Pd: svolta l’assemblea dei circoli e degli amministratori della provincia di Catanzaro

Catanzaro Politica

Dal confronto molto partecipato tra i segretari di circolo e gli amministratori, voluto con determinazione per costruire una nuova fase politica e amministrativa nella vita del Partito democratico della provincia di Catanzaro, deve partire un nuovo e importante percorso finalizzato a consolidare l’impegno della classe dirigente locale, premiato dai recenti successi elettorali, a rafforzare il processo di radicamento del Pd sul territorio provinciale. All’insegna dell’unità e della coesione, perché “esiste un solo Partito democratico”. E’ quanto emerge dalla relazione del segretario provinciale del Pd, il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, in apertura dei lavori di una assemblea provinciale – definita in più occasioni non a caso “attivo” – che riveste particolare importanza perché le diverse realtà territoriali hanno potuto avviare un dialogo intenso ed articolato per dare un impulso alla nuova fase politica che vede il Pd al governo nei diversi livelli istituzionali.

“Una fase nuova e unitaria che deve vedere un Pd coeso e responsabile – ha affermato Enzo Bruno – mettendo dentro quel pizzico di solidarietà umana che deve fare del Pd un partito e non un insieme di interessi personali. Noi non siamo una banda, come il centrodestra sconfitto vorrebbe dipingerci con il sostegno di certa stampa. Questo è il Pd, un partito vincente e di governo, che ragiona tenendo conto dei processi di solidarietà interna con il senso di responsabilità che il nuovo corso amministrativo richiede. Dobbiamo dare risposte: questo è quello che ci chiedono i calabresi. E’ quello che faremo al fianco del presidente regionale Mario Oliverio, è quello che cerchiamo di fare dal giorno del nostro insediamento ai vertici dell’amministrazione provinciale, ottanta giorni fa, affrontando le emergenze che abbiamo trovato dietro l’immagine di buon governo: dal dissesto idrogeologico alla viabilità, dalla spinosa questione del dimensionamento scolastico, visto che non possiamo pensare di guardare alla scuola con logiche di bilancio, raccogliamo istanze e diamo risposte nonostante le difficoltà economiche accresciute dalla confusione normativa determinata dalla legge di stabilità”. Il ruolo centrale della Provincia di Catanzaro e del capoluogo di Regione che in essa ricade è l’asse portante della costruzione dell’Area vasta che trasformerà l’Ente intermedio, tanto da portare il segretario provinciale ad affermare la necessità di una legge per Catanzaro capoluogo e a rivendicare per la città un altro importante riconoscimento, dopo l’elezione di Tonino Scalzo a presidente del consiglio regionale: un assessore ‘catanzarese’ nell’Esecutivo guidato da Oliverio.

“Abbiamo mille problemi e dobbiamo risolverli tutti – sostiene il segretario provinciale -, ma nonostante questo abbiamo vinto tutto quello che c’era da vincere, dando lustro alla provincia e al lavoro di tutta la classe dirigente, degli amministratori, dei militanti: siamo la Federazione che ha conquistato il consenso più importante di tutta la regione. Il Pd che abbiamo davanti deve cambiare nella direzione dell’unità e della responsabilità”. “Mi pongo anche il problema della incompatibilità tra il livello politico e quello istituzionale – ha detto ancora Bruno – ma chi usa questa questione come una irregolarità lo fa in maniera strumentale. Il nodo deve essere sciolto e affrontato nei giusti termini: del resto non dimentichiamo che il Pd ha candidato tutti i segretari provinciali, e con questa scelta abbiamo vinto tutto”.

“Vincendo alla Provincia di Catanzaro abbiamo raggiunto un importante e straordinario risultato, scardinando un sistema di potere, quello del centrodestra che durava da venti anni con la sola forza e volontà di vincere. Ci siamo riusciti nonostante i numeri non ci davano ragione tanto da arrivare a mandare in fibrillazione anche il Comune di Catanzaro – ha detto ancora Enzo Bruno –. Oggi siamo davanti ad un’altra fase, dobbiamo strutturare il partito, anche con tesseramento e in tal senso chiedo uno sforzo ai segretari, per rispondere alle esigenze che derivano dall’impegno dovuto alle prossime amministrative”. Unità e coesione, quindi, archiviando i veleni post congressuali anche in vista dell’assemblea provinciale del 7 febbraio a cui questo attivo ha voluto essere propedeutico. “L’attivo di questa sera – ha detto il vice segretario vicario Michele Drosi – ha avuto lo scopo di avviare un confronto largo nel partito per l’analisi situazioni politiche e le prospettive. Dopo risultati importanti, tutto questo ci pone davanti ad uno scenario inedito, nuovi compiti e responsabilità, per dare risposte e tentare di determinare un reale cambiamento dopo le macerie lasciate dal governo del centrodestra. E proprio guardando alle emergenze che non sono mai venute meno, dobbiamo pensare che abbiamo bisogno di un partito che discute e si confronta sulle scelte, e poi è in grado di fare sintesi nei confronti dei territori, cercare massimo di unità, non ci possono essere e non ci sono due partiti”.

“Siamo l’unico vero partito di questo Paese, e proprio perché siamo stati scelti per governare abbiamo la responsabilità di dare risposte concrete alle istanze che provengono dal territorio – ha detto il presidente dell’assemblea regionale, Tonino Scalzo -. Abbiamo da subito guardato alle emergenze: abbiamo subito iniziato a fare le riforme strutturali e governeremo bene perché ce lo chiedono i calabresi. Ci sono le stagioni dei congressi, ci sono le stagioni delle primarie: questa è la stagione della responsabilità, il momento di fare dell’area centrale della Calabria il motore di sviluppo di tutta la regione”.

La voglia di unità come filo conduttore di un dibattito lungo e articolato, animato da decine di interventi, che si coglie anche nell’intervento del segretario regionale Ernesto Magorno. “Mario Oliverio è il presidente di tutto il partito democratico, non solo di tutta la Regione – ha detto – e chi pensa di poter rivendicare un pezzo di storia politica per dividere il partito, sbaglia: questa nuova esperienza è di unità. Il fatto che abbiamo fatto delle primarie che non sono finite in procura è la dimostrazione che c’è un partito che voleva vincere e cambiare, andando in una direzione di cambiamento. Vogliamo costruire un grande Partito democratico anche nella nostra regione, e sapremo affrontare anche il discorso delle incompatibilità, apprezzo le affermazioni di Enzo Bruno. Sapremo remo rispondere uniti: siamo insieme per affrontare le comuni battaglie che dovremo vincere, anche a dispetto di chi vorrebbe divisi.

“C’era la necessità di un confronto di questo genere sulla situazione politica – ha affermato il consigliere regionale Vincenzo Ciconte - Ho colto il senso di un grande partito che vuole essere unito, e il segnale distensivo del segretario regionale. Ci sono dei tempi e dei modi per costruire il percorso unitario. Dobbiamo capire che tipo di partito vogliamo, riscoprire i valori pregnanti del Partito e insieme portarli avanti. Abbiamo vinto una grande sfida, ma il momento difficile viene adesso e abbiamo bisogno di tutti”. “E’ fondamentale confrontarci anche in futuro – ha concluso Ciconte -, in passato non siamo riusciti a costruire un modello di partito capace di ragionare con i consiglieri regionali, bisogna riflettere tutti insieme e produrre dei documenti che vadano in questa direzione. Mi auguro che si crei un momento di unità e condivisione vera”.

Dopo le parole di apprezzamento indirizzate dal segretario provinciale per l’importante contributo portato al territorio dal deputato eletto nel collegio di Catanzaro, Alfredo D’Attorre arriva un monito: nelle differenze e nella soddisfazione per i risultati raggiunti “non bisogna smarrire la consapevolezza che il partito è uno strumento essenziale, tenere il partito e rafforzarlo è un modo per cambiare le cose, non perdendo di vista l’obiettivo di tutelare una società democratica”.

Soddisfatto del clima disteso e unitario, il consigliere regionale Arturo Bova ci tiene però a rimarcare che comunque “il dissenso è una ricchezza e il Partito democratico è una grande casa, dove si raccolgono le esperienze di tutti, e dove il contributo di tutti deve essere rispettato. Il nostro – dice ancora – non deve essere il Partito dei consiglieri regionali, deve fare politica: non si occupa di geografia. Abbiamo bisogno che i consiglieri regionali che rappresentano la città siano coesi e non cadano nel campanilismo”. Risulta, comunque, importante ripartire dai circoli, emerge ancora nel dibattito arricchito da tanti interventi qualificanti come quelli di: Tonino Tarantino, Vincenzo Mazzei, Pino Tomasello, Mimmo Torchia, Sandro Benincasa, Natale Amantea, Leopoldo Chieffallo, Domenico Giampà, Franco Passafaro, Latifa, Roberto Iozzi, Rosario Bressi, Pino Soriero, Nicola Ventura, Pantaleone Narciso, Franco Fodaro, Davide Zicchiella.

Parla della capacità politica e organizzativa di un segretario provinciale che ha saputo guardare oltre, apprezzando il lavoro di “un gruppo dirigente che ha avuto difficoltà, ha commesso qualche errore, ma con il sacrificio di tutti si trova ad affrontare questa nuova stagione della responsabilità”, la senatrice Doris Lo Moro alla quale sono state affidate le conclusioni di un dibattito che “ha creato i presupposti della discussione dell’assemblea del 7 febbraio. In quella occasione il confronto deve essere affrontato con il tono di chi ha assorbito le difficoltà, ed è già al giorno dopo”.

La senatrice Lo Moro rimarca che “in una campagna elettorale, quando si esce vincenti bisogna essere generosi. Si è vinto in Calabria perché sono state più liste e c’erano uomini e donne che hanno una fatto una grande battaglia dando supporto di passione umana e politica necessaria che una questione di credibilità che riusciamo ad ottenere a superare le distinzioni. La mia responsabilità deve essere quella di tenere unito il Partito. Questa sera abbiamo messo insieme circoli e amministrazioni sapendo che sono due cose diverse, si devono parlare e capire, ma devono rimanere nella propria autonomia. Siamo in un momento delicato della vita del Paese - ha concluso - e il Partito sarà messo alla prova, ma sono certa che saremo all’altezza di affrontare questo momento”.