Discariche zero ed emergenza rifiuti, rivedere il Piano per migliorare la gestione

10 giugno 2019, 08:05 Imbichi

Entro la fine del mese scopriremo se la Sovreco continuerà a ricevere i rifiuti provenienti da tutta la Calabria. Nel frattempo non ci si dota di nuovi impianti e le gare per il trasporto dei rifiuti fuori regione vanno deserte. Il tutto a ridosso della stagione estiva, in una condizione emergenziale che rischia di aggravare ulteriormente i costi per i cittadini.


di Francesco Placco

La “chiusura” dei cancelli di una delle più grandi discariche calabresi è stata rimandata. Inizialmente prevista per il 1° febbraio scorso (LEGGI), la spinosa questione richiese l’intervento del TAR, che decise per una proroga di quattro mesi.

Proroga necessaria al fine di stabilire una “exit strategy” per porre un rimedio all’emergenza rifiuti, e che si concluderà a partire dal prossimo primo luglio.

Exit strategy che ad oggi non esiste e che di fatto ripiomba l’intera Regione sul baratro di una nuova emergenza rifiuti a ridosso della stagione estiva.

Uno dei più importanti impianti regionali - quello di Columbra, poco lontano da Crotone - aveva già esposto le criticità dovute alla mancanza di volumi di abbancamento disponibili, in quanto già contrattualizzati con terzi e dunque non utilizzabili dalla Regione per il conferimento dei rifiuti.

Una situazione spinosa e destinata a divenire cronica, che ad oggi sembra essere bloccata in un vicolo cieco. Mentre da una parte la Regione Calabria rimane irremovibile e cristallizzata allo slogan “discariche zero” (LEGGI), dall’altra punta all’ampliamento di un altro impianto, quello di Scala Coeli (LEGGI), passando anche per l’autorizzazione della famigerata discarica di Giammiglione.

L’alternativa, infatti, aldilà degli slogan, è l’invio dei rifiuti fuori regione. Una procedura più costosa, per la quale è stimato almeno un raddoppio dei costi per le utenze (ovvero per i singoli cittadini), con picchi specialmente nelle aree rurali e difficilmente raggiungibili. Alternativa che ad oggi appare anche come poco percorribile, viste le due gare effettuate ed andate completamente deserte.

Può una regione come la Calabria fare affidamento solo su una discarica privata? Una domanda che si sono posti in molti, in primis Legambiente che già da tempo denunciava l’attuale scenario (LEGGI).

L’alternativa sarebbe quella di rivedere il piano “discariche zero” e favorire la realizzazione di nuovi impianti per il trattamento, la gestione e lo stoccaggio dei rifiuti.

Evitare una presa di posizionea prescindere” per lasciare spazio ad una concreta e pragmatica analisi: anche i calabresi producono rifiuti e non avere impianti adeguati non farà altro che contribuire ciclicamente alla formazione dei cumuli di rifiuti su marciapiedi e bordo strada.