di Cagliari 46 presunti responsabili, a carico dei quali il Pm ha disposto altrettante perquisizioni locali ed informatiche.

L’operazione è scattata all’alba dell’11 ottobre scorso ed ha visto la partecipazione del personale dei Compartimenti di Cagliari, Milano, Bari, Reggio Calabria e Perugia.

Sono stati individuati e perquisiti, oltre alle 46 abitazioni degli indagati, tre distinti appartamenti dove erano allestiti i call center e dove sono state sequestrate sofisticate apparecchiature telefoniche e strumenti informatici. Sono stati anche ritrovati e sequestrati numerosi titoli bancari e postali ed altro ingente materiale documentale di indubbio interesse sia investigativo che probatorio.