Non mandano i figli a scuola, 25 genitori denunciati

Reggio Calabria Cronaca

25 genitori denunciati perché non avrebbero mandato a scuola i rispettivi figli: questo l’esito di un’operazione eseguita dai carabinieri del gruppo di Locri, nel reggino, e condotta allo scopo di prevenire il fenomeno della dispersione scolastica.

L’accusa nei confronti delle famiglie incriminate è di “inosservanza dell’obbligo di istruzione”, in pratica avrebbero omesso di avviare alle scuole dell’obbligo i propri ragazzi. Già nel 2015, sempre nella locride, i genitori deferiti all’autorità giudiziaria per lo stesso reato erano stati ben 165.

CONTROLLI A TAPPETTO IN TUTTE LE SCUOLE DEL TERRITORIO

L’attività di controllo è stata eseguita dai carabinieri in tutte le scuole dei 42 comuni ricadenti nel territorio di competenza. I militari dell’Arma delle 32 Stazioni dipendenti dalle Compagnie di Locri, Bianco e Roccella Jonica hanno denunciato i 25 genitori di 18 ragazzi di età compresa tra i 6 e i 15 anni (di essi 7 non sono di nazionalità italiana): secondo gli investigatori, senza giustificato motivo, avrebbero permesso ai loro figli di assentarsi dalle lezioni per un periodo superiore al 25% delle giornate di assenza consentite, pari a 50 giorni sui 200 di frequenza previsti. I carabinieri hanno difatti messo a confronto i risultati delle attività di monitoraggio investigativo svolte l’anno scorso, sia con riferimento all’anno scolastico 2012/2013 (in cui 87 genitori furono denunciati), sia a quello successivo 2013/2014 (78 le posizione rassegnate al vaglio dell’A.G.), quando il totale dei denunciati raggiunse appunto le 165 persone, genitori di ben 88 ragazzi, anch’essi di età compresa tra i 6 e i 15 anni

Tra i comuni maggiormente interessati dal fenomeno, nel primo lasso temporale preso in esame, spiccano Caulonia (e la sua popolosa frazione di Caulonia Marina), Brancaleone e San Luca, mentre la seconda tornata di controlli ha visto il maggior numero di violazioni a Platì, Ardore, Caulonia e la sua frazione Marina, Marina di Gioiosa Jonica e Monasterace.

AL LAVORO INVECE CHE STUDIARE

Le motivazioni alla base di tali omissioni sarebbero molteplici, spesso aggravate da condizioni socio-economiche difficili “in cui i minori - affermano gli inquirenti - sono vere risorse per la famiglia che li avvia a saltuari lavori piuttosto che alla gestione quotidiana di mansioni di controllo su fratelli più piccoli”.

In particolare, i comuni interessati di più dal fenomeno spiccano, partendo da nord verso sud del territorio del Gruppo: Monasterace, Camini, Riace, Caulonia, Gioiosa Jonica, Siderno, Locri, Platì e Palizzi (in precedenza, nell’anno scolastico 2012/2013 erano stati quelli di Stilo, Riace, Caulonia, San Luca, Brancaleone, Antonimina, Careri, Locri e Siderno, mentre nella seconda tornata di controlli per l’anno scolastico 2013/2014 il maggior numero di violazioni era stato riscontrato a Platì, Natile Nuovo, Ardore, Ciminà, Siderno, Caulonia, Grotteria, Gioiosa, Stignano, Marina di Gioiosa Jonica e Monasterace, nonché a Locri e a Roccella Jonica).

La condotta punita dal codice penale “è quella “omissiva” – spiegano ancora gli investigatori - che consiste nell’impedire ovvero non controllare che i figli minori frequentino le lezioni per un periodo superiore ai 50 giorni. Come noto, integra l’illecito penale l’inosservanza non solamente dell’obbligo dell’istruzione elementare ma anche dell’obbligo relativo all’istruzione sino al conseguimento della licenza di scuola secondaria di primo grado ovvero sino al quindicesimo anno di età”. Va evidenziato, però, che l’inosservanza di frequentare la scuola media superiore non configura questa fattispecie in quanto all’estensione dell’obbligo scolastico oltre la scuola media non è corrisposta la previsione di una sanzione penale in caso di una sua violazione.

Considerando poi la particolare realtà sociale in cui versa da sempre il territorio della Locride è stata avviata una specifica attività di prevenzione e repressione del fenomeno dell’abbandono e della dispersione scolastica, in virtù delle antiche competenze affidate all’Arma dei Carabinieri che storicamente venne impiegata, per la sua capillare distribuzione su tutto il territorio nazionale, per le esigenze di alfabetizzazione prima dell’Italia Unita e poi del Paese nell’immediato secondo dopoguerra.

“Tali disposizioni - concludono i militari - hanno nel tempo consolidato un solido rapporto tra l’Arma dei Carabinieri e le istituzioni scolastiche testimoniato anche dalla presenza di un Ufficiale di collegamento presso l’attuale Ministero della Ricerca, Università ed Istruzione per tutte le esigenze di quel dicastero”.

I giovani e la loro istruzione rappresentano dunque per l’Arma “il baluardo fondamentale per la crescita del paese a maggior ragione in un territorio complesso ed infestato dall’offerta apparentemente vantaggiosa, ancorché sempre più effimera, della criminalità organizzata”.