M5S. Se a Sorgiovanni “scappa” un Correggia: note “stonate” in un Consiglio senza opposizione

26 luglio 2017, 18:02 Sr l'impertinente
Correggia e Sorgiovanni

Quando si è in pochi, cosa si fa per poter contare di più? In contesti normali, si uniscono le forze e ci si compatta per fare “massa critica”. Com’è noto, però, a Crotone non si è nella normalità e i gruppi, più piccoli sono e più si dividono. Ne sono un esempio concreto alcuni in Consiglio comunale che, per non disturbatore “il manovratore”, si polverizzano e fanno il possibile per rendersi più innocui possibile.


di Sr* l’impertinente

Non sia mai detto che l’azione amministrativa della Giunta guidata da Ugo Pugliese possa trovare un seppur minimo intralcio, anche perché a crearsi i problemi ci pensa da sola agendo per tentativi, rivelatisi spesso fallaci.

Lo scrittore Maurice Donnay di una cosa era convinto: “I matrimoni d'oggi? Né unione, né moltiplicazione, ma delle addizioni in attesa della divisione”. Se si allarga il concetto a livello politico è quello che sta succedendo al gruppo del M5S.

In consiglio il gruppo deigrillini” è formato da due soli componenti, partiti all’arrembaggio ma, poi, pian piano adeguatesi all’andamento lento della civica assise, guidata, a mano ferma, da Serafino Mauro, Sculchiano della prim’ora.

Tra i consiglieri Ilario Sorgiovanni (che era stato anche candidato a sindaco) e Andrea Correggia, sembra che i rapporti siano ormai ai limiti della convivenza civile e che ci siano profonde divergenze politiche.

Da quanto è trapelato, l’indole “guerrigliera” di Correggia, che incarnerebbe maggiormente lo spirito grillino delle origini, non ha trovato l’amalgama con il carattere più “conciliante” del professor Sorgiovanni.

La politica, in fondo, è come il gioco degli scacchi. In tal senso, proprio lo scacchista Boris Vasil'evič Spasskij, rivolgendosi ad un suo collega, sosteneva: “La politica, secondo me, non è affare per lui. E poi la politica vuol dire divisione, non unione. Un uomo politico è uomo di gruppo, di partito”.

Qualcosa di simile sta accadendo nei grillini che in termini di liti interne specialmente nel momento di fare la lista con cui presentarsi agli elettori hanno conteso il primato perfino al Pd: ed è tutto dire!

Ormai i due consiglieri non riescono neanche a condividere la paternità di un comunicato stampa, come accadeva all’inizio dell’avventura: con queste premesse, come si può condividere scelte ed azioni?

Bisogna prenderla con filosofia, dirà qualcuno. Non a caso Osho scriveva: “L'Uno si manifesta come due a causa delle nostre limitazioni, poiché non siamo in grado di vedere il Tutto. Nell'istante in cui riusciamo a vederlo, l'Uno appare come tale”.

Il problema per l’amministrazione a guida Pugliese è che la polverizzazione non sta colpendo solo i gruppi della minoranza (chiamarla opposizione, visti i comportamenti finora tenuti, sarebbe perfino una contraddizione in termini).

Il virus delle liti intestine, infatti, sembra albergare - e non certo da questa consiliatura - tra gli scranni dove si tiene l’assemblea cittadina; quasi fosse una sorta di “maledizione” a cui nessuna amministrazione sembra poter sfuggire.

Ci sono, infatti, buone probabilità che prima della fine di questa esperienza qualche consigliere possa inviare una nota in cui attacca se stesso, anche solo per far parlare di sé e uscire dall’anonimato.

Per Jim Morrison “la divisione degli uomini fra attore e spettatori è il fatto centrale del nostro tempo. Siamo ossessionati da eroi che vivono per noi e che noi puniamo”. Quello che, però, finora si è visto in Consiglio è stato davvero un gran brutto film.

*simbolo dello stronzio