Medicina generale, la Fimmg protesta contro l’abolizione del medico di famiglia

Calabria Attualità

Le trattative per il rinnovo della Convenzione sono ferme al palo. Alcuni esponenti della medicina generale italiana intendono marginalizzare il ruolo del medico di famiglia, affidando le cure primarie ad una struttura sanitaria gestita dalle Regioni. - È quanto si legge in una nota il Segretario della FIMMG Sezione Provinciale di Vibo Valentia, Nazzareno Brissa. - Una decisione, questa, che potrebbe ledere l’esercizio della libera professione medica e il rapporto fiduciario esistente tra il medico di base e il paziente e quindi contestata con forza dall’intera categoria. La Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) –prosegue la nota - ha infatti indetto per il mese di maggio una serie di iniziative di protesta che culmineranno con lo sciopero di martedì 19. Sulle ragioni della protesta interviene il segretario provinciale Fimmg Nazzareno Brissa, attraverso il quale i medici di base del Vibonese fanno sentire la propria voce.

“La medicina generale – dice Brissa – sta per essere consegnata ai burocrati delle Regioni. Gli accordi integrativi regionali vengono costantemente disattesi, in certi casi addirittura ridimensionati nei loro effetti economici. In più, l’accordo nazionale è spesso preda di violazioni inammissibili. E, con l’abolizione del medico di famiglia, il cittadino verrebbe esposto al rischio di perdere la possibilità di scegliere liberamente il proprio medico di fiducia. Alla categoria, invece, verrebbe negata ogni forma di autonomia nell’organizzazione della propria giornata di lavoro. Senza un intervento deciso, corriamo il rischio di finire nelle mani di tecnocrati aziendali. L’unica arma di cui disponiamo è la civile protesta, pianificata per l’intero mese, lo sciopero, dunque, del 19 maggio, la sospensione delle sperimentazioni sull’invio della ricetta dematerializzata e la sospensione della partecipazione a commissioni e comitati. Non chiediamo – ribadisce Brissa – aumenti di stipendio, chiediamo condizioni migliori per poter assistere i pazienti, ai quali deve essere riconosciuto il diritto di scegliere il proprio medico di famiglia”.