Una Task-Force di tutti i comuni del crotonese per affrontare il ritorno del Coronavirus

10 ottobre 2020, 18:45 100inWeb | di Vito Barresi

Non si può continuare a far finta che niente sia accaduto durante l’inverno e la primavera del 2020. Né rimuovere sbrigativamente i mesi trascorsi come fosse un’estate al mare. Neanche è giusto far finta che tutto sia finito e che niente più potrà accadere, cioè dimenticare disinvoltamente che pure questa città ha avuto le sue vittime, taluni addirittura martiri dell’inefficienza e della sottovalutazione pubblica e collettiva.


di Vito Barresi

Ciò che dovrebbero fare i buoni e zelanti nuovi amministratori è dare prova di senso civico e cordoglio, un grande sentimento di tristezza, pietà cristiana e solidarietà umana, e per questo rivolgersi umanamente a quanti hanno vissuto il lutto, commemorando solennemente in Consiglio comunale, i tanti caduti rimasti persino senza messa di commiato e di cui forse è rimasto soltanto lo sbiadito ricordo di un manifesto di lutto attaccato di notte improvvisamente sull’uscio di un portone.

Chiusa la squallida parentesi del servo encomio alle autorità prefettizie sovrastanti, conclusa la deludente e improduttiva gestione di una Commissaria Prefettizia inefficiente e confusionaria, il cui periodo di reggenza sarà ricordato esclusivamente per il pressapochismo e le scelte personalistiche (vedi nomine nelle partecipate), tocca adesso al sindaco di Crotone e ai sindaci di tutti i comuni del crotonese, fare la loro parte senza più dileguarsi davanti alle loro gravose responsabilità amministrative in tema di sicurezza e salute pubblica.

Per far fronte all’assalto pandemico serve una vera e propria task-force territoriale che sotto il coordinamento dei sindaci dei comuni crotonesi metta insieme la protezione civile, il volontariato, le strutture sanitarie e ospedaliere private, le postazioni ambulatoriali, laboratoriali, residenziali, ecc. ecc.

Sarebbe, altrimenti, un grave errore lasciare da sole le strutture sanitarie e ospedaliere impegnate a far fronte all'ordinario e all'emergenza.

Manca a tal proposito un’azione chiara da parte delle nostre amministrazioni comunali, in primo luogo quella di Crotone, una visione precisa, forte e rassicurante sulle cose indispensabili che bisogna fare insieme per affrontare sul territorio e nei luoghi pubblici l’urto di un prevedibile ritorno epidemico.

Sono proprio i sindaci dei comuni Asp che dovrebbero immediatamente riunirsi, per ragionare ed eventualmente decidere insieme sulle iniziative da intraprendere, sulle buone prassi da individuare, sui mezzi e le risorse necessarie per prevenire, per indurre la popolazione a una più corretta ripresa non solo autunnale ma soprattutto invernale, allorquando si faranno sentire più acutamente gli aspetti virali legati al freddo e all’inclemenza climatica della “cattiva stagione”.

Al momento invece si deve rimarcare una totale latitanza, una sorta di ognuno per se e qualcuno per tutti, che sia poi la Regione, la Prefettura, l’Asp o lo Stato si starà a vedere.

Manca un vero ed efficace coordinamento, che non sia soltanto repressivo, tra le strutture medico-sanitarie di base, il presidio ospedaliero e la quasi inesistente di rete di sorveglianza e prevenzione dislocata nei quartieri, nelle contrade, nelle periferie, così come nei comuni limitrofi che cadono nel bacino comprensoriale dell’Azienda Sanitaria Provinciale.

tanto meno vi è in atto una organica azione di coordinamento tra le varie amministrazioni dei comuni del circondario, la dislocazione di strutture burocratiche flessibili e di pronto intervento capaci di rispondere ad ogni eventuale emergenza, nel mentre tutto viene lasciato al caso, o al più all’intervento generale e talvolta generico degli uffici prefettizi che altro non fanno che diramare bollettini governativi e ministeriali.

In attesa di una probabile seconda ondata di Covid-19, quel che si chiede ai sindaci dei vari comuni del crotonese è di determinarsi al più presto, senza indugiare ancora su strade secondarie e facili scorciatoie, lasciando fare tutto allo Stato che spesso non c'è e alla Regione Calabria, usando la tattica del lascia che poi... passa la bufera.