A New York la centrale operativa della coca, maxi operazione internazionale: 17 arresti

Calabria Cronaca

Oltre trenta gli indagati e una quindicina gli arresti ed i fermi eseguiti fra l’Italia e gli Stati Uniti. Questo l’esito dell’indagine - coordinata dalla Procura Antimafia di Reggio Calabria insieme a quella di New York - che avrebbe ricostruito vecchie e nuove alleanze criminali e mafiose, confermando un ruolo autoritario e di leadership delle famiglie della ‘ndrangheta nella gestione del traffico internazionale di stupefacente.

Nelle oltre 300 pagine del fermo, i magistrati reggini (il Procuratore Capo Federico Cafiero de Raho e il Procuratore Aggiunto Nicola Gratteri) hanno ricostruito, grazie alle indagini della Polizia di Stato, le proiezioni internazionali dell'organizzazione criminale calabrese.

LA MAXI OPERAZIONE antidroga “Columbus” scaturita di conseguenza e condotta dallo Sco (il Servizio Centrale Operativo della polizia) in collaborazione con l’Fbi (il Federal Bureau of Investigation) statunitense avrebbe portato, pertanto, ad individuare quella che è stata definita dagli investigatori la "centrale operativa" della 'ndrangheta che da New York gestiva il traffico di stupefacenti tramite i suoi "corrispondenti" in Colombia, Costarica, Olanda, Spagna e Italia.

Il tutto partiva da una anonima pizzeria, la "Cucino a modo mio", nella Grande Mela, in particolare sulla 108th Street del quartiere Queens, dove venivano organizzati gli importanti traffici di cocaina che dal Sud America inondava i mercati statunitensi ma anche quelli europei.

13 gli arresti eseguiti in Italia (a Crotone, Sinopoli e Vibo Valentia), quattro quelli effettuati negli Stati Uniti. Per gli inquirenti la ‘ndrangheta calabrese aveva dunque acquisito un ruolo determinante nell’economia criminale americana surclassando addirittura la temutissima e ramificata Cosa Nostra siciliana che, ora, parteciperebbe alle attività illecite investendo milioni di dollari e fornendo la sua rete di grandi spacciatori negli States.

IL CAPO della "centrale operativa" del narcotraffico sarebbe il titolare della pizzeria, Gregorio Gigliotti, originario di Serrastretta, nel catanzarese ed attualmente detenuto in un carcere americano insieme alla moglie, Lucia Eleonora e al figlio Andrea poiché accusati di narcotraffico e associazione mafiosa. In contatto con i narcos sudamericani, la sponda calabrese sarebbe un cartello della famiglia degli Alvaro.

I clan di Siderno e di Gioiosa Jonica, a New York, sempre secondo gli inquirenti, avrebbero affidato proprio a Gigliotti la gestione del mercato della droga in tutto il mondo. Gli investigatori italiani e dell’Fbi lo hanno intercettato e filmato per anni registrando movimenti ed incontri: ufficialmente impegnato nell’importazione ed esportazione di frutta e derrate alimentari avrebbe fatto in realtà viaggiare la coca nascosta in partite di banane e frutta esotica che arrivava così in Europa dopo aver fatto tappa negli Usa. I resti di un carico di tre tonnellate dello stupefacente sarebbero addirittura sfuggite al controllo della cosca finendo, per sbaglio, sui banconi di frutta di un supermercato olandese.

Eseguite inoltre delle perquisizioni durante le quali sono stati sequestrati quantitativi di cocaina e marijuana, 100 mila dollari, 6 pistole e un fucile.


Da mesi gli investigatori dello Sco e della Squadra Mobile di Reggio Calabria erano a New York insieme agli agenti dell’Fbi. Grazie a pedinamenti e intercettazioni, monitorando persone fisiche e giuridiche sospettate di aver avviato il traffico internazionale; nell’ottobre e nel dicembre 2014, nei porti statunitensi di Wilmington (nel Delawere) e Chester-Philadephia (in Pennsylvania), vennero sequestrati due carichi di cocaina per un totale di 60 chilogrammi. La droga sequestrata, secondo gli inquirenti, dimostrerebbe “la bontà dell’impianto investigativo” ed avrebbe consentito la definizione di ruoli e condotte criminali dei soggetti emersi nell’inchiesta.

Altre inchieste della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, già avevano dimostrato l’esistenza di un “ponte” tra New York e l’area ionico-reggina, “finalizzato a porre in essere legami criminosi tra Sud America, Stati Uniti e Italia”.

DE RAHO: LA DROGA DAL COSTA RICA ARRIVAVA IN CALABRIA

"Le indagini iniziano nel gennaio 2014 quando l'Fbi ci comunica che Gregorio Gigliotti inizia ad avere rapporti con personaggi della 'Ndrangheta. Da quel momento l'indagine procede in stretto coordinamento fra Fbi, Procura e Procura antimafia di Reggio Calabria". A sostenerlo è il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, nel corso della conferenza stampa a Roma, sull'operazione Columbus.

"È stata una attività investigativa molto significativa, un ruolo importantissimo ha avuto lo stretto collegamento operativo fra Sco e Fbi. Le sostanze stupefacenti venivano acquistate in Costa Rica, importata e stoccata negli Stati Uniti e portata in Calabria. Il grave quadro indiziario si è consolidato nei confronti di 13 persone tratte in stato di fermo per traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Il periodo va da febbraio 2014 sino a dicembre 2014. Le indagini sono state condotte con grande dinamismo, con lo Sco che più volte si è recato negli Stati Uniti e Fbi in Calabria".

Sulla presenza di Gregorio Gigliotti in Calabria, il Procuratore Cafiero De Raho ha affermato: "Gigliotti è stato più volte in Calabria. La 'nNdrangheta è il referente privilegiato delle organizzazioni che operano a New York, poiché la 'Ndrangheta fissa residenza in luoghi strategici".

Sono molto contento di ospitare per la seconda volta dopo quello dello scorso anno, l'incontro con la stampa alla presenza delle autorità statunitensi, il rapporto con loro è fondamentale per noi per il contrasto alla criminalità organizzata" ha invece affermato è il procuratore nazionale della Dna, Franco Roberti, nel corso della conferenza stampa.

ANCHE DUE CROTONESI SOTTOPOSTI A FERMO

Due dei tredici indagati sottoposti a fermo sono crotonesi; gli stessi sono stati catturati nelle prime ore della mattinata odierna dagli investigatori della Squadra Mobile di Crotone, coadiuvati da equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine di Cosenza. Si tratta di: Antonio Berlingeri, nato a Crotone il 23 dicembre 1992, con precedenti di polizia e Domenico Berlingeri, detto “Mimmo terra nostra”, nato a Catanzaro l’8 ottobre 1969 e residente a Crotone, con diversi precedenti di polizia

I due sono indagati perché avrebbero acquistato, alla fine del mese di agosto 2014, un imprecisato quantitativo di cocaina da un fornitore residente nella provincia di Catanzaro, anch’egli colpito dal provvedimento restrittivo; droga che sarebbe poi stata immessa sul mercato locale.

I due avrebbero saggiato la qualità del prodotto proposto, il 30 agosto 2014, e avrebbero acquistato un ingente quantitativo che avrebbe fruttato al fornitore un elevato guadagno, da destinare, successivamente, ai vertici dell’organizzazione criminale. Le fasi degli incontri sono state all’epoca documentate da una serie di servizi di appostamento svolti dagli investigatori della Mobile pitagorica.

PROCURATORE EST NEW YORK, FRA CAPI D’ACCUSA ANCHE LE ARMI

"I capi di accusa per i responsabili includono l'importazione di più di cinque chilogrammi di cocaina ma anche, fra gli altri, il possesso di armi. Se verranno condannati dovranno affrontare pene importanti e minime di 15 anni in carcere". A parlare è il Procuratore aggiunto del Distretto Est di New York, James McGovern. "La nostra procura, l'Fbi ed i partner italiani hanno collaborato insieme per affrontare la minaccia di Cosa Nostra a New York e della 'Ndrangheta in Italia. L'accusa dimostra che si tratta di una minaccia globale da contrastare".

Per il capo della sezione contro la criminalità organizzata dell’Fbi, Chris Warner "oggi è un passo importante della collaborazione fra Fbi e Polizia italiana. Penso alle indagini che l’Fbi ha in tutto il mondo ma la collaborazione più importante è con gli italiani. Le diverse organizzazioni criminali stanno collaborando fra loro ad un importante livello e ciò rappresenta un livello mai visto prima. Oggi quindi è più importante che mai avere collegamenti con nostri partner in Italia e nel mondo". (AGI)

IL MODELLO CALABRESE RIPRODOTTO A NEW YORK

Secondo l'attività investigativa, le 'ndrine calabresi avrebbero riprodotto a New York la “loro tradizionale struttura criminale, impermeabile all’esterno”, caratterizzata da “solidi vincoli di consanguineità e parentela” e sono “perfettamente inserite nel tessuto criminale americano”. La 'Ndrangheta reggina, in particolare, risulta essersi affermata come “leader del crimine transnazionale”, riuscendo a colmare quei “vuoti di potere”, effetto delle tante operazioni antimafia Usa-Italia di questi ultimi

I NOMI DEGLI ARRESTATI IN CALABRIA

I referenti dell'organizzazione in Calabria erano, secondo le indagini: Francesco Violi e Carmine Violi in provincia di Reggio Calabria; Basilio Caparrotta e Nicola Preiti in provincia di Vibo Valentia; Antonio Berlingeri e Domenico Berlingeri (alias Mimmo Terra Nostra) nel Crotonese. Più corposa la pattuglia del Catanzarese: Franco Fazio, candidato alle elezioni comunali di Lamezia Terme, in programma il prossimo 31 maggio, Pino Fazio, Cosimo Berlingeri, Domenico Berlingeri detto Mimmo, Alessandro Cacia, Santino Papaleo, Salvatore Caparrotta.

[aggiornata alle 14:30]