Il S.Francesco di Eliano Fantuzzi in piazza Cenisio a Cosenza inno artistico di semplicità e dolcezza

4 ottobre 2021, 11:33 100inWeb | di Vito Barresi

Balzata alla cronaca per la celebrazione del rito funebre della presidente della Regione Calabria Jole Santelli, la Chiesa di S.Nicola a Cosenza posta ad limina, sul confine tra la zona nuova e la città vecchia del capoluogo bruzio, custodisce una straordinaria raccolta di opere d’arte che appartengono al Novecento, annoverando sulle propria mura dipinti e le sculture di vari artisti contemporanei, tra cui spicca per la sua composta bellezza il mosaico raffigurante San Francesco d’Assisi in estasi e preghiera realizzato per la parrocchia dall’artista italiano Eliano Fantuzzi, ed esposto a partire dal 1979.


di Vito Barresi

Un'opera davvero particolare che si può ammirare usufruendo di un silenzio quasi trascendentale. Lo stesso che si avverte aggirandosi nella pacata e conventuale atmosfera, guadagnata passando dall’esterno solare, luminosissimo di piazza Cenisio, alle spalle del Palazzo Municipale, all’interno di ombre angolate e toni scuri tagliati nel basso di una Chiesa a base seicentesca fortemente rimodulata nei suoi spazi edilizi a metà dello scorso secolo.

Un luogo sacro ad ampia navata che riesce ad accogliere il visitatore con spontaneo e sorprendente minimalismo, esponendo tra gli altri pezzi rilevanti, un mosaico raffigurante l’Angelo Custode di Emilio Greco, del 1992, un mosaico raffigurante Madonna col Bambino fiancheggiati da San Giuseppe e San Nicola del siciliano Franco dUrso, su disegno di Gisberto Ceracchini, assieme a una raccolta di dipinti e opere appartenenti alla congrega cosentina.

Eliano Fantuzzi, pittore il cui valore appare ‘appannato' da alcune rocambolesce ‘avventure' della sua vita, modenese di nascita, veronese di formazione artistica, visse a Parigi, dove conobbe Pablo Picasso e George Braque, vantando amicizia con Matisse e Chagall, per poi arruolarsi nell'esercito francese, trasferirsi in Arabia Saudita alla corte dell'emiro Ibim Saud, conosciuto nel mondo come “Il Leone del Deserto”, dove decorò la reggia di Taif, per poi tornare in Italia e svolgere una ‘fastosa’ e remunerativa carriera pittorica.

Il S.Francesco di Fantuzzi è un opera di grande impatto e suggestione che esprime quasi con infantile candore il concetto di semplicità e armonia con l’ambiente, vestendo il santo di una povertà sublimata e quieta, casta ed elegante, in un equilibrio che si fa gesto di accoglienza e ascolto del rumore di fondo del Creato, tra la sinfonia delle palombelle, e una scala di perfezione del segno che supera ogni concettualità geometrica, per ridare presenza a un uomo medievale, un santo in terra, che sta ancora vivo in mezzo a noi.

La centralità di questo Francesco lascia trapelare la forza interiore e il calore umano di una personalità autorevole, fraterna, carismatica, in grado di dare espressività anche alle figure anonime che lo seguono e lo guardano, disposte su uno sfondo cromatico che dai toni freddi dell’universo blu, scende a cerchi nei verdi e nei viola fino a concetrarsi in un giallo solare, aureola di un santo che nell’interpretazione di Fantuzzi spezza ogni contrasto e irruenza umana.

Se tornasse San Francesco, scrisse Carlo Bo, ci avvertirebbe che la realtà vera sta sempre altrove, non già nel calcolo del nostro utile e delle nostre convenienze ma nella purezza del cuore, nell’amore, nel perdono. Chiedendoci con franchezza se e quanto siamo ancora autenticamente cristiani.