Vicenda Ezio Scida, altro che finita! L’inerzia alla “crotonese-maniera” e la quasi certezza di un nuovo stop del Mibact

19 settembre 2019, 13:34 Opinioni&Contributi

Ci risiamo. La vicenda dello stadio registra un altro colpo di scena, almeno per chi si ostina a vivere alla giornata, rinunciando a prendere atto della realtà e nascondendo la testa sotto pochi centimetri di sabbia. Perché tutto era prevedibile ed anzi previsto. Peccato che a farlo sia proprio chi dovrebbe condurre la città a realizzare uno dei suoi tanti diritti.


di Rori De Luca*

Il Sindaco ha abdicato. Ha lasciato vuoto il suo spazio, una città senza guida. E si è consegnato ai giuristi, Giudici e avvocati, che decideranno come governarci. Il vuoto di potere è sempre più clamoroso ed i danni che produce sono sempre più gravi. Questo è il prodotto inevitabile dell’incompetenza.

A leggere ed ascoltare le dichiarazioni degli avvocati (della società FC Crotone nel caso specifico) si rimane confusi. Tutto vero. Il Ministero è intervenuto ed ha destituito il Sovrintendente Pagano, annullando in auto-tutela il suo ennesimo atto che aveva come obbiettivo la demolizione delle tribune dell’Ezio Scida (QUI).

Quando quel documento fu notificato, infatti, era chiaro che Pugliese era battuto da Pagano sul suo stesso campo, l’incompetenza.

La soluzione alle ambasce dei tifosi crotonesi era dunque affidata all’incapacità amministrativa perché il provvedimento di demolizione era talmente scarso da consentire un altro ricorso al TAR e da far prevedere una facile vittoria.

Tutto bene, quindi. Pugliese ha tirato un sospiro di sollievo, ha passato la palla agli avvocati e si è lasciato il problema alle spalle (o almeno così credeva).


il Dg del Ministero ritira

la decisione ostile di Pagano

e si prepara ad adottarne

un’altra più "distruttiva".


Ed eccolo qui il problema, che si ripresenta sempre più minaccioso. Perché il Direttore Generale del Ministero ritira la decisione ostile di Pagano e si prepara ad adottarne un’altra; più attenta, motivata, circostanziata e distruttiva.

Presto ci sarà una nuova notifica, una nuova ordinanza, un nuovo atto che intimerà al Comune di rimuovere quelle opere, e questa volta non ci saranno lacune, mancanze e strafalcioni. Non ci sarà scampo.

La società si aspetta un tavolo per discutere. Il Comune si augura, a sua volta, qualcosa di simile. Questa vicenda è un archetipo, un esempio perfetto di incompetenza e inerzia “alla crotonese-maniera”.

Fin da quando tutto ha avuto inizio nel luglio del 2016, con un percorso improvvisato e traballante. Già allora, ottenuto il termine provvisorio di due anni (QUI), tutto è stato lasciato andare al suo destino. Passata la nottata tutto si sarebbe sistemato, da sé.

È questa la malattia, questo è il tema. Nessuno si occupa delle cose, nessuno affronta i problemi, nessuno sceglie e programma e nessuno agisce. Il tempo trascorre inesorabile, scade ed infine ci travolge con effetti prevedibili ed ignorati.

Ed eccoci a noi. Da luglio 2016 a luglio 2018, niente di fatto. Da luglio 2018 (data di adozione della delibera di Giunta Comunale che ha programmato – per la prima volta – le azioni da compiere) (LEGGI) a luglio 2019, nessun movimento. Da luglio 2019 ad oggi, non pervenuto.

Adesso gli avvocati hanno preso il posto delle istituzioni ed invocano le benevolenza ministeriale, augurandosi di essere ammessi a conferire con chi decide. Si sono avvicinati troppo al ruolo istituzionale e ne hanno contratto la malattia.

Fingere che vada tutto bene, dimostrarsi tranquilli e confidare nella provvidenza. Mentire, sapendo di mentire. Buona fortuna.

* Sentire Crotone