Economia. Nord e Sud, chi mantiene chi? La Svimez smentisce il Bossi-pensiero

17 gennaio 2017, 08:30 Calabria Domani | di Rodolfo Bava

Sconfessato Bossi. Il Sud – “da colonia” – contribuisce in maniera determinante alla ricchezza del nord Italia. Secondo la Svimez sono necessari quattro secoli per recuperare il gap che divide il Mezzogiorno dal Settentrione del Paese.


di Rodolfo Bava | Calabria Domani

Il dottor Paolo Savona, noto economista ed ex Ministro, ha grande dimestichezza con i numeri essendo stato Direttore della Banca di Roma e Presidente del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.

Ha pubblicato uno studio, assieme a Riccardo De Bonis, della Banca d’Italia, e Zeno Rotondi, Presidente del Settore Economia dell’UniCredit, dal titolo: “Sviluppo, rischio e conti con l’Estero delle regioni italiane”, in cui fa notare che tutto il denaro elargito dal Governo Italiano al Sud d’Italia va a finire nelle regioni del Nord.

Riprendiamo testualmente dal libro: “La massa di trasferimenti pubblici che prende la via del Sud, sempre al centro di infinite discussioni e polemiche (leggere: on. Bossi e Lega), viene di fatto restituita alle altre regioni del Centro Nord sotto forma di acquisti”. E, più in là: “Dal Sud escono risorse per 72 miliardi l’anno e di questi ben 63 miliardi vanno al Centro Nord (ma soprattutto al Nord) sotto forma di acquisti netti, mentre i trasferimenti pubblici sono stimati in circa 45 miliardi”.

Cosa vuol dire questo? Dato che le produzioni sono molto limitate nel Sud, si è costretti a comprare numerose derrate alimentari e molte suppellettili ed attrezzi vari provenienti, in particolare, dalle regioni del Nord ed in misura minore dal Centro Italia. Quindi, le regioni del Sud Italia rappresentano il mercato di riferimento per le aziende, soprattutto, del Nord le quali, senza questi consumi sarebbero in grossa difficoltà, destinate al fallimento.

Pertanto le regioni del Nord, godendo delle tasse delle varie aziende locali, hanno delle disponibilità economiche, con la conseguente possibilità di investire per le necessità dei loro territori con detto denaro. Dunque, il Nord è ricco grazie alle Regioni Meridionali, non risultando veritiero lo slogan dell’onorevole Bossi: “Noi del Nord ‘manteniamo’ le popolazioni del Sud”. Alla luce di quanto prospettato, invece, sono i meridionali a “mantenere” la prosperità dei settentrionali!

Ma già in passato, subito dopo la seconda guerra mondiale, sono state le braccia di migliaia e migliaia di lavoratori meridionali a contribuire di far prosperare le varie aziende del Nord, a cominciare dalla Fiat. Quindi, indispensabile, sia ieri che oggi, l’apporto dei cittadini del Sud per il benessere di quelli del Nord. E non viceversa.

Ma, a tal punto, ci si chiederà: “Quando finirà il Sud di risultare una colonia”? Ebbene, vi è da rabbrividire! Quattro anni or sono, nel consueto rapporto annuale, la Svimez ha dichiarato che ci vorranno quattro secoli per poter recuperare il gap che divide il Mezzogiorno d’Italia dal Settentrione.

Il perché? Perché esiste la desertificazione industriale; perché nel corso degli anni 2000-2010 un milione e 350 mila persone si sono trasferite altrove. Ed al primo gennaio 2016 sono 4.811.163 i cittadini italiani residenti all’Estero. La maggior parte connazionali lontani dal proprio Paese sono in prevalenza meridionali; però si sta registrando un abbassamento dei valori percentuali del Sud a favore di quelli del Nord dell’Italia. Quindi, riduzione di consumi, aumento della disoccupazione, scarsissimi investimenti.

Al continuo impoverimento dovrebbero fare seguito degli investimenti pubblici. Quasi una nuova “Cassa del Mezzogiorno”. “Ma ciò che è auspicabile – precisa la Svimez – fa a pugni con la ‘religione’ dell’austerità”.

Ecco perché ci vorranno secoli per potere eliminare l’attuale gap. Senza parole!