‘Ndrangheta, chieste 7 condanne a Crotone

Crotone Attualità

La condanna di sette persone accusate di estorsione aggravata dalle modalità mafiose ai danni di un villaggio turistico della costa ionica crotonese è stata chiesta dal pubblico ministero Salvatore Curcio al termine della sua requisitoria nel processo che si sta celebrando davanti ai giudici del Tribunale di Crotone. Processo scaturito dall'indagine denominata "Tucano", dal nome dell'omonimo villaggio turistico ubicato nella frazione Le Castella del comune di Isola Capo Rizzuto, che secondo gli inquirenti era finito sotto il giogo di un intero nucleo familiare, quello degli Scerbo di Isola Capo Rizzuto, i quali, forti dei legami di parentela e di vicinanza con la cosca Arena, avrebbero imposto agli amministratori della struttura la loro assunzione e quella di persone a loro vicine come guardiani, avrebbero assunto il monopolio di lavori e forniture indicando le ditte alle quali rivolgersi. Per tutti gli imputati, comunque, lo stesso pubblico ministero ha chiesto l'assoluzione dall'accusa di associazione mafiosa, anche se per insufficienza di prove, chiedendone la condanna per le estorsioni. La pena piu' pesante, 14 anni di reclusione, il pm Curcio l'ha sollecitata per Nicola Arena, il boss storico di Isola Capo Rizzuto oggi 73enne che, peraltro, all'epoca dei fatti stava scontando una lunga pena detentiva al regime del 41 bis e solo all'inizio di quest'anno e' tornato in liberta'. A Nicola Arena viene contestato di essere il mandante di una estorsione compiuta da un uomo di Gioia Tauro ai danni degli amministratori del villaggio dai quali si sarebbe fatto consegnare una somma di 10 mila euro. La condanna a 12 anni di reclusione e' stata chiesta per Antonio Scerbo, di 47 anni; a 9 anni di reclusione per Romolo Scerbo, di 49 anni; a 8 anni e 6 mesi di reclusione per Giancarlo Scerbo, di 45 anni; a 8 anni di reclusione ciascuno per Gaetano Scerbo, di 66 anni, per Francesco Scerbo, di 44 anni e per Vincenzo Domenico Lentini, di 46 anni, accusato di tentata estorsione. Dopo la requisitoria del pubblico ministero ha preso la parola l'avvocato Pietro Pitari, difensore di Nicola Arena, che ha definito la richiesta di condanna a 14 anni fondata sul nulla e ha chiesto l'assoluzione dell'imputato perche' il fatto non sussiste.