Traffico di coca. Blitz nel milanese, in 21 in carcere: gruppo collegato al clan Gallace

Catanzaro Cronaca

Dai numerosi episodi di traffico di cocaina si sarebbe ricostruita la dinamica e le ramificazioni di un’organizzazione che avrebbe gestito l’importazione della polvere bianca, in grossi quantitativi, dal Sudamerica. La base operativa era nel milanese, ad Arluno, e il gruppo collegato alla cosca di 'ndrangheta dei Gallace di Guardavalle, nel catanzarese, ma con ramificazioni tanto in Lombardia quanto nel Lazio, in particolare ad Anzio e Nettuno, in provincia di Roma.

Il clan calabrese sarebbe capeggiato da Vincenzo Gallace, recentemente condannato, con una sentenza definitiva, all’ergastolo con isolamento diurno, perché ritenuto il mandante dell’omicidio, avvenuto a San Vittore Olona (nel milanese) il 14 luglio 2008, di Carmelo Novello, altro personaggio considerato come un importante esponente della ‘ndrangheta e capo della cosiddetta “La Lombardia”.

Stamani il blitz dei carabinieri di Milano che hanno eseguito l’arresto di 21 persone accusate di associazione mafiosa e traffico di droga: 20 sono italiani ed uno è colombiano.

All'indagine ha dato impulso l'arresto in flagranza, nel settembre 2015, a Bareggio, nel Milanese, di uno degli indagati di oggi, che venne trovato con 30 chili di cocaina.

LA BASE STRATEGICA “INACCESSIBILE”

Come dicevamo la base logistica del sodalizio era ad Arluno, in un complesso abitativo costituito da diversi appartamenti riuniti attorno ad una corte, utilizzato sia per lo stoccaggio dello stupefacente che per le “riunioni”. Si tratta infatti di un luogo strategico, particolarmente appartato e dotato di un unico accesso da una stradina stretta a fondo chiuso, dunque facilmente controllabile.

Da quanto emerso dalle indagini, l’associazione, che avrebbe operato fin dal 2013, esercita un’attività diversificata nell’ambito della compravendita della cocaina, stabilendo contatti con diversi fornitori esteri (perlopiù colombiani) e avvalendosi per il trasporto di droga e denaro in contante, di diverse autovetture attrezzate con un doppiofondo, e solitamente intestate a soggetti incensurati ma comunque riconducibili al sodalizio (così come accertato dai sequestri avvenuti il 26 settembre ed il 20 novembre del 2015) oltre che di una rete di officine e carrozzerie in grado di effettuare le modifiche strutturali ai mezzi e le “bonifiche” per rintracciare eventuali microspie.

I BLACKBERRY CRIPTATI

Altra caratteristica peculiare è rappresentata dall’uso di telefoni blackberry a cui venivano associate delle schede sim statunitensi. Si tratta di un sofisticato sistema di comunicazione che garantisce da possibili intercettazioni, in quanto munito di un software che permette, da un lato, di criptare e rendere dunque non intercettabile il contenuto delle comunicazioni telematiche e, dall’altro lato, di cancellare da remoto le conversazioni in caso di intervento delle Forze dell’ordine.

L’indagine ha accertato inoltre, la disponibilità da parte degli indagati non solo di significative quantità di cocaina ma anche di ingenti quantitativi di denaro. In particolare è stata documentata l’esistenza, nell’attualità, di una trattativa diretta all’importazione dall’estero, si presume sempre dalla Colombia, di un grosso quantitativo di cocaina.

È stata così monitorata la consegna in Spagna di oltre 1,2 milioni di euro in contanti ad emissari di cartelli colombiani, e destinate all’acquisto di una importante partita di coca.

LA COCA A MALPENSA GRAZIE AL DIPENDENTE “INFEDELE”

Questa operazione avrebbe visto coinvolta l’associazione nel ruolo di “capocordata”, ovvero di collettrice del denaro, di interlocutrice con i fornitori stranieri e di organizzatrice del trasporto che, da quanto emerso, sarebbe dovuto avvenire tramite un aeroplano. Uno dei presunti partecipi del sodalizio è, infatti, un dipendente di una compagnia aerea in grado di accedere all’interno dell’Aeroporto Internazionale di Milano “Malpensa”, così da facilitare il trasporto e l’arrivo della droga.

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L'operazione di oggi, coordinata dal comando provinciale dell'Arma del capoluogo lombardo, insieme al Ros, è stata eseguita nelle province di Milano, Monza e Brianza, Alessandria, Perugia, Catanzaro, Roma, Varese, Vercelli e contestualmente in Germania. I provvedimenti sono stati emessi dal Gip su richiesta della Dia.

(aggiornata alle 14:45)