Parrilla lo Zar di Cirò: tra i brindisi in Russia e la fame in Provincia tutto finisce a “tarallucci e vino”

20 dicembre 2017, 09:20 Sr l'impertinente

Il noto scrittore della beat generation, Charles Bukowski, soleva dire: “il genere umano ha molte debolezze, ma le due principali erano: incapacità di arrivare in orario e incapacità di mantenere le promesse”. Se, poi, del genere umano ci si concentri soprattutto sulla “forchetta” di politici e amministratori e, geograficamente, si restringa il campo al territorio crotonese, allora le parole del buon Charles pare assumano ancor più peso e valore.


di Sr* l'impertinente

“Valore”: a cui si si attribuiva in passato la “parola data” che misurava la consistenza stessa di un uomo, evidenziandone credibilità e sostanza, rispetto a chi, invece, “fa solo parole”.

Adesso, invece, proprio il largo concetto di “parola” sembra aver perso peso e significato e, specie in quest’ultimi tempi, si assiste ad un autentico stillicidio di promesse, annunci, mistificazioni. Verbali e vergate.


Ben altri tempi quelli in cui don Luigi Sturzo sosteneva:

“È primo canone dell'arte politica essere franco e fuggire dall'infingimento;

promettere poco e mantenere quel che si è promesso”.


Esempi di parole non mantenute ce ne sono tanti, ed in particolare nel palazzo di via Mario Nicoletta, dove da quasi due anni i lavoratori di Gestione servizi Spa e, da qualche mese, anche quelli della Provincia, sono senza stipendio.

Le difficoltà principali nell'ente intermedio sono dovute alla mancanza di risorse che non consentono di erogare servizi e salari, con la conseguenza di famiglie ormai ridotte sul lastrico ed esasperate anche dalle troppe promesse, mancate appunto.

Il suo presidente Nicodemo Parrilla fino a poco tempo fa - e non senza il suo tipico “arritto - gridava a consiglieri provinciali e giornalisti che le colpe erano della Regione, nei cui confronti la Provincia vantava un credito di circa 10 milioni di euro.

Ai dipendenti di Gestione Servizi che chiedevano lumi, lo stesso Parrilla aveva assicurato che sarebbe andato lui stesso a parlare, il 13 dicembre, con il presidente Oliverio per esporgli il problema: e li invitava anche a segirlo.


Per Francois de La Rochefoucauld “le promesse di certi uomini

sono come sabbie mobili che viste da lontano sembrano solide e sicure

ma si rilevano inconsistenti e insidiose”.


Il 13 dicembre il governatore è effettivamente arrivato in città: a parlarci però non c'era Parrilla, come aveva promesso giorni prima, ma i lavoratori della stessa Gestione servizi, che hanno ricevuto altre rassicurazioni.

Il fatto è che Oliverio è effettivamente arrivato in città ma per stringere accordi con l'area guidata da Enzo e Flora Sculco.

E qualche giorno dopo ecco lo stesso Parrilla annunciare ai giornali: “Abbiamo scherzato ... la Regione non ci deve niente, anzi...”.

Dal rivendicare “crediti certi e certificabili” ad un “avevamo fatto male i conti” un repentino cambio di opinione che per qualcuno “puzza” di real politick.


Secondo il noto scrittore umoristico Mark Twain:

“promettere di non fare una cosa è il modo più sicuro

perché a uno venga una voglia matta di farla”.


È ciò che è accaduto per le vicende della Provincia. Così, mentre i lavoratori dell'ente intermedio stanno vivendo nella tragica prospettiva di trascorrere il Natale senza vedere un becco di quattrino, il buon Parrilla ha mandato una nota in cui dà conto della sua visita in Russia.

A dire il vero, però, non era andato nella Repubblica Autonoma dell’Udmurtia, nella Federazione Russa, in qualità di presidente della Provincia ma come numero uno dell'associazione Città del vino.

Mentre Parrilla alzava bicchieri e risollevava le sorti della bilancia commerciale italo-russa (almeno a leggere la nota), il calice amaro rimane sulle tavole ma dei lavoratori, che rischiano di restare miseramente vuote.


“Non vi è nulla di più disastroso per l'individualità che mantenere le promesse,

a meno che non sia ancora più disastroso per essa il dire la verità”,

affermava convintamente Oscar Wilde.


Il presidente della Provincia, stando al resoconto fotografico della sua visita in casa Putin, pare essersi trovato assai bene, anche perché in molti, dopo averlo conosciuto, lo hanno assimilato ad uno Zar: titolo usato per i sovrani dell'Impero russo dal 1561 al 1721 e - va ricordato – adottato ufficialmente e per prima da Ivan IV il Terribile.

Nelle lingue slave è stato usato spesso per tradurre la parola imperatore.

Per chi lo conosce bene, sa che, per i suoi atteggiamenti a volte non certo ortodossi e per il suo modo di porsi, Parrilla pare proprio essere l'imperatore della piccola Provincia di Crotone: magari lo ricorderemo postumo con il nome di “Nicodemo il cirotano”.


“Le promesse e la pastafrolla sono fatte

per essere infrante”, diceva Jonathan Swift.


Forse per questo a Crotone, terra delle “parole” mancate, tutto tende a finire, manco a farlo apposta, proprio a “tarallucci e vino”.

E chi può saperlo meglio degli altri se non il presidente dell'associazione che unisce le città con una forte tradizione per la “bevanda derivata dalla fermentazione alcolica, completa o parziale, del mosto dell'uva”?

* simbolo dello Stronzio