Pd Crotone: da tutti per “Uno” ad ognuno per tutti, iniziano le defezioni. Scricchiola il “patto” con Sculco?

20 ottobre 2020, 07:47 Sr l'impertinente
Arturo Crugliano Pantisano e Antonella Stefanizzi

Da grandi batoste possono derivare grandi opportunità: così si può dire con riferimento al Partito Democratico crotonese, parafrasando il celebre motto dell’uomo ragno “da un grande potere derivano grandi responsabilità”. Certo, qualcuno sosterrà che il Pd pitagorico, specie ultimamente, il potere l’abbia più cercato che gestito e che per riaverlo abbia fatto patti che anche qualcuno dal suo interno ha tacciato come “mortali”.


di Sr l’Impertinente*

È il caso, ad esempio, dell’accordo con l’area di Enzo Sculco, ricercata per anni ed ottenuta, ufficialmente, alle ultime comunali ma che non ha dato, poi, il risultato sperato, anzi, solo grandi delusioni.

Così, alla fine, la parte del Pd che per anni si è battuta per questa alleanza - a costo di mille divisioni e liti furibonde - sembra si sia redenta sulla strada di via Panella e stia abbandonando l’ex alleato ritenuto “scomodo”.

Ha cominciato uno degli “apostoli” dell’alleanza, Arturo Pantisano, che ha abbandonato la coalizione sbattendo la porta (QUI), anche se, ufficialmente, non abbia ancora profferito una sola parola in merito.

Subito dopo, accortisi presumibilmente della breccia apertasi nel muro che ha diviso fino a poco tempo le due anime del partito, è partita la controffensiva dei Iacucci’s boy, oltre 50 dirigenti che hanno lanciato l’amo.

Partono, i 51, “da una severa autocritica per la rovinosa assenza del Pd alla competizione amministrativa” che “ci vede colpevoli per avere tardato a non affrontare e superare le evidenti ambiguità che hanno impedito di favorire processi di aggregazione”.

Ribadiscono, poi, di aver “visto bene, insieme al Commissario Iacucci, nel credere che la linea vincente in città era quella di favorire la discontinuità con la passata amministrazione e aprire alle forze civiche, non siamo riusciti a centrare l’obiettivo”.

Invitano, poi, a lavorare per organizzare un Pd forte e presente in città, coscienti che la chiarezza e le regole devono essere imprescindibili, per ripartire e puntare a avere un Partito Democratico nuovamente protagonista”.


Stefanizzi si riallinea

con le posizioni di Pantisano


I rappresentanti dem lanciano un loro appello: Lavoriamo e impegniamoci a superare le logiche insensate e i comportamenti ambigui del passato che tanti danni politici hanno prodotto”.

E si rivolgono “ai Sindaci, agli amministratori, impegnati negli enti locali della provincia, agli iscritti, agli elettori e simpatizzanti del Pd, che da oggi si apre una nuova fase che deve portarci, al più presto, a un vero e partecipato momento congressuale”.

Si dicono, poi, fiduciosi che nel prossimo congresso, dovranno prevalere chiaramente le idee, le proposte e il confronto, sulle solite e vecchie logiche del passato che con la politica, chiesta dai cittadini, dai giovani e dalle donne, non ha più niente da spartirsi”.

Lanciato l’amo, la pesca è stata subito fruttuosa. Non è passato neanche un giorno che la segretaria cittadina del Pd, Antonella Stefanizzi, si riallinea con le posizioni di Pantisano, con cui c’erano state delle incomprensioni nell’ultimo periodo.

Anche lei, dunque, intraprende la strada dell’autonomia evidenziando come “le divisioni e le contrapposizioni interne hanno impedito al Pd cittadino di presentare il suo simbolo disorientando il nostro elettorato”.

Scrive, ancora, che bisogna “ora più di prima fare autocritica, un’analisi schietta e responsabile, come è giusto che sia in un grande partito, gli errori commessi devono rappresentare e offrire le linee guida per una ripartenza reale”.

Anche lei, dunque, redenta sulla strada di via Panella, tanto da sottolineare l’esigenza di avviare un lavoro di riappacificazione, perché le ragioni e i valori che uniscono restano più forti e radicate delle differenze individuali”.

Per la segretaria dell’assemblea cittadina “se negli ultimi anni il Pd crotonese è stato vissuto e visto solo in funzione di lotte e battaglie interne per affermare questa corrente piuttosto che quell'altra, oggi la classe dirigente con l’aiuto di chi si ritrova in questi valori, deve ricostruirsi e ricompattarsi”.


L’invito a recuperare l’orgoglio

di appartenere ad un partito


E poi la parte dedicata alla dissociazione con le scelte fatte in passato, compresa l’alleanza tanto contestata: “La colpa più grave - scrive Stefanizzi - non è l'aver fatto in occasione delle elezioni amministrative scelte che hanno ulteriormente disgregato, la colpa grave è l’aver smarrito la nostra identità di partito, l’aver messo da parte la nostra funzione che non è solo politica ma che è soprattutto sociale ed umana”.

Quindi l’invito a recuperare l’orgoglio di appartenere ad un partito che è fatto di persone accomunate da valori e principi, che mette al primo posto il bene comune, che guarda alle fasce fragili della società e se ne prende cura con responsabilità”.

E così conclude: “Rimettiamoci al lavoro, insieme e per un nuovo Partito democratico”. Come a dire, “scordiamoci il passato (leggasi Sculco, ndr.), siamo del Partito democratico, compà”.

Insomma, se prima nel muro si fosse aperta una sola breccia, adesso pare sia diventata un autentico varco e già son partiti i contatti tra le parti per arrivare, al più presto, ad incontri che possano ricompattare il Pd anche in vista delle prossime importanti elezioni.

Movimenti che agli osservatori esterni lasciano trasparire come l’area che fa riferimento a Sculco sia sempre più isolata, e questo proprio in prossimità delle Regionali, facendo intravedere come assottigliate le speranze per una rielezione della pargola Flora.

Certo, si dirà che il nostro non è nuovo a situazioni difficili, da cui è poi riuscito a riemergere, ma in questo caso e per farlo ci vorrebbero davvero i superpoteri dell’uomo ragno. Ma che, forse, non basterebbero neanche.

*Simbolo dello Stronzio