Il nuovo progetto politico di TrasPArenza e l’economia 3.0 che parte dall’infinita ricchezza dei più poveri

3 settembre 2019, 15:26 Opinioni&Contributi
Enrico Caterini ed Ettore Jorio

Per prima cosa, aderisco. Accetto, partecipo, mi iscrivo, mi impegno e con me invito le forze ideali che da settimane hanno deciso di non rimanere più a guardare quello che succede, ma di intervenire.


di Rori De Luca*

Aderisco alla proposta unica e mai vista prima di Ettore Jorio ed Enrico Caterini, i “Prof.” della Fondazione TrasPArenza e gli ispiratori delle sue ambiziose idee di crescita e sviluppo in terra calabrese.

Mi sento chiamato - come siamo chiamati tutti in questi tempi - e dunque rispondo, come tutti dobbiamo rispondere in questo momento. Attendere, soprassedere, restare fermi non è più permesso, neppure a uno solo dei calabresi.

Perché succede tutto in questi tempi. Succede in fretta e i più attenti, i più sagaci ed i più esperti corrono ad interpretare i segnali per primi. Perché tutto succede mentre siamo alle porte di cambiamenti consueti. Sembra una contraddizione in termini ed in effetti lo è.

La parola “cambiare” ormai non fa più effetto. I Prof. hanno capito prima di altri che è il tempo di alzare il tiro e aumentare la posta, per giocarsi tutto. Il presente e il futuro della Calabria dipende dalla nostre scelte.

A dirlo pare un’utopia, che i Calabresi – i più liberi poi – abbiano in mano le proprie sorti. I numeri e l’esperienza (ed anche “i Prof.”) dicono invece che è proprio così. Questa Regione ha un Presidente che è stato voluto dal 27% (ventisettepercento!) dei calabresi che avrebbero diritto a votare. Si sono astenuti il 56% (cinquantaseipercento!) delle donne e degli uomini di questa terra.


Lo ha capito anche Beppe Grillo che

in Italia occorre cambiare prospettiva


Oggi occorre chiedere loro di sentire. Sentire il dovere di decidere. Per farlo, però, non saranno sufficienti programmi, proclami e favole. Occorrerà con-vincere. Uno per uno, ognuno di loro.

Lo ha capito anche Beppe Grillo, che in Italia occorre cambiare prospettiva. E - svelto - ha lanciato il suo messaggio emozionale ed accorato.

Occhio! Attenti amici e calabresi. Non basta un’acrobazia. Non può essere sufficiente un salto mortale carpiato del capo (di chi lo vuole come capo…) per cambiare le cose fatte e tantomeno per scegliere bene quelle da fare. In Calabria tantomeno. Qui ci vogliono intenzione, conoscenza, determinazione, mezzi e coraggio.

La Fondazione TrasPArenza ha lanciato la sua sfida. Ovvero: Organizzare la gara, per scegliere i migliori. Migliori menti, migliori esperienze, migliori cuori. Ospitare la gara, pubblica, aperta e senza trucco. Giudicare la gara, noi tutti con donne e uomini competenti. Aggiudicare la gara e scegliere i nostri rappresentati ed il nostro Presidente.

Mai fatto prima. Mai neppure pensato prima. Solo così possiamo parlare a chi considera la politica il parcheggio di chi proviene dal nulla ed al nulla è destinato a tornare se ne perdesse i privilegi.

Così avremo donne e uomini capaci di con-vincerci che hanno gli strumenti per fare ciò che gli chiederemo di fare. Che hanno una vita precedente e che a quella sono pronti a tornare, una volta compiuta la missione. Sotto il nostro controllo costante.

I temi sono tutti noti. Il “prodotto”, come lo ha chiamato Ettore Jorio, ha titolo e indice. La vera novità in Italia è il Sud. Dove il ritardo ha prodotto disastri, ha cancellato ricchezze e generato distanza. Dal resto del Paese e tra gli uomini che lo abitano.


Tra i più ricchi che si sono creduti migliori

e i più poveri rassegnati a sentirsi i peggiori


Italiani più ricchi che si sono creduti migliori; perché qualcuno ha suggerito loro che il merito di quella ricchezza risiedesse nell’averla prodotta essi stessi, da sé e per sé. Italiani più poveri che si sono rassegnati a sentirsi peggiori; perché i migliori tra di essi a cui si sono affidati li hanno puntualmente traditi.

Il Sud oggi è la sola possibilità di rinascita per l’intero Paese. Che paga il pegno concesso alla presunzione di concepire l’autonomia come appannaggio a senso unico. E invece, l’autonomia è lo scopo di tutti, la meta per ognuno. A pochi, semplici patti e condizioni.

Beppe Grillo ha molta paura di aver sbagliato davvero strada e allora ci mostra come abbiamo sprecato il nostro tempo a combatterci per meschine prebende, trascurando il “cambiamento” che il mondo ha già iniziato a far accadere.

Dice cose vere, Grillo, per il motivo sbagliato. Invita gli italiani a guardare al mondo contemporaneo che è ormai uscito dalle logiche industriali primitive dello sfruttamento delle risorse a danno del pianeta, per ispirarsi all’enorme potenziale che la tecnologia attribuisce alla crescitasostenibile”.

Fare la pace con madre natura, firmare la tregua con l’ambiente è la sola via. Lo dice la scienza, lo conferma l’economia 3.0 e lo propone - prima nel mondo - l’Europa in divenire.

E dove l’inversione clamorosa del modello da lineare a circolare ha maggiore possibilità di avvenire? Al Sud. In Calabria. Dove il deserto che occupa le reliquie post-industriali e post-agricole ha una dimensione tale da divenire semplicemente lo spazio ideale della nuova rivoluzione industriale eco-sostenibile.

Un’area perfetta per adottare un prodotto pensato per accogliere produzioni ad altissimo valore tecnologico ed ecologico, favorendole con misure ed aree di contribuzione fiscale e liberalizzazione economica.

Zone Economiche Speciali estese e connesse. Canali di comunicazione marittima ad altissimo potenziale di sviluppo. Materie prime naturali in proporzioni uniche. Modelli economici innovativi e occupazione etica.

Se manca qualcosa saremo noi, sarete voi a dirlo. Questa è la ricchezza (infinita) dei più poveri. Che ci renderà protagonisti del passaggio epocale e porterà con sé la liberazione.

Sanità, mobilità, lavoro, pacificazione e generosità sociale ci sono stati promessi da ogni sorta di saltimbanco elettorale.

In “Fondazione” nessuno può auto-referenziarsi, chi vuole proporsi deve sottoporsi a noi tutti. I problemi li conosciamo già, dallo sfidante vogliamo le risposte. Da qui può partire il confronto sotto gli spalti della Tribuna Politica di TrasPArenza. Per giudicare le donne e gli uomini che avranno il coraggio di candidarsi a guidare questo nuovo corso storico. L’orgoglio per sconfiggere i preconcetti e le qualità per farlo.

Giudicheranno i Calabresi e sceglieranno loro. Conosceranno stavolta. Conosceremo noi stessi e avremo la guida che ci meriteremo, per condurre Crotone, la Calabria e il Paese al tempo del mondo.

* Sentire Crotone