La Calabria ‘schiacciata’ dal Covid e la débâcle politica (e sanitaria) tra incompetenza, arretratezza e pressapochismo

21 marzo 2020, 12:55 Opinioni&Contributi

Sembrava impossibile accadesse ed invece, improvvisamente, abbagliante come l’innalzarsi del sole all’alba, impetuoso come il calar del buio al tramonto, anche qui, in quel lembo di terra chiamata Calabria, con grossolana superficialità ci si approccia e si convive con il terrore Covid.


di Mauro Calabretta

Uso il termine terrore, non per svilirne la gravità derivante dal contagio ma per rafforzare le ragioni e tracciarne i contorni matrici di incompetenza, arretratezza e pressapochismo. Non vi è caso capace di sfuggire agli effetti, non vi è cosa idonea ad annullarne le cause.

INCOMPETENZA. Quella mostrata da un governo regionale che ostenta tranquillità, ben conscio del suo mentire, uno pseudo controllo, mediante inutili task force (QUI), il cui solo scopo è quello di tener uniti ed appagati la pletora dei possibili contestatori; per poi richiedere l’azione dell’esercito (QUI), ultimo atto di manifesta accusa verso una popolazione ritenuta ignorante e da gestire come pecore al pascolo, dal cane di mandria.

Una regia, ancora senza volto, priva di gestione e controllo ed avara di insegnamenti, in quanto ben attenta a sottrarsi compensi fin ora maturati in assenza di azione di governo, un esempio moralmente non emulabile.

ARRETRATEZZA. Quella evidenziata dal sistema pubblico sanitario, uno spaccato agghiacciante, fatto da strutture ospedaliere fatiscenti, operatori sanitari abbandonati al destino di chi è costretto ad operare senza il minimo di protezione.

Una sanità pubblica alla quale viene offerta l’ultima stampella da quella sanità privata sempre più concorrente e sempre meno complementare, sanità privata inutilizzata che mostra generosa disponibilità e mai gratuito soccorso.

Una sanità pubblica capace di sottrarsi, come nel caso di Crotone, dove 300 dipendenti aziendali hanno ben pensato di ricorrere al regime di malattia, irrispettosi dei colleghi e di tutti i fruitori dei servizi (QUI).

Ed ancora, sulla chiusura ed indebita turnazione domenicale delle farmacie, trattate alla stregua di meri esercizi commerciali, (il virus non rispetta turni feriali o festivi).

PRESSAPPOCHISMO. Quello di una popolazione che pare solo ora aver scoperto nei e lacune di un sistema politico, e degli effetti generati dallo stesso. Una popolazione ostaggio di se stessa e delle proprie paure che non ha il coraggio di esporsi neanche ora, neanche dinnanzi alla morte.

Una popolazione non certo avara di uomini capaci, in taluni casi addirittura indirizzanti (vedi il Prof. Ettore Jorio), pronta come sempre ad importare intellighenzia non autoctona e sempre più prona alla politica ed ai suoi attori, per aver in cambio un tozzo di pane.

Ed allora, dopo questo tempo oscuro, adoperiamoci al nostro meglio.