Ciclone Report: il caso Pallaria, le nomine “facili” e il capro espiatorio della politica scaricabarile

31 marzo 2020, 19:50 Imbichi
Domenico Pallaria

È durata meno di un mese la nomina di Domenico Pallaria, avvenuta lo scorso 6 marzo e rimessa nelle mani della neo-governatrice in data odierna, a delegato alla gestione dell’emergenza coronavirus. Ma la caduta della sua testa non risanerà i problemi - e le cattive abitudini - della sanità calabrese.


di Francesco Placco

Galeotta fu quella sincera quanto ingenua affermazione di fronte ad una telecamera di Report (LEGGI), che è finita per costare il posto a Domenico Pallaria (fresco di nomina da parte di Jole Santelli) di “capo” della Protezione Civile Regionale. Presentate le sue “dimissioni”, continuerà a ricoprire l’incarico di dirigente generale reggente del dipartimento infrastrutture, lavori pubblici e mobilità della Regione (QUI).

La “colpa” di Pallaria è stata quella di ammettere di non sapere cosa fosse un ventilatore polmonare, di vitale importanza in questa drammatica emergenza causata dal coronavirus. D’altronde, Pallaria non è un medico ma un ingegnere, e nel suo vasto curriculum (QUI) vanta una lunga collaborazione lavorativa con la Regione, che lo ha portato ad essere scelto come figura di riferimento della ProCiv.

L’eccessiva “leggerezza” dell’intervista però, assieme alle tristi e ben note immagini dei vari sprechi sanitari calabresi, ha lasciato trasparire tutto il pressappochismo con il quale la Regione sta affrontando l’emergenza. Emergenza che c’è ma che viene gestita alla carlona, a suon di comunicati, post su Facebook e nella mera speranza che le cose non peggiorino.

Cercare di tracciare una linea netta e chiara, inoppugnabile, è un compito assai arduo. Anche perché il rischio è sempre lo stesso, ossia quello di finire nel vortice dello scaricabarile.

Perché nonostante la trasmissione abbia messo in luce una “stortura” del complesso e torbido sistema di nomine ed equilibri politici, secondo la neo-governatrice - che lo afferma esattamente ad un’ora dall’inizio del servizio (QUI) - la situazione sarebbe causa dei famigerati dieci anni di commissariamento.

Commissariamento che ha sempre fornito un perfetto capro espiatorio alla politica locale e che in passato è stato elogiato o criticato a fasi alterne (LEGGI). Ed è proprio un ex commissario ad intervenire durante la stessa trasmissione televisiva, ossia Massimo Scura, ricordando il suo piano d’azione per 779 posti letto, approvato dalla Regione nel 2016 e mai realizzato (QUI).

Insomma, di chi è la colpa? Perché questo si chiede il cittadino che deve farsi i chilometri per raggiungere una struttura fatiscente o inagibile. Di chi è la colpa, per gli ospedali “realizzati con la lira” e non ancora accatastati? Di chi è la colpa, per la mancata realizzazione di quei 779 posti letto?

Per adesso, l’unica colpa accertata (con una velocità disarmante) è quella di Pallaria, che nel frattempo è stato rinviato a giudizio per abuso d’ufficio (LEGGI) a seguito dell’inchiesta sull’Aterp di Vibo Valentia.