Massoneria, arriva l’ok della Commissione per sequestrare gli elenchi delle logge in Calabria

Calabria Cronaca

Alla fine la Commissione parlamentare antimafia l’ha spuntata. Ha infatti avviato le indagini e egli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria, affinché si proceda al sequestro dell'elenco delle logge massoniche in Sicilia e Calabria. Si mette quindi la parola fine alla lunga querelle che ha visto in queste ultime settimane la contrapposizione della commissione e del maestro del Grande Oriente d’Italia. La decisione è arrivata dopo audizioni, interviste, convocazioni e numerose lettere.

La Guardia di Finanza ha quindi avviato il sequestro degli elenchi delle Massonerie, nonostante i botta e risposta tra la presidente della Commissione Rosy Bindi che ha invitato i vertici delle logge massoniche a fornire gli elenchi, e il rifiuto da parte del gran maestro del Goi, Stefano Bisi. In Sicilia gli iscritti al Goi sono 2208 mentre in Calabria 2635. La Commissione parlamentare Antimafia nel corso delle indagini ha tra l'altro audito anche il Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d'Italia, Fabio Venzi, il Gran Maestro della Serenissima Gran Loggia d'Italia Ordine Generale degli Antichi Liberi Accettati Muratori, Massimo Criscuoli Tortora e il Gran Maestro della Gran Loggia d'Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori, Antonio Binni. Ma è soprattutto il Goi ad avere il numero più alto di fratelli: gli iscritti sono circa 23 mila appartenenti a 850 logge, ognuno dei quali paga circa 400-500 euro l'anno al Goi che fanno una cifra pari a 11 milioni l'anno.

La delibera della Commissione prevede due cose: l’avvio dei sequestri degli elenchi delle logge e le perquisizioni nelle sedi siciliane e calabresi. Gli elenchi tuttavia saranno secretati. È la decisione ultima della commissione che ha affidato le proprie intenzioni a un comunicato stampa nel quale spiega che “una volta avviata l’richiesta sui rapporti tra mafie e massoneria”, sarebbero emersi “preoccupanti elementi sul rischio di infiltrazione da parte di Cosa Nostra e della 'ndrangheta di settori della massoneria".

Sarebbe inoltre stata evidenziata “la ricerca di relazioni e convergenze tra uomini delle cosche ed esponenti delle classi dirigenti e imprenditoriali appartenenti a logge massoniche finalizzati al perseguimento di comuni interessi illeciti” .

Nel corso delle audizioni, la commissione, avendo “fiutato” presunte “strumentalizzazioni mafiose”, ha chiesto ai rispettivi Gran Maestri “uno spirito di collaborazione” al fine di “trasmettere gli elenchi dei loro aderenti alle logge della Sicilia e della Calabria, regioni interessate dalle indagini e con un numero elevato di aderenti alla massoneria. Questi elenchi sono necessari per verificare la presenza, tra gli iscritti, di soggetti riconducibili a vario titolo alle organizzazioni mafiose o in rapporto con le stesse”.

La Commissione avrebbe rivolto questo invito più volte, ma avrebbe ricevuto sempre risposta negativa. Così alla luce dei rifiuti “da parte dei Gran maestri auditi di consegnare i documenti di interesse dell'inchiesta parlamentare, avvalendosi dei poteri attribuiti dall'articolo 82 della Costituzione e dalla Legge istitutiva, del 19 luglio 2013", la Commissione ha proceduto al sequestro.

(ultimo aggiornamento 19:56)