Crotonesi sempre più “alla canna”. Di nuovo senz’acqua: “tartassati” e beffati

4 aprile 2018, 12:03 Sr l'impertinente

“È ormai tempo di considerare l'accesso all'acqua potabile e ai servizi sanitari nel novero dei diritti umani, definito come il diritto uguale per tutti, senza discriminazioni, all'accesso ad una sufficiente quantità di acqua potabile per uso personale e domestico - per bere, lavarsi, lavare i vestiti, cucinare e pulire se stessi e la casa - allo scopo di migliorare la qualità della vita e la salute”. (Risoluzione Onu del 28 luglio 2010)


di Sr* l'impertinente

Evidentemente, però, e alla luce di quello che sta accadendo. Crotone è fuori dall'egida dell'Onu, dove la risoluzione appena citata è sempre più frequentemente disattesa.

Le condizioni dei servizi, non solo quello dell'acqua, nella città che fu di Pitagora sono ridotti talmente male da poter quasi esser considerati alla stregua, e spesso, di quei paesi in cui la stessa Onu manda i suoi caschi blu.

In effetti a vedere la situazione delle strade e di alcuni edifici fatiscenti in alcune zone - non solo periferiche - del tessuto urbano, il paesaggio è quanto mai simile a quelli che hanno subito dei bombardamenti.


“Gli Stati nazionali dovrebbero dare priorità all'uso personale e domestico dell'acqua al di sopra di ogni altro uso e dovrebbero fare i passi necessari per assicurare che questo quantità sufficiente di acqua sia di buona qualità, accessibile economicamente a tutti e che ciascuno la possa raccogliere ad una distanza ragionevole dalla propria casa”. (Risoluzione Onu del 28 luglio 2010)


Leggendo quest’altra risoluzione viene sempre più il sospetto che Crotone sia proprio una Repubblica a sé, che non faccia parte neanche dell'Italia e della Calabria; che ha abbia leggi e codici tutti suoi.

Qui, infatti, non solo non viene spesso assicurato un servizio definito essenziale per l'uomo, ma i cittadini vengono perfino presi in giro sulla comunicazione del disservizio.

Se n'è avuta conferma nell'ultimo caso, quello dell'interruzione della fornitura idrica in città causata da lavori indifferibili a cura del Corap e che hanno portato alla chiusura del serbatoio comunale.


“L'acqua non solo è essenziale per la reale esistenza della vita, ma è anche una necessità basilare per il progresso economico e sociale di una comunità. Non dovremmo dimenticare che la culla della civiltà umana si trova nelle valli fluviali; la fornitura d’acqua è dunque un requisito fondamentale per il rapido sviluppo delle attività economiche di una nazione e per il benessere del suo popolo”. (Haile Selassie)


Il 3 aprile il Comune di Crotone ha fatto sapere, per conto di Congesi, che “vista la comunicazione del Corap …, con la quale comunicano la necessità di effettuare un intervento di manutenzione urgente sulla condotta regionale di adduzione al potabilizzatore di Crotone, sentito il responsabile Sorical del succitato potabilizzatore, il quale a sua volta ci informa che a partire da questa sera sarà costretto ridurre drasticamente la portata idrica riservata ai serbatoi comunali”.

Ed ancora: Congesi scrive che nella giornata del 4 Aprile, “si prevede che l’erogazione idropotabile potrà subire delle diminuzioni e/o interruzioni, in alcune zone della città, in particolare le zone più alte della città e le frazioni Papanice ed Apriglianello, saranno soggette a maggiore criticità”.

A parte il litigio con le lingua italica e con la normale comprensione di ogni individuo con cognizioni intellettive medie, si evince che potevano esserci dei disagi o delle interruzioni circoscritte, ma non altro. Invece, non è stato così.


“Immaginiamo di dover vivere in un mondo dominato dall'ossido di idrogeno, un composto che non ha sapore né odore, ed è così variabile nelle sua caratteristiche che, pur essendo generalmente benefico, a volte si rivela improvvisamente letale. (..) Noi lo chiamiamo acqua. (Bill Bryson)


Infatti, sempre oggi arriva un aggiornamento della stessa Congesi, sempre tramite il Comune, che cambia completamente le carte in tavole, a sfavore, naturalmente, dei cittadini: Congesi comunica che facendo seguito alla nota di ieri, a differenza di quanto comunicato, la società Sorical dalle 19 di ieri sera ha interrotto completamente (anziché ridurre) la fornitura al serbatoio di accumulo di Vescovatello Alto”.

La conseguenza è che tutta la rete idrica servita dal succitato serbatoio è completamente vuota, nello specifico la fornitura … è stata interrotta nelle seguenti zone della città: Centro Storico, via S. Leonardo, discesa S. Leonardo, viale Gramsci, viale Magna Grecia e traverse, via Risorgimento, via Libertà e traverse, via Falcone, via Borsellino, parco Carrara, via Matteotti, via Roma (parte alta), via Venezia (parte alta), via S. Croce, via Paternostro, via S. Francesco, via Carrara, via Manna, via G. Da Fiore, via Nazione Unite e traverse, zona Lampanaro”.

Alla faccia dei disagi circoscritti!


“L’acqua è un diritto di base per tutti gli esseri umani: senza acqua non c’è futuro. L’accesso all’acqua è un obiettivo comune. Esso è un elemento centrale nel tessuto sociale, economico e politico del paese, del continente, del mondo. L’acqua è democrazia”. (Nelson Mandela)


Entra quindi in scena nuovamente la Sorical, che ha assetato la città, a dire di Congesi perpetrando questa guerra infinita dell'acqua che vede come vittime gli utenti, che l'acqua eppure la pagano!

Cittadini che sono sempre più esasperati e che cominciano a credere che se si continua con questa situazione di incertezza e di disagi, serviranno davvero i caschi blu dell'Onu, ma per difendere le sedi delle aziende interessate: che dovrebbero fornire quello che è un servizio essenziale: in tutte le realtà del mondo ma non a Crotone.

* Simbolo dello Stronzio