L’aeroporto di Crotone “stretto” nella morsa dell’incertezza: ora c’è un’occasione

6 gennaio 2020, 09:43 Opinioni&Contributi

Ho detto fin da subito di aver accettato l’invio a candidarmi al ruolo di Consigliere Regionale per il mio innato ed innegabile campanilismo. Può sembrare una contraddizione, ma non lo è. È stato il mio incondizionato attaccamento a Crotone a portarmi in politica qualche anno fa ed è lo stesso sentimento - accresciuto con l’esperienza – che mi ha fatto dire di sì alla lista del Presidente, Pippo Callipo.


di Rori De Luca*

Nelle fila del governo Pugliese di questa città ho dovuto sperimentare l’amarezza per la boria con cui Crotone è stata trattata in ogni occasione vitale per le sorti sue e dei suoi cittadini. Il senso di superiorità e l’atteggiamento di sufficienza con cui la Cittadella guardava a noi era ricambiato - in modo inversamente proporzionale - dal complesso di inferiorità di quella forza politica e dei suoi esponenti.

Ho scoperto poi che si trattava di qualcosa di peggio. E cioè di vera e propria, consapevole e determinata subalternità. Ci volevano far credere che tutto quello che ci spettava di diritto, e per cui nessuno ha inteso battersi, fosse in realtà il frutto di una “graziosa concessione del nostro sovrano regionale.

E per un riconoscimento travestito da gesto compassionevole, abbiamo ottenuto il corrispondente scippo. La sottrazione di diritti fondamentali, l’inesorabile spinta verso il basso. Che ci ha condotto ad essere ultimi ed a credere di meritarlo.

Questa ingiusta mistificazione fa indignare ed è venuta l’ora che finisca. Per lasciare il passo al riconoscimento pieno ed incondizionato del valore che Crotone rappresenta per l’intera regione che dovrà esser in grado di comprenderne il potenziale e creare le condizioni per realizzarlo, valorizzarlo ed espanderlo. Se vuole salvarsi essa stessa.

Ma oggi siamo ancora nella “vecchia” realtà e ne prendiamo atto. Una cosa mi sta particolarmente a cuore: l’aeroporto di Crotone. E in questi giorni ho letto due notizie riferite proprio all’aeroporto. La prima è il comunicato con cui il ComitatoCrotone deve volareannuncia una svolta apparente nella vicenda che riguarda il nostro scalo.

L’altra, il trionfale annuncio dell’ordine del giorno ottenuto dalla deputata crotonese Elisabetta Barbuto nell’agenda di governo sugli oneri di servizio pubblico.

Le due notizie sembrano positive. Ma è solo apparenza. Apparenza per quanto attiene la possibilità concreta di cambiare il destino della scalo, che vivacchia nel limbo dell’incertezza e della mancanza di risorse e idee. È importante per me chiarire che l’azione del Comitato “Crotone deve volare” è encomiabile. È virtuosa la resilienza con cui privati cittadini cercano di colmare l’assenza di politica ed istituzioni. Riuscendoci anche, sebbene in parte.

Vedranno a breve il Ministro dei Trasporti attuale, Paola De Micheli, e poi l’Ente da cui dipendono le sorti degli scali nazionali (QUI). Il motto per il quale i problemi di Crotone non possono risolversi a Crotone è - al contempo - desolante ed ovvio.

Non mi sembra altrettanto lodevole l’annuncio dell’ordine del giorno approvato alla Camera. Considerare gli oneri per la continuità territoriale una risposta ai problemi dello scalo crotonese è un imbroglio, una frottola.

Gli “oneri di servizio” sono esclusivamente uno strumento per assicurare che un vettore (o più) includano Crotone tra le rotte di loro interesse. Potendo contare su una risorsa economica e finanziaria che prescinda dalla effettiva economicità del posizionamento. Una sorta di “contributoesterno che trucca il risultato della gestione e neutralizza eventuali perdite.

All’aeroporto di Crotone non serve una magia effimera e temporanea. Serve un Piano Industriale che preveda visione, risultati potenziali e risorse. Servono idee chiare, un management competente e risorse finanziarie per attuare quel Piano.

In questa partita il ruolo determinante è stato ed è quello della Regione Calabria. Per il danno e per la sua responsabilità. Debitamente condivisa con la classe politica crotonese che ha permesso questa distorsione.

Nel “salvataggio” dello scalo – dunque – le scelte determinanti saranno prese in Regione. La Regione ha scritto e dovrebbe controllare l’attuazione del Piano Regionale dei Trasporti (PRT), approvato nel 2017 (dopo quasi vent’anni da quello precedente) ed ispirato, quanto al trasporto aereo, al “Piano Nazionale degli Aeroporti” che ha riconosciuto Crotone (ed anche Lamezia Terme e Reggio Calabria) tra gli scali di interesse nazionale.

Anche in questo campo, Crotone ha pagato il prezzo di essere una città derelitta, affidata ad una classe dirigente senza competenza, ispirazione e idee.

Nel 2017 si è celebrato lo scontro diretto tra la città - con la sua società nata proprio per aggiudicarsi la gara per la gestione dell’aeroporto - e il suo socio/nemico. La Regione di Mario Oliverio. La città ha vinto tutte le battaglie della guerra giudiziaria. Il Governatore, invece, ha vinto (con la complicità del governo cittadino) la guerra per affidare la gestione dello scalo pitagorico alla società lametina Sacal che era già allora in profondissima crisi.

La scelta è stata scellerata. Oggi l’aeroporto di S. Anna langue in un limbo di improvvisazione e trascuratezza. Niente strategie, nessuna ambizione, zero risorse. Il piano industriale della Sacal (che mai ha voluto renderlo noto formalmente) prevede un investimento complessivo di 4,5 milioni euro in trent’anni. Di questi 2,5 milioni riguardano le manutenzioni. Ne restano 2, ovvero un investimento medio di sessantamilacinquecento euro per ogni anno di gestione.

La società crotonese di cui vi ho parlato ne aveva previsti 50 di milioni da investire. No comment. Fin qui la denuncia. Ma serve una proposta, un’idea e una visione concreta. La soluzione è una decisione. Che Crotone deve assumere condividere con la Regione. Quella di gestire in prima persona e in modo indipendente il suo scalo.

Con due possibili modalità: un nuovo affidamento con gara della concessione, ovvero l’ingresso della città nel capitale sociale e nel consiglio di amministrazione di Sacal. Sono questi i presupposti minimi per qualsiasi progetto e programmazione strategica.

Gli operatori privati hanno da tempo manifestato il loro interesse a concorrere ad un Piano serio e attuabile, attestando l’importanza economica e infrastrutturale della potenziale joint-venture con il Comune di Crotone e la Regione. In questa condizione serviva un’occasione. Adesso c’è.

* Io resto in Calabria