Nasce Carta di Sibari per un Mediterraneo di Pace contro il Terrorismo



Vito Barresi
Cambio Quotidiano Social



Sono tra i promotori di Carta di Sibari, Manifesto per la Pace e lo sviluppo di un grande area di Libero Scambio euromediterraneo, detta in breve Rete della Riva Sud, insieme con l’editore di La Mongolfiera Giovanni Spedicati, e con l’approvazione e l’adesione degli amici che fanno parte della Redazione della omonima Rivista ecopacifista e ambientalista calabrese. Nella prospettiva organizzativa di un prossimo FORUM DELLA RIVA SUD PER LA PACE NEL MEDITERRANEO. One sea. Many people, l’idea forza che mi ha spinto a far condividere tale progetto, parte dalla constatazione geografica e storica che sulle rive del Mare Jonio si affacciano ben 10 province italiane:Siracusa, Catania, Messina, Reggio Calabria, Catanzaro, Crotone, Cosenza, Taranto, Matera, Lecce. Tre appartengono alla Regione Sicilia, quattro alla Calabria, due alla Puglia, una alla Basilicata. Geograficamente e storicamente esse costituiscono la Riva Sud dell’Unione Europea. Il 2010 doveva essere l’avvio di una vasta area di libero scambio euromediterraneo ma così non è stato. La Rivasud rappresenta uno spazio creativo e costruttivo dove poter realizzare politiche innovative, di mescolanza e sintesi, tra diversi modelli turistici, sociali ed economici in un quadro di pace, democrazia e libertà. La Rivasud del Mare Jonio si presenta come uno scrigno di esperienze, valori condivisi e convissuti, spesso più esistenzialmente convissuti che razionalmente condivisi. La Rivasud, con le sue dieci province, può essere intesa e progettualizzata come un primo esperimento euromediterraneo di nuova sintesi tra civilizzazioni, culture, religioni. Per questo occorre saper comprendere le potenzialità e i limiti, i punti di forza e di debolezza nel contesto di specifiche strategie politiche di riequilibrio lungo l’asse Sud Europa Mediterraneo. Il progetto Carta di Sibari La Mongolfiera della Riva Sud è stato presentato ufficialmente nel convegno svoltosi il 23 aprile 2017 presso Agriturismo Colle degli Ulivi, Sibari (CS). Dopo i saluti del Vescovo di Cassano allo Ionio Mons. Francesco Savino e del sindaco della città Gianni Papasso, sono intervenuti vari relatori.


Carta di Sibari rappresenta un punto di partenza per la ripresa di un nuovo dialogo tra i popoli europei e mediterranei, per andare oltre la classica logica della coesistenza internazionale, piuttosto autoritativamente imposta dagli accordi tra singoli stati e non dall’autodeterminazione popolare, e per sviluppare una diversa relazionalità essenziale alla pace e alla crescita civile nell’area del Mediterraneo.

Carta di Sibari, prende atto che il Mediterraneo, il Mezzogiorno d’Italia, la Sicilia, la Calabria, la Basilicata e la Puglia sono diventate in quest’ultimo decennio lo snodo e l’hub, la porta d’accesso e il retroporto di una nuova geopolitica della globalizzazione, e che in tale nuova realtà, solcata da contraddizioni e problemi come il terrorismo, la sfida religiosa, le migrazioni, il cambiamento socio economico, la democrazia, i nazionalismi, la gestione delle immense risorse naturali ed energetiche, la tutela dell’ambiente e degli habitat ecologici e naturali unici al mondo, la difesa dell’eredità, del patrimonio e dei giacimenti monumentali e culturali a carattere universale, intende farsi promotrice di una rete di nuovi club della Riva Sud, nel Mezzogiorno insulare e continentale, nel contesto di quell’area di libero scambio che si intende realizzare, per agganciarsi al principiare di questa ‘nuova era del Mediterraneo’, proponendosi come un ‘punto unificatore’, capace di valorizzare le varietà culturali territoriali, a vantaggio della nascita di nuove istituzioni mediterranee, basato sulle marche e gli stemmi dell’accoglienza, dell’ambiente, della solidarietà e dell’appartenenza.

Carta di Sibari è il primo inizio di un modo di pensare meridiano a nell’orizzonte di una ‘mente mediterranea’, che si aggancia al contemporaneo processo di completamento e integrazione europea.

L’affermazione di una ‘mentalità mediterranea’ richiede un superamento degli schematismi associativi più classici della borghesia di un tempo, facendo leva proprio sulla parte più produttiva del ‘capitale sociale’, fin qui accumulato nel territorio, nelle aree regionali del Mezzogiorno e di cui questa ‘visione’, in termini reali e ideali, vuole essere una prefigurazione futura di un rinascimento mediterraneo.

Carta di Sibari è un laboratorio aperto alla società, una piattaforma che vuole installarsi e muoversi nella realtà effettuale e non virtuale, puntando a realizzare tra i cittadini italiani ed europei una nuova visione del Mediterraneo, che rivaluti e riscatti i suoi vari popoli dall’opprimente subalternità alle logiche meccanicistiche, idolatriche e fatalistiche dell’economicismo di marca liberista, nella forma di un’attiva e creativa influenza culturale e morale, contro le tendenze a limitare e manipolare la democrazia proveniente dalle forze conservatrici, promuovendo la tutela e il rispetto dei diritti inviolabili dell'uomo, sia per gli individui sia per le formazioni sociali, adempiendo al dovere inderogabile di solidarietà politica, economica e sociale.

Il Sud in questi decenni nel frattempo è mutato, tanto che in molti ormai sostengono che la ‘Questione Meridionale’ non esiste più, per cui il suo prossimo futuro sarà necessariamente determinato, non solo da Roma e da Bruxelles, ma anche da quanto avviene in tutti i paesi che si affacciano sulle coste del Mediterraneo.

Questa realtà sta provocando importanti e decisivi cambiamenti nella morfologia geopolitica del Mezzogiorno, superando la condizione di esclusione sopportata fino alla fine del 20°secolo, a tal punto da proporsi come area centrale di connessione e convergenza di popoli ed economie fondamentali per tutto il pianeta.

In questo senso, Carta di Sibari ha l’ambizione di proporsi come esperienza di associazionismo soggettivamente più vocata e titolata, a dar vita a un grande laboratorio euromediterraneo, ove svolgere un ‘trade collettivo’, che sappia focalizzare conoscenza e informazione, intorno a un ‘servizio’ che si riconosce nell’economia della reciprocità, del dono e del prestito culturale, del libero mercato e della cooperazione.

Carta di Sibari vuole altresì essere portatrice di unità e impegno contro il terrorismo inteso come male principale da estirpare dalle varie sponde del Mediterraneo.

Il terrorismo è la più insopportabile sofferenza del pianeta e dell'umanità. I Lutti che provocano tali fatti scuotono nel profondo perché nei corpi e nei volti delle vittime trucidate c'è l'animo autentico di una nuova generazione che rischia di essere annullata nella spirale della paura e della rassegnazione.

Contro il terrorismo che colpisce le piazze e le chiese, i luoghi storici e quotidiani della convivenza, spesso quelli di ogni spiritualità e religione, occorre ricominciare a parlare ad alta voce di pace nel Mediterraneo, per dialogare, aprire un varco in questa oscurità bestiale, per cominciare a condividerne un superamento in termini di coesistenza, e di inter esistenza

I media con la notizia eclatante non bastano più. Sappiamo bene a quali possibili aberrazioni può portare il corto circuito tra catena del terrore e sistema mediale a livello globale.

Occorre ritornare a tessere la tela di Penelope, riscoprire proprio da qui, da Sibari, le rotte del viaggio di Erodoto, ma anche aggiungere aggiungere qualcosa di diverso e innovativo alla vecchia logica novecentesca della cooperazione e della solidarietà.

La spirale perversa del terrore mediterraneo va spezzata e non più monitorata con i mezzi della guerra e della ritorsione. Nessun popolo può farsi trascinare nel vortice dell'odio e della cecità. Solo gli stessi popoli del Mediterraneo possono battere il terrorismo.

Il danno che questo terrorismo sta arrecando alla solidarietà tra i popoli è un danno contro ognuno di noi, un danno contro le attuale e prossime generazioni, contro le comunità e le metropoli del Mare che custodisce ancora i segni, le forme e le tradizioni di una delle civiltà più antiche e pluraliste della storia, il punto di interconnessione e inter esistenza tra tre dei cinque continenti del pianeta, l’Africa, l’Asia e l’ Europa.