Sculco se ne faccia una ragione: la schiena dritta non è da tutti

7 novembre 2018, 16:47 Politica.24

L’onorevole Enzo Sculco, leader de “I DemoKratici”, attualmente forza di governo a Crotone, ha sentito la necessità di replicare agli articoli di "fondo" pubblicati negli ultimi giorni dalla nostra testata, inviandoci una lettera che a seguire pubblichiamo integralmente, non prima però di una precisazione da parte della direzione del nostro giornale.


di Vincenzo Ruggiero

Esterrefatti, stupiti del come un uomo politico, o sedicente tale, risponda senza argomenti e in maniera così confusa, senza entrare nel merito delle questioni, con frasi e battutine miseramente pretestuose, insinuandoci il dubbio che con il trascorrere degli anni vada prevalendo in lui più il ruolo di mestatore della politica che non quello di mediatore sindacale.

Ma se ne faccia una ragione l’onorevole Sculco: non si è tutti "cagnolini" scodinzolanti in attesa di una ciotola di polpette sventolata sotto il muso.

Così come non si è tutti proni ai piedi di boriosi presunti “eroi” il cui sangue pare sia tanto caro agli Dei. Non si è tutti devoti sacerdoti di una “parrocchia” autoctona dalla “fede” autoreferenziale e monoteista.

Soprattutto, non si è tutti codardi Don Abbondio, personaggio nemmeno tanto caro al Manzoni, più affezionato invece ai “Bravi”.

Se ne faccia una ragione l’onorevole Sculco: c’è chi è consapevole e soprattutto fiero della sua storia, che ha scritto da solo le pagine della sua autonomia ed indipendenza, del suo orgoglio e libertà. Della sua schiena dritta.

Se ne faccia una ragione l’onorevole Sculco: fin quando determinerà le scelte politiche, economiche e sociali della comunità che ci appartiene - e non che gli appartiene - conto dovrà darne. Anche a noi!

Sappia poi, l’onorevole Sculco, che l’uso degli pseudonimi non è certo nostra invenzione ma - piaccia o meno - appartiene alla storia della cultura umana e con illustri predecessori: da Fernando Pessoa a Stephen King, da Agatha Christie a George Orwell, da Italo Svevo a Andrea de Chirico. Finendo al Ghino di Tacco inventato per Craxi nientepopodimeno che da Eugenio Scalfari.

Sappia ancora, l’onorevole Sculco, che i nostri articolisti non saranno certamente prestigiosi come gli illustri antenati, ma che conoscono bene ciò di cui scrivono così come bene fanno a non cedere ai “piaceri della carne”, resistendo con pudore - forse anche per vezzo estetico - al richiamo della “firma”, sottraendosi al pregiudizio sempre insano e vendicativo.

Sappia poi, l’onorevole Sculco, che l’anonimato sì appartiene a chi non sia in alcun modo rintracciabile, ma non alle colonne di un giornale con tanto di direttore, protocollo in tribunale, gerenza in pubblicazione, indirizzo e civico.

Sappia inoltre, l’onorevole Sculco, che dietro al nostro giornale si “nasconde” (questo è vero!) un “gruppo di potere” - composto da qualche migliaio di persone - che risponde al nome di lettori-cittadini-contribuenti, che per qualche ragione pare siano anche i suoi maggiori azionisti. O forse no?

Sappia ancora, l’onorevole Sculco che le gatte non covano, tutt’al più miagolano; e che sono avvezze a cercarsi la pappa da sé, anche su strada e con i rischi del caso; fiere, orgogliose della loro indipendenza, schive, selvatiche e per niente addomesticabili, per natura; come per natura un po’ permalose e pure diffidenti, soprattutto del genere umano.

Sappia infine l’onorevole Sculco, che a covare sono invece le galline, anche quelle dal cui orifizio fortunato qualcuno s’aspetti fioriscano uova d’oro.



di Enzo Sculco*

Egregi amici della redazione di CN24,

innanzitutto un sincero ringraziamento per le tante attenzioni e i tantissimi articoli che mi dedicate, un pensiero, il vostro, che mi fa sentire meno solo, ma che soprattutto mi regala una popolarità per certi versi immeritata.

L’amico e compagno di mille avventure, Vito Barresi, che tanti incarichi ha ricoperto nella sua esperienza accanto a me, il pungente, si fa per dire, Sr l'impertinente, l’arguto e placido Mastino dei Baskerville, il don Abbondio che agisce alle spalle, e tutti gli altri amici della vostra redazione, sono ormai una compagnia quotidiana di cui non riesco più a farne a meno.

Grazie, grazie, veramente grazie di vero cuore!

Riguardando le vostre pagine mi sono sorpreso della “produzione culturale” a me dedicata. Onestamente non credo di meritare tutto questo.

Ma analizzando meglio e in modo approfondito gli “scritti”, non posso non nascondere un velo di preoccupazione, che mi spinge quasi a dire: “Qui gatta ci cova!”

L'immagine di una gatta che cova (solitamente riservata alla gallina che cova l’uovo) viene utilizzata quindi per descrivere una situazione in cui ci sia un elemento stonato, che insospettisce.

Nella mia vita ho sempre avuto rispetto per l’opinione altrui, soprattutto di quella espressa dalla stampa che svolge un “ruolo nobile” nell’informare e approfondire temi e argomenti della nostra quotidianità.

Un ruolo che però stride con taluni atteggiamenti di chi teorizza realtà senza alcuna prova o testimonianza. Riportare notizie, fatti, accaduti è un dovere, ma travisare o disegnare scenari fantasiosi comporta una degenerazione fattiva se si tenta di farli passare per verità.

Fare tutto questo poi, in perfetto anonimato, utilizzando pseudonimi, e così nascondendosi, senza assumersi la responsabilità di ciò che si afferma, dà l’immagine di una buffa “armata Brancaleone” (lo Stronz(i)o, il cagnolino, l’uomo dei mille incarichi che non ha mai concluso nulla), sembra quasi di essere in un cartone animato di serie c. Un po’ di serietà vi prego…

Non potete nascondervi dietro i cappucci come gli appartenenti del Ku Klux Klan, non è nobile.

Mostratevi, fatevi vedere, siate limpidi!

Costruire “castelli di bugie” rivela in chi lo fa il fatto che la realtà che li circonda non li soddisfa ed è più facile mentire che cambiarla.

Ma torniamo alle mie preoccupazioni, perché tali sono, in piena sincerità.

Fissarsi su un unico argomento a cui legare tutti i fili dell’agire quotidiano, potrebbe essere il sintomo di un disturbo ossessivo compulsivo.

Secondo la classificazione del DSM 5, il disturbo ossessivo compulsivo è un disturbo caratterizzato dalla presenza di ossessioni e/o compulsioni. Il sintomo centrale è la presenza di ossessioni e compulsioni o sole ossessioni, per un tempo significativo della giornata (un’ora o più al giorno) che interferiscono con le attività del quotidiano (lavoro, studio, vita di relazione, cura della casa o dell’igiene ecc.).

Mi auguro che gli amici di CN24 non abbiano problemi di salute, o disturbi di tal tipo, e se, come penso, siano in salute, allora sarei portato a pensare che dietro questo “accanimento mediatico” potrebbe celarsi altro e siccome non sono dotato della fantasia delle argute penne di CN24 lascio a voi e ai lettori dedurre cosa ci possa essere.

Non vorrei che l’unico obiettivo di questa azione fosse il tentativo di un ex “gruppo di potere”, abbondantemente pasciuto alle mammelle della Pubblica Amministrazione, ed oggi orfano di questo sostentamento, di tentare un “ritorno in auge”, un nuovo assalto alla diligenza, magari stuzzicato dalle tante risorse che questa amministrazione e questa coalizione ha procurato per la città di Crotone.

Se così fosse, posso tranquillamente affermare, a voce alta e forte che, mi dispiace, ma “non c’è trippa per gatti”! Come dicono in Toscana in talune circostanze.

La frase “non c’è trippa per gatti” indica che è finito il tempo dell'abbondanza e della speculazione gratuita, quando una volta si andava dal macellaio su una buona spesa alla fine uno diceva (ha qualcosa per il mio gatto?) e rimediava lo scarto della trippa, ma con i tempi duri il macellaio la trippa se la vende.

Approfitto di questa opportunità, per chiarire che le ricostruzioni di incontri, riunioni, diverbi e “cazziatoni” vari, oggettivamente supera di gran lunga la verità dei fatti, tant’è che, puntualmente, vengono riportate senza fonti e senza documentazioni oggettive, e senza mai produrre un contradditorio.

Potremmo anche affermare a questo punto, che l’armata Brancaleone se la canta e se la suona.

Se poi fare riunioni politiche, organizzare incontri, spronare una Giunta a fare sempre di più e meglio, sospingere una macchina amministrativa a spendere le risorse intercettate e a spenderle bene e per il solo interesse della città, se tutto questo costituisce un reato, allora l’ammetto: sono reo confesso.

Ma io la politica sono abituato a farla così, con il contatto diretto e quotidiano con la gente, con il confronto di idee e posizioni diverse, dialogando e perché no anche litigando a volte. Penso che questo metodo sia molto più costruttivo dell’atteggiamento dei “leoni da tastiera”, di tutti coloro che esprimono le proprie idee, e molto spesso giudizi se non sentenze, da dietro un computer.

Coloro che giudicano gli altri sono ipocriti, e si mettono - erroneamente e anche presuntuosamente - al posto del Signore. E verranno giudicati allo stesso modo. (Papa Francesco)

Non posso che concludere questa mia lettera invitandovi a partecipare alle nostre riunioni, ne sarei felice, perché oltre a Vito, probabilmente anche gli pseudonimi, nel passato vi hanno partecipato, in modo tale da poterle raccontare in modo diretto.

In tal modo vi accorgerete che “congiure”, “complotti”, “lotte per la successione” etc etc, sono soltanto il frutto di fantasie represse di chi ha deciso di non scendere in campo a giocare la partita, ma di stare seduto sugli spalti a criticare i giocatori. Oggettivamente, un atteggiamento questo di cui la città, con il enorme carico di drammi e problemi, non sente alcun bisogno.

È più caro agli Dei il sangue degli eroi che l'inchiostro dei filosofi e le preghiere dei devoti

Sono consapevole che questo mio intervento non “pacificherà” gli animi, ma anzi li spingerà ad essere ancora più aggressivi, ne sarò profondamente dispiaciuto, d’altra parte non posso farmene una colpa perché per “tante puntate” vi ho lasciato sfogare, ma adesso, sono convinto, che abbiamo vicendevolmente altro da fare, o per lo meno io si!

Cordiali e amichevoli saluti.

* Leader de “I DemoKratici”